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Giu 17


Grande successo per il Torino Pride 2017, la folla che ha colorato le strade del centro di Torino lungo un percorso inedito (piazza Carlo Felice, via Roma, piazza Castello, via Pietro Micca, via Cernaia, piazza 18 Dicembre, corso San Martino, piazza Statuto) è stata enorme e stimabile in più di 80.000 persone.
La parata aperta dalla banda della Polizia Municipale è partita da Piazza Carlo Felice alle 16.30. Dietro allo striscione del Torino Pride, il cui claim 2017 è “a corpo libero”, con gli organizzatori, moltissimi esponenti politici fra cui, il presidente del Consiglio Regionale Mauro Laus, l’assessora regionale Monica Cerutti, l’assessore alle pari opportunità della Citta di Torino Marco Alessandro Giusta e molti altri e molte altre.
Al termine della parata le prime persone hanno iniziato ad arrivare in piazza Statuto cornice di un momento di intrattenimento musicale con la giovane cantante rap Roshelle, finalista di X Factor 10.
Tutti i partecipanti alla parata, come indicato dal Coordinamento Torino Pride hanno osservato il silenzio durante il passaggio in piazza San Carlo per ricordare Erika Poletti.
Particolarmente graditi i punti di distribuzione di acqua a cura di Smat e di Valmora.

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Lug 08


Il Sindaco Chiara Appendino, l’amministrazione comunale e la Città di Torino esprimono sincero cordoglio per la morte della concittadina Claudia Maria D’Antona, una delle vittime dell’attentato terroristico di Dacca, e si uniscono al dolore della famiglia. La Città ha proclamato il lutto cittadino, venerdì 8 luglio, giorno delle esequie. In occasione della giornata di lutto cittadino, la sindaca Chiara Appendino ha invitato i torinesi a raccogliersi di fronte a Palazzo Civico, alle ore 14, per commemorare le vittime di Dacca osservando un minuto di silenzio.

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Mar 18


Questa mattina alle 9 in piazza Palazzo di Città i dipendenti comunali si sono radunati insieme al sindaco Piero Fassino per un minuto di silenzio in ricordo delle vittime dell’attentato al museo del Bardo a Tunisi. È passato un anno esatto dalla strage in cui hanno perso la vita la dipendente comunale torinese Antonella Sesino e Orazio Conte, marito di un’altra impiegata, Carolina Bottari, rimasta ferita insieme alla collega Anna Abbagnale.
“Oggi siamo qui per ricordare la strage del Bardo, le persone rimaste vittime o ferite e per esser vicino a loro – ha detto il sindaco nel suo intervento, dopo il minuto di silenzio sottolineato dal suono della tromba della banda della Polizia municipale -. Essere vicini soprattutto alle famiglie che hanno vissuto e continuano a vivere il dolore atroce di questa tragedia. Siamo qui per ricordare i colleghi di lavoro che dedicavano la loro intelligenza, la loro passione, la loro volontà nell’attività della nostra Amministrazione tutti i giorni. Siamo qui per ricordare tutte le vittime di quella tragedia, insieme a loro il nostro pensiero va alle tante vittime della via crucis di attentati mortali ed efferati che scandiscono ormai da anni la vita del mondo e la vita delle nostre comunità”.
Dopo aver ricordato le tante città del mondo colpite dagli attentati dei terroristi, Fassino ha affermato che “non possiamo e non vogliamo piegarci al ricatto della paura. Vogliamo difendere le nostre vite, la convivenza civile e libera che caratterizza la vita delle nostre comunità. Vogliamo contrastare chi vorrebbe chiuderci nelle nostre case a ripiegare su noi stessi, a interrompere e recidere ogni legame di vita comunitaria. Sentiamo il dovere di combattere chi vorrebbe travolgere una convivenza fondata su valori che per noi sono irrinunciabili. Che sono valori di rispetto della dignità umana e democrazia, di libertà e giustizia sociale. Vogliamo contrastare chi vorrebbe precipitare il mondo nell’orrore e nella barbarie della sofferenza e della morte e sappiamo come questa strategia del terrorismo non si arresta di fronte a nessun orrore”.
“Per questo non possiamo e non vogliamo dimenticare, vogliamo ricordare – ha concluso il primo cittadino -. Continueremo a farlo ogni giorno, attestando così con il ricordo la nostra volontà di non piegarci, di difendere le ragioni della nostra vita e delle nostre comunità. Perché gli orrori che si sono conosciuti possano essere finalmente sconfitti e debellati e il mondo possa affrontare i tanti suoi problemi ricorrendo alle armi della ragione e della parola, e non alla violenza all’intolleranza e alla sopraffazione”.

[fonte: TorinoClick]

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