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Gen 21


Con “strenua chiarezza” – sono parole sue – Primo Levi ha raccontato la verità sul mondo capovolto del Lager, percorrendo un itinerario lungo quarant’anni che lo ha portato a indagare, da Se questo è un uomo a I sommersi e i salvati, i recessi più dolorosi e insondabili del XX secolo. Ma non solo. Ha saputo offrire ai lettori di tutto il mondo storie straordinarie fra realtà e fantascienza, come l’avventurosa cavalcata nel tempo e nello spazio di un inafferrabile atomo di carbonio, e, attraverso Il sistema periodico, ha intrecciato la sua esperienza di chimico montatore di molecole con quella dello scrittore che compone universi montando una sull’altra le parole. E ancora, nelle pagine de La chiave a stella, ha mostrato ai suoi lettori quanto il lavoro, anche nella società contemporanea, possa costituire una risorsa decisiva per la felicità degli esseri umani.
La mostra offre al visitatore l’occasione di penetrare per il tramite di immagini e parole in ognuno di quei mondi e di conoscere la personalità multiforme di Levi: la sua inesauribile curiosità per l’animo umano, il suo sguardo spesso ironico e la sua inesausta ricerca del dialogo soprattutto con i più giovani.
Illustrazioni inedite, videoistallazioni, oggetti d’epoca, sculture, audiovisivi, pannelli esplicativi, esperienze di realtà aumentata rendono il percorso particolarmente ricco e interessante, offrendo a studenti e insegnanti innumerevoli occasioni di riflessione sulla letteratura e sulla vita. Ma la mostra offre al visitatore anche altre scoperte: numerose interviste, molte delle quali inedite; la sua attività di chimico, illustrata per mezzo di strumenti d’epoca concessi dall’ASTUT (Archivio Scientifico Tecnologico dell’Università di Torino); le sue prove di scultore in filo di rame proposte per la prima volta al pubblico.Una successione di momenti espositivi di impianto nuovo e originale, concepita per tutti, ma in particolare per i più giovani, data l’importanza che Levi ha nella cultura e nella scuola del nostro e di altri paesi.
Maggiori informazioni sul sito di Palazzo Madama

[Fonte: Torinocultura]

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Gen 27


Il campo di concentramento di Auschwitz fu, insieme al campo di sterminio di Birkenau, il centro del sistema concentrazionario creato dai nazisti in Polonia. Le immagini fissate sulla pellicola da Bruna Biamino raccontano più di tanti testi. L’entrata di Auschwitz, le torrette di guardia e il filo spinato, i luoghi della morte, la desolazione delle baracche, il senso di solitudine e abbandono che cela gli orrori del nazismo e il tragico destino delle vittime dell’olocausto. Non sono le fotografie scattate dai liberatori, che raffigurano le enormi distese di corpi scheletrici mostrando la reale portata dell’orrore dei campi di sterminio. Sono immagini apparentemente più serene, che riescono però a svelare quella terribile “banalità del male” descritta da Hannah Arendt.
Questi scatti fotografici, sollecitando attraverso le immagini la nostra coscienza storica, ci consentono di “visitare” Auschwitz per ciò che è stato e che non deve essere dimenticato.

Luogo: Museo Civico d’Arte Antica e Palazzo Madama
Prezzo: gratuito

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Feb 03


Saranno 3200 gli studenti delle scuole superiori italiane, 700 dei quali sono torinesi, che andranno a visitare il campo di concentramento e sterminio Auschwitz-Birkenau – dove sono state uccise circa 1 milione e 300mila persone – e il ghetto di Cracovia.
Questa mattina il Treno della Memoria è partito da Porta Nuova con 450 ragazzi, ma prima di salire sui convogli i giovani si sono dati appuntamento al Teatro Regio. Qui,
ogni anno l’associazione Terra del Fuoco, simbolicamente saluta i ragazzi in partenza insieme alle autorità cittadine e ai pochi superstiti di quella immane tragedia.
Dal 2005 ad oggi oltre tredicimila ragazzi “hanno scelto di fare questo viaggio, di affrontare la nostra storia per provare a costruire una cittadinanza più consapevole” ha detto Oliviero Allotto, presidente dell’associazione.
Sul palco Ferruccio Maruffi, ex internato di Mauthausen e presidente dell’associazione nazionale Ex Deportati Politici, ha posto più volte ai presenti la stessa domanda: “Siamo sicuri che tutto questo non capiti più?”. I rigurgiti xenofobi e razzisti di questi ultimi anni, certamente non tranquillizzano gli animi.
L’assessore alