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Apr 15


Con l’avvio della direzione artistica di Chiara Bertola, la GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino – inaugura un nuovo modello di programmazione culturale strutturato in due stagioni annuali, intitolate RISONANZE. Ogni stagione affronta temi specifici che fungono da filo conduttore per una rilettura dinamica della Collezione e si declinano in mostre, progetti interdisciplinari e interventi site-specific, generando un dialogo continuo tra le opere, gli spazi e il pubblico.

Dopo una prima stagione dedicata a luce, colore e tempo, dal 16 aprile 2025 si apre la SECONDA RISONANZA, incentrata sui concetti di ritmo, struttura e segno. Un’esplorazione profonda e articolata che coinvolge tutti gli ambienti del museo, dalle sale principali fino agli spazi più nascosti, trasformandoli in punti d’incontro tra eredità storica e sperimentazione contemporanea.

Le mostre

Ad aprire la stagione, due mostre personali molto attese. La prima è “Fausto Melotti. Lasciatemi divertire!”, una grande retrospettiva a cura di Chiara Bertola e Fabio Cafagna, che rende omaggio a uno dei maestri piĂą raffinati del Novecento italiano. A cinquantatrĂ© anni dalla storica mostra del 1972, la GAM accoglie oltre centocinquanta opere dell’artista, dagli esordi astratti degli anni Trenta fino alle celebri sculture poetiche della maturitĂ , come Modulazione ascendente (1977), collocata nel giardino del museo. Il titolo dell’esposizione prende spunto da una frase dello stesso Melotti, che ben esprime il suo approccio giocoso e sperimentale alla pratica artistica.

La seconda mostra, “Dove lo spazio chiama il segno”, di Alice Cattaneo e curata da Giovanni Giacomo Paolin. L’esposizione ripercorre il lavoro dell’artista milanese in un dialogo continuo tra materia e forma, trasformazione e intuizione. Il titolo nasce da un aneddoto personale: un maestro vetraio di Murano, indicando dove tagliare un materiale, le suggerì di farlo “dove chiama il materiale”. Una frase che diventa metafora del processo artistico stesso, basato sull’ascolto sensibile della materia e sul tempo necessario per comprenderla.

La Videoteca della GAM ospita invece una retrospettiva dedicata ai film di Giosetta Fioroni, a cura di Elena Volpato. L’esposizione presenta quattro opere realizzate nel 1967 – Coppie, Gioco, Goffredo e Solitudine femminile – che raccontano una fase poco nota ma centrale nella ricerca dell’artista, in cui cinema e pittura si contaminano. Le pellicole originali in 8 mm sono custodite proprio dalla Videoteca, a cui l’artista le donò nel 1999.

Un museo che ascolta e risuona

Come giĂ  avvenuto nella Prima Risonanza, anche in questa nuova stagione non mancano gli “intrusi”, interventi trasversali pensati per attivare letture inaspettate. I sound artist Chiara Lee e freddie Murphy, in collaborazione con il MAO – Museo d’Arte Orientale di Torino, hanno invitato l’artista sakha Aldana Duoraan a realizzare un’opera sonora site-specific. Il risultato è un’installazione immersiva che trasforma gli interstizi delle scale del museo in un vero e proprio strumento musicale.

Le Collezioni e il Deposito Vivente

Oltre alle esposizioni temporanee, la SECONDA RISONANZA propone anche un nuovo allestimento delle Collezioni permanenti al primo piano del museo. Otto sale raccontano il legame profondo tra arte e natura, tra astrazione e ritmo vitale, accostando opere delle avanguardie del Novecento a ricerche contemporanee. Il percorso mette in evidenza fenomeni come la propagazione, la crescita, la ripetizione: schemi che si ritrovano tanto nella biologia quanto nella creazione artistica.

Restano inoltre visitabili le sezioni inaugurate a ottobre e il suggestivo Deposito Vivente, un progetto che apre al pubblico una parte normalmente nascosta del museo: il deposito stesso, concepito come spazio espositivo in costante trasformazione.

Maggiori informazioni sul sito della GAM – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino

Apr 15


Anche quest’anno, in occasione delle celebrazioni per l’ottantesimo anniversario della Liberazione, lo spazio antistante l’edificio al numero 122 di corso Ferrucci si è trasformato in un luogo della memoria per ricordare gli operai torinesi che, durante la Resistenza, scioperarono più volte mettendo a rischio la propria vita. Prima per contrastare il regime nazifascista, poi – dopo l’8 settembre del 1943 – per salvaguardare la produzione industriale nelle fabbriche, anche con le armi.

Come ha sottolineato Pierino Crema, intervenuto per portare il saluto ufficiale della CittĂ :
“Gli operai di Torino, da questa fabbrica e da altre della città, furono tra i primi a scioperare contro la guerra, per la pace e per la libertà”.

Il presidente della commissione Lavoro di Palazzo Civico ha poi ricordato:
“Scioperarono nel marzo del ’43, con Mussolini ancora al potere, poi nel 1944, e fino alla Liberazione difesero con le armi il loro posto di lavoro, nella convinzione che impedire la distruzione e lo smantellamento delle fabbriche avrebbe permesso di ricostruire più in fretta il Paese, una volta terminata la guerra”.

“La Resistenza è stato tutto questo – ha concluso Crema – ricordarla in questo luogo, sede di uno degli stabilimenti più importanti della Fiat dell’epoca, è un modo per trasferire alle giovani generazioni un ricordo che non può essere ridotto a poche righe in un libro di storia”.

Durante la cerimonia, cui hanno partecipato anche Susanna Maruffi per ANED – Associazione Nazionale ex Deportati nei Campi nazisti – e Valentina Cera in rappresentanza del Consiglio regionale del Piemonte, è stata deposta una corona alla lapide che ricorda il sacrificio degli operai torinesi, all’interno dell’edificio che oggi ospita alcuni uffici della Città di Torin