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Mar 18


Questa mattina alle 9 in piazza Palazzo di Città i dipendenti comunali si sono radunati insieme al sindaco Piero Fassino per un minuto di silenzio in ricordo delle vittime dell’attentato al museo del Bardo a Tunisi. È passato un anno esatto dalla strage in cui hanno perso la vita la dipendente comunale torinese Antonella Sesino e Orazio Conte, marito di un’altra impiegata, Carolina Bottari, rimasta ferita insieme alla collega Anna Abbagnale.
“Oggi siamo qui per ricordare la strage del Bardo, le persone rimaste vittime o ferite e per esser vicino a loro – ha detto il sindaco nel suo intervento, dopo il minuto di silenzio sottolineato dal suono della tromba della banda della Polizia municipale -. Essere vicini soprattutto alle famiglie che hanno vissuto e continuano a vivere il dolore atroce di questa tragedia. Siamo qui per ricordare i colleghi di lavoro che dedicavano la loro intelligenza, la loro passione, la loro volontà nell’attività della nostra Amministrazione tutti i giorni. Siamo qui per ricordare tutte le vittime di quella tragedia, insieme a loro il nostro pensiero va alle tante vittime della via crucis di attentati mortali ed efferati che scandiscono ormai da anni la vita del mondo e la vita delle nostre comunitàâ€.
Dopo aver ricordato le tante città del mondo colpite dagli attentati dei terroristi, Fassino ha affermato che “non possiamo e non vogliamo piegarci al ricatto della paura. Vogliamo difendere le nostre vite, la convivenza civile e libera che caratterizza la vita delle nostre comunità. Vogliamo contrastare chi vorrebbe chiuderci nelle nostre case a ripiegare su noi stessi, a interrompere e recidere ogni legame di vita comunitaria. Sentiamo il dovere di combattere chi vorrebbe travolgere una convivenza fondata su valori che per noi sono irrinunciabili. Che sono valori di rispetto della dignità umana e democrazia, di libertà e giustizia sociale. Vogliamo contrastare chi vorrebbe precipitare il mondo nell’orrore e nella barbarie della sofferenza e della morte e sappiamo come questa strategia del terrorismo non si arresta di fronte a nessun orroreâ€.
“Per questo non possiamo e non vogliamo dimenticare, vogliamo ricordare – ha concluso il primo cittadino -. Continueremo a farlo ogni giorno, attestando così con il ricordo la nostra volontà di non piegarci, di difendere le ragioni della nostra vita e delle nostre comunità. Perché gli orrori che si sono conosciuti possano essere finalmente sconfitti e debellati e il mondo possa affrontare i tanti suoi problemi ricorrendo alle armi della ragione e della parola, e non alla violenza all’intolleranza e alla sopraffazioneâ€.

[fonte: TorinoClick]

