âLa regina Margherita mangia il pollo con le ditaâ.
Mai sovrana ha saputo essere tanto empatica e conquistare il cuore del suo popolo quanto la prima Regina dellâItalia unita, Margherita di Savoia.
Palazzo Madama le dedica, dal 13 ottobre 2022 al 30 gennaio 2023, una mostra, coordinata da Maria Paola Ruffino, che ne ricostruisce la straordinaria figura.
Margherita di Savoia (Torino 1851 â Bordighera 1926) è figlia di Ferdinando di Savoia duca di Genova, eroe del Risorgimento e fratello del Re Vittorio Emanuele II. Sposa a sedici anni lâerede della corona, suo cugino Umberto, e sale sul trono il 9 gennaio 1878.
Il paese che lâaccoglie è una nazione profondamente diseguale. In quello scorcio di secolo si costruisce lâItalia moderna: le ferrovie, lâindustria, lâallargamento dellâistruzione, le prime organizzazioni dei lavoratori, dalla carrozza allâautomobile, dai valori risorgimentali al sogno coloniale e al nazionalismo, dal romanticismo storico al futurismo. La Regina Margherita, Regina tra due epoche, attraversa con gli italiani questo tempo denso di cambiamenti politici, sociali e culturali. Icona femminile di casa Savoia, musa e mecenate artistica, Margherita promuove la diffusione dellâistruzione e della formazione professionale, con particolare attenzione alle donne, piĂš fragili e svantaggiate. E con gli strumenti concessi a una donna, si adopera nella costruzione del consenso intorno a casa Savoia, che vuole promotrice di sviluppo e benessere per la nazione.
Il percorso immersivo dellâesposizione, con oltre settanta opere dâarte, tra ritratti, dipinti, sculture, abiti e gioielli, strumenti musicali, manoscritti, tappezzerie e mobili, racconta la Regina dâItalia in rapporto al suo tempo e al suo popolo, il suo essere madre, icona di stile, paladina dellâarte e della cultura, benefattrice pietosa, donna interessata al nuovo e alla modernitĂ .
Dallâingresso, con lâimmagine della Regina che ci accoglie, alla ricostruzione dei suoi ambienti e del suo gusto, Margherita emerge pienamente nella sua personalitĂ , col supporto immaginifico di un filmato ideato e montato per la mostra, fotografie storiche e musica dâepoca.
Lâallestimento, progettato dallâarchitetto Loredana Iacopino nella sala del primo Senato dâItalia, si sviluppa per nuclei narrativi, anticipati nelle sale del piano nobile da dieci splendidi abiti della collezione privata di Mara Bertoli â sezione curata da Massimiliano Capella – creazioni sartoriali che ripercorrono lâevoluzione del gusto e dello stile dagli anni cinquanta dellâOttocento alla metĂ del secondo decennio del Novecento, prefigurando il grande mutamento della societĂ a cavallo tra i due secoli.
Madre, icona, Regina, benefattrice, musa
A diciotto anni, nel 1869, Margherita dĂ alla luce lâerede, unico, di casa Savoia. Vittorio Emanuele nasce a Napoli, dove la coppia reale si è installata per rinsaldare il legame della corona con il Mezzogiorno. Solo nel 1871, a seguito della presa di Roma, i Savoia si insediano nel Palazzo del Quirinale lasciato spoglio dai Papi, dove convergono arredi lussuosi dalle altre residenze reali: mobili settecenteschi, porcellane, arazzi, quadri e intere boiseries. Magniloquente e celebrativo nelle sale di apparato, intimo, vario e affollato negli ambienti privati, lo stile degli appartamenti riarredati da Margherita nelle sue residenze segna unâepoca. La Regina ama la ricchezza dellâoro e i colori brillanti, affianca lo stile Louis XV a poltroncine capitonnĂŠ, si circonda dei mobili intarsiati di Piffetti. Ventâanni dopo è la magniloquenza barocca dellâintagliatore bellunese Valentino Panciera Besarel, epigono del grande Brustolon, a connotare gli appartamenti rinnovati, al Quirinale come a Monza, per accogliere il Kaiser Guglielmo II.
Nella capitale Margherita è anima di una intensa vita di corte, fatta di balli, ricevimenti e pranzi di gala, che legano lâaristocrazia italiana alla casa regnante e accolgono gli esponenti delle case reali dâEuropa in visita ai Savoia. La Regina vi appare adorna âcome una statua votivaâ, con gli abiti sontuosi di Worth, il couturier parigino piĂš alla moda, e con una profusione di diamanti e di perle.
A che varrebbe essere principi se non si potesse fare il bene che si vuole?
