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Nov 24


“C’è vero progresso soltanto quando i suoi vantaggi sono per tutti”, disse un tempo Henry Ford, e Roberto Garbati lo ha ripetuto oggi a mo’ di epigrafe, parlando con orgoglio e sosddisfazione del nuovo gioiello di Iren Energia, la supertecnologica centrale TorinoNord di cogenerazione per il teleriscaldamento.

L’ad dell’azienda multiutility torinese ha presentato il nuovo impianto durante una cerimonia di inaugurazione cui hanno partecipato il sindaco Piero Fassino, gli assessori all’Ambiente Lavolta, Ronco e Ravello, il presidente dell’azienda Bazzano, l’assessore all’Urbanistica Curti.

La nuova centrale è alimentata a metano con una potenza di 400 MW elettrici e 220 MW termici. Può servire fino a 18 milioni di metri cubi e 180mila persone. Grazie alla nuova centrale la rete di teleriscaldamento allaccia edifici per 55 milioni di metri cubi (550mila abitanti, circa il 60 percento dei cittadini torinesi). Così Torino rafforza il primato di città più teleriscaldata d’Italia e la posizione di avanguardia in Europa.

In termini di risparmio energetico, la centrale consente di ridurre di circa 100mila Tep annue (tonnellate di petrolio equivalenti) la bolletta cittadina dell’energia, che si aggiungono alle 200mila risparmiate con l’impianto di cogenerazione di Moncalieri.

Notevoli anche i benefici ambientali: 134 tonnellate in mento di ossidi di azoto, 400 tonnellate di ossido di zolfo e 17 di poveri.

La nuova centrale manda in pensione l’impianto Vallette, che sarà demolito e sostituito da un’area verde. Insomma, grandi benefici anche per l’aria torinese, da sempre indicata come la più inquinata d’Italia.

Un altro dato importante: se già Torino e la sua provincia sono ormai autosufficienti per le fonti energetiche, il nuovo impianto permette di affermare che i benefici si sono estesi a tutta la Regione. Un segnale di grande fiducia per il futuro della città, impegnata in un progetto di sviluppo della qualità della vita in un’ottica di sostenibilità ambientale: TorinoSmart City, citato dal sindaco Fassino come filo rosso della crescita sociale ed economica per il prossimo decennio.