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Mar 19



Può una biologa – o quasi tale – amante dell’etologia, improvvisamente riscoprirsi artista? Se la storia è quella di Jessica Carroll, sì. Il percorso e la ricerca compiuta negli anni dall’autrice delle sculture che “nuotano, volano e cantano”, si possono “leggere” nelle sue opere – disegni, acqueforti, sculture in marmo, bronzo, resina e plexiglas – in mostra sui muri dell’ipogeo della Chiesa Bizantina di San Michele Arcangelo in via Giolitti 44.

Abbiamo incontrato Jessica Carroll in pieno allestimento mostra. Parla spesso di natura, perché è innamorata, come sottolinea, di quel mondo fatto di volpi, merli, anguille e soprattutto api. Sono proprio gli insetti operosi e instancabili per eccellenza ad aver attratto l’attenzione dell’artista nel suo periodo torinese: “Mi sono trasferita a Torino nel 2005 – ha detto – Qui il mio lavoro si è arricchito del dialogo fra natura e tecnologia: l’ape diventa operaia”. Il legame tra l’insetto e la capitale operaia (Fiat) è inevitabile. Non a caso la Carrol ha privilegiato la città industriale per eccellenza per portarlo avanti. “Ho scelto la capitale piemontese come patria d’adozione – ha raccontato – forse perché è la più nordica delle città italiane, date le mie origini napoletane-scozzesi, ma soprattutto perché nel clima culturale e artistico ho trovato il mio humus ideale”. Le sue opere sono ricche di rimandi. La pianta esagonale della cripta, che ospita la maggior parte delle opere, ad esempio, richiama la forma delle cellette dei favi.
L’alveare è una delle architetture naturali che l’artista ritiene tra le più interessanti, tant’è che lo ripropone in materiali diversi: marmo bianco, plexiglas e ceramica smaltata. “Mi piace pensare alla possibilità di un ritorno alla purezza – spiega – lo stesso lavoro sull’opacità e sulla trasparenza parte da un’affascinante teoria evoluzionistica per cui tutte le creature viventi all’inizio erano trasparenti perché non avevano necessità di entrare in relazione le une con le altre, man mano che hanno cominciato a moltiplicarsi e a incontrarsi hanno iniziato a opacizzarsi”.

La mostra, curata da Francesco Poli e realizzata con il sostegno della Regione Piemonte e della Fondazione Crt e il patrocinio di Provincia e Comune di Torino, resterà aperta al pubblico, a ingresso libero, fino al 9 maggio con orario continuato dalle 10 alle 19. Per informazioni: 011-19568332.

fonte: TorinoClick