Margherita ricerca la visibilitĂ e non si risparmia di mostrarsi alle folle. Intorno a lei cresce il consenso popolare, per lâattenzione che dimostra alla vita del paese, martoriata anche da calamitĂ naturali e dal colera. Elargisce sussidi a congregazioni religiose e istituzioni laiche, asili dâinfanzia, scuole, associazioni caritative. Ă valente alleata dellâamica Andriana Marcello, fondatrice della scuola del merletto di Burano, promuovendo la moda del pizzo nelle toilette femminili e commissionando alla scuola molti lavori, per sostenere quellâimpresa volta a dare di che vivere a tante donne senza risorse nĂŠ cultura. Margherita riporta in auge anche la moda del corallo, per sostenere lâattivitĂ dellâindustria corallina guidata dalla âScuola per la lavorazione del Coralloâ, istituita con Regio Decreto nel 1878. Grazie al suo intervento, le attivitĂ delle scuole di arti applicate trovano uno spazio nelle Esposizioni nazionali, mostrando lâeccellenza della produzione manifatturiera e artistica italiana.
La Regina è donna di ampi interessi e grande amore per lâarte: crea a Roma un salotto culturale, frequentato da personalitĂ della cultura, dellâarte e della politica, come Marco Minghetti, statista della destra storica, suo amato maestro. Riunisce una ricchissima biblioteca, che cura personalmente, e frequenta le esposizioni dâarte. La Biennale di Venezia è fondata nel 1893 quale omaggio ai sovrani per i 25 anni di matrimonio e la Regina non mancherĂ di frequentarla a partire dalla prima edizione nel 1895. La passione per la pittura gareggia soltanto con quella per la musica, Beethoven e Wagner, alla quale la Regina si dedica suonando il pianoforte e col canto. Dal 1881 dĂ vita alla tradizione dei concerti al Quirinale, di cui ancora oggi godiamo, affidati a Giovanni Sgambati, che diffonde lâapprezzamento per la musica sinfonica e cameristica europea.
La Valle dâAosta accoglie Margherita per le vacanze estive, dal 1889 ospite a Gressoney del barone Luigi Beck-Peccoz, con cui compie impegnative ascensioni in alta montagna. Nel 1899 ha inizio la costruzione di Castel Savoia a Gressoney Saint-Jean, in uno stile medievaleggiante ispirato dai castelli della valle. Sul finire dellâOttocento, sulle orme di Margherita, la consuetudine del soggiorno in montagna diventa vera e propria moda e le localitĂ di villeggiatura fioriscono di eleganti villini, giardini e viali per il passeggio.
Gli ultimi decenni del XIX secolo sono anni di grande tensione sociale in Europa. Il 29 luglio 1900 lâassassinio di Umberto I travolge la vita della Regina e segna la fine di unâepoca.
Lasciato il Quirinale ai nuovi sovrani, il figlio Vittorio Emanuele III ed Elena di Montenegro, Margherita si insedia nel nuovo Palazzo Margherita a Roma e si dedica con maggiore assiduitĂ ai viaggi e alla visita delle Esposizioni. Qui acquista, per le proprie residenze e per collezioni pubbliche, opere degli artisti dellâAccademia veneziana, Luigi Nono, Ciardi, Fragiacomo, ma anche dei piemontesi Delleani e Cosola, dei quali ama i paesaggi montani, di Pompeo Mariani e del Balla figurativo.
Anche quando, dal 1916, elegge quale sua residenza piĂš cara la riposante villa di Bordighera, Margherita non si isola dalla vita della nazione, ma ne segue con partecipazione gli sviluppi. Qui muore nel 1926. Lâomaggio imponente tributato dalla popolazione al treno che porta la sua salma a Roma per la sepoltura al Pantheon è filmato dallâIstituto Luce lungo le varie tappe del viaggio. Un documento eloquente di quanto Margherita fosse ancora, per gli italiani, la loro Regina.
Le opere esposte provengono da importanti collezioni pubbliche, in particolare dal MusĂŠe dâOrsay di Parigi, dalle Gallerie degli Uffizi â Palazzo Pitti, dal Palazzo del Quirinale e dal Museo di Palazzo Boncompagni-Ludovisi di Roma, dal Palazzo Reale di Napoli e dalla Reggia di Caserta, dai Musei Civici di Venezia, dai Musei Reali e dalla Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino, dal Polo Museale del Piemonte.
Lâesposizione a Palazzo Madama si colloca in stretta relazione e collaborazione con le collezioni e gli ambienti appartenuti alla sovrana sul territorio piemontese: la biblioteca della Regina, cui la Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino dedica questâanno un allestimento permanente, gli appartamenti nel Palazzo Reale di Torino e al castello di Agliè. Comprende inoltre lâampio coinvolgimento di scuole superiori torinesi di diverso indirizzo – impegnate in fase progettuale per elaborare concerti e animazioni musicali, percorsi guidati, creazione di costumi dâepoca, rievocazione storica di balli, creazione di grafica di promozione e documentazione video – e del Corso di Laurea magistrale in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali dell’UniversitĂ di Torino in collaborazione con il Centro Conservazione e Restauro La Venaria Reale.