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Gen 30


L’area dell’ex scalo Vanchiglia e dintorni, il “trincerone” ferroviario che si prolunga fino al Passante ferroviario, il “Parco Nord” e il “nodo” Rebaudengo, con la stazione interrata e la piazza che accoglie chi arriva da Milano: l’area interessata dalla variante urbanistica n°200 è una cicatrice oggi, sarà un segno importante della nuova Torino domani e concorrerà a ridisegnare e ridefinire l’intero assetto urbanistico della città. Come è successo per altre importanti opere di riqualificazione – Lingotto, le Spine, Mirafiori per fare alcuni esempi – la trasformazione sarà un elemento di ridefinizione dell’identità della città.
Per riqualificare un’area di 1,25 milioni di metri quadrati, che si sviluppa su un arco lungo 5,5 chilometri e avvolge l’intera Barriera di Milano interagendo con paesaggi diversi, risultato di una stratificazione storica diversa in ognuna delle sue parti, la città ha promosso un bando internazionale per la realizzazione di un masterplan – una sorta di piano d’azione, di strumento politico di “assunzione di impegni” che definisce obiettivi, responsabilità, competenze e strumenti per la trasformazione urbana -, vinto da un gruppo guidato da Recchi Engineering.
Oggi si è riunito, all’Ecomuseo urbano 6 di piazza San Gaetano da Thiene, il gruppo formato da direttori e dirigenti dell’Amministrazione comunale e professionisti delle diverse società coinvolte per il primo design charrette, un metodo di lavoro sviluppato in Francia basato sulla messa in comune di idee in libertà e sulla successiva sintesi utile a definire un percorso di lavoro. Aperto con i saluti del sindaco e dei presidenti delle Circoscrizioni 5 e 6 e animato dall’architetto Andrea Robiglio, l’incontro ha permesso, come ha spiegato Emanuela Recchi, “di condividere una visione comune, di addentrarsi in una scala di dettaglio più specifica, di condensare i tempi di progettazione; di presentare un progetto finale integrato, condiviso ed efficace nell’offrire risposte alle esigenze del territorio”.
Il Masterplan ToMake (questo il titolo prescelto) sarà scandito da alcuni design charrette e incontri periodici di lavoro, fino a metà luglio. Primo step: il progetto preliminare, da presentare il 18 febbraio prossimo.
La trasformazione urbana è stato il vero motore della nuova immagine della città. Torino è considerata, dagli architetti, la Berlino d’Italia, per la sua capacità di cambiare se stessa attraverso la riprogettazione del territorio. “Nel trasformare ampie aree di spazio urbano – ha sottolineato il sindaco – è inevitabile ridefinirne anche la vocazione. Non si tratta soltanto di un fattore immobiliare: nel ridefinire i contenitori, si ripensa anche al contenuto, riferibile alle vocazioni vecchie e nuove che quel dato territorio esprime”. Nascerà dunque “un paese nella città, che affronterà la sfida di colmare le carenze, più che riempire dei vuoti, immaginando il futuro attraverso una visione del presente che ne colga le potenzialità”, ha affermato la presidente della Circoscrizione 6.
I gruppi di lavoro hanno costruito, nell’arco della giornata (lavori chiusi alle 17,30) alcuni scenari su tre temi principali: Regole e finanza, Design, Accessibilità sostenibile. Le tante idee emerse saranno utili alla definizione di una prima piattaforma, il progetto preliminare, sulla quale si opererà con una graduale esplosione della mappa fino a definirne il singolo pixel. Ogni pixel della mappa però rappresenta un concentrato di complessità; solo un approccio multidisciplinare come questo, ha detto l’assessore all’Urbanistica, è possibile: “ToMake ha portato nel nostro modo di lavorare strumenti che consentono di sparigliare le carte, mettendo in gioco tutti i partecipanti, e di ottenere esiti più interessanti. È uno sforzo, allo stesso tempo, di realismo e visionarietà. Chi abita ai confini di questo territorio aspetta i cantieri e spera che arrivino presto, e al tempo stesso ne ha paura, perché pensa a un’altra città che sorge nella città, come a un qualcosa di alieno che non è suo. Per questo è importante progettare anche l’attesa, proponendo eventi e usi temporanei: rompe lo scetticismo e scatena l’immaginario di chi dovrà investire”.
Il gruppo coordinato da Recchi Engineering riunisce alcune delle società più importanti in ambito internazionale: gli architetti olandesi Architekten Cie (Branimir medic, Erik Vrieling) affiancato dallo studio torinese Tra (Matteo Robiglio); la società Hines, analisti del mercato e del piano finaziario; Avalon, pianificazione economico finanziaria; lo studio legale Nctm (Rosemarie Serrato); Mesa (Fabio Micelli), per la valutazione immobiliare; Manens-Tifs e Systematica, importanti aziende internazionali nel campo dell’energia e della sostenibilità ambientale.