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Mar 17


A partire dal 19 marzo 2016 Palazzo Madama presenta al pubblico la Camera di Vetro, la nuova sala per le arti decorative al secondo piano del museo, interamente progettata e realizzata grazie al generoso contributo di Rotary Club Torino, sponsor unico del nuovo allestimento.
Il progetto ha visto coinvolti, accanto allo staff del museo, lo studio “Officina delle Idee†e il Rotary Club Torino, che ha seguito con costanza e in prima persona lo sviluppo dei lavori.
La nuova sala è il risultato di un attento studio di progettazione e riallestimento di “Sala Vetri e Avoriâ€, spazio del museo storicamente dedicato all’esposizione della raccolta di oreficerie medievali, bronzetti rinascimentali, smalti, vetri soffiati, avori intagliati e della straordinaria collezione di vetri dipinti e vetri a oro graffiti.
Il nuovo progetto ha permesso di trasformare questa sala da galleria espositiva di tante tipologie tecniche differenti a sala tematica dedicata essenzialmente al vetro, presentato in tutte le sue declinazioni.
L’allestimento, che ha raccolto suggestioni dalle gallerie del vetro del Museo del Vetro di Murano, del Musée des Arts decoratifs di Parigi e del Victoria and Albert Museum di Londra, racconta la storia di questo materiale così versatile attraverso le opere, la presentazione dei componenti e degli strumenti impiegati dall’antichità a oggi per la sua fabbricazione. Il risultato è una vera e propria Wunderkammer del vetro, un luogo scintillante e carico di suggestioni.
Il progetto ha comportato un intervento di rifunzionalizzazione delle originali vetrine in radica di noce del 1933 – volute appositamente per questa sala dall’allora direttore Vittorio Viale – e un innovativo studio dei piani di appoggio, dell’apparato illuminotecnico e della grafica, completamente rinnovata e arricchita da nuovi apparati narrativi che contribuiscono ad accentuare l’aspetto emotivo e educativo della visita.
Molti i capolavori presenti nel percorso appartenenti alla collezione di vetri dipinti e dorati del museo, che attualmente costituisce la più ricca raccolta in Italia e una delle più importanti al mondo per valore storico e artistico. Donata al museo da Emanuele Taparelli d’Azeglio – grande collezionista di arti decorative e direttore del Museo Civico di Torino fino al 1890 – questa collezione conta oggi 190 esemplari dal XIII al XVIII secolo.
Il progetto ha consentito anche la riscoperta e l’inserimento in sala di due opere eccezionali, entrambe assolute novità, a deposito da più di 30 anni e restaurate appositamente per il nuovo allestimento.
Innanzitutto il Reliquiario-acquasantino della seconda metà del XVII secolo, un pezzo rarissimo acquistato dal museo nel 1881 per volere del direttore Emanuele d’Azeglio e poi subito inviato a Murano, presso la Compagnia Venezia Murano, per essere restaurato. L’opera presenta un tipo di decoro, con boquets di fiori colorati in vetro, documentato nel Seicento a Venezia soprattutto per le cornici di grandi specchiere ma difficilmente presente in arredi sacri e reliquiari di questa tipologia.
Il nuovo allestimento è inoltre impreziosito dallo spettacolare Lampadario che domina il centro della sala. Acquistato da Città di Torino nel 1928, appartiene alla tipologia del celebre lampadario ideato da Giuseppe Briati per Ca’ Rezzonico a Venezia intorno al 1750, nato come risposta veneziana ai lampadari boemi a pendagli sfaccettati. L’esemplare esposto a Palazzo Madama – a 16 bracci e 24 luci – presenta una moltitudine di fiori, foglie e campane in cristallo senza policromia, con la particolarità di avere tutti i bracci metallici interamente rivestiti da elementi tubolari in cristallo disposti a catena, che nascondono la struttura metallica sottostante e contribuiscono ulteriormente all’effetto spettacolare dell’insieme.

[fonte: Palazzo Madama]

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Mar 10


Si è inaugurata stamattina, a Palazzo Madama, alla presenza del Ministro dei Beni e delle Attività Culturali, Dario Franceschini, la mostra ‘Da Poussin agli Impressionisti.  Tre secoli di pittura francese’. Una straordinaria selezione di oltre 70 opere provenienti dalle collezioni del Museo dell’Ermitage di San Pietroburgo sono ospitate fino al 4 luglio nella cornice unica della Sala del Senato. La mostra illustra la storia della pittura d’oltralpe dal 1600 alla fine dell’Ottocento, dall’avvento delle accademie fino alla nuova libertà della pittura en plein air proposta dagli impressionisti. Gli straordinari capolavori raccontano sia la trasformazione graduale del gusto artistico in Russia, sia la passione per l’arte francese che l’amore per l’Italia di molti pittori.

Si inizia con dei soggetti sacri per passare a quelli mitologici e alle nature morte. Poi ancora i ritratti, i paesaggi e le scene di genere.

Tutti capolavori che raccontano: le ragioni storiche e culturali del successo di alcuni generi accademici, rispetto all’impegno sociale delle correnti realiste; il gusto raffinato di Caterina II che nel 1772 si aggiudico gran parte dei dipinti raccolti a Parigi dal celebre amateur francese Pierre Crozat negli anni a cavallo tra il Sei e il Settecento; gli acquisti alla moda dei ricchi aristocratici russi nell’Ottocento, le riorganizzazioni dei musei nel Novecento in seguito alla Rivoluzione d’Ottobre.

Il percorso all’interno del grande salone si articola in 12 sezioni per un totale di circa 50 artisti: si apre con le influenze caravaggesche di Simon Vouet, prosegue attraverso il destino dei grandi maestri del classicismo, da Philippe de Champaigne ai sommi Poussin e Lorrain; attraversa la nuova liberta della pittura di Watteau, Boucher e Fragonard, per approdare al ritorno all’antico di Greuze e alla poesia venata di Romanticismo di Vernet e Hubert Robert; il neoclassicismo di Ingres si intreccia al nuovo sentimento del paesaggio che si affaccia con Corot e all’affermazione dell’Impressionismo con Renoir, Sisley, Monet, Pissarro, fino all’apertura verso le avanguardie moderne con Cézanne e Matisse.

Questa nuova mostra costituisce la terza tappa della collaborazione da tempo avviata da Città di Torino e Fondazione Torino Musei con il Museo Statale Ermitage e con Ermitage Italia per attività di studio e ricerca e per progetti culturali.

[fonte: TorinoClick]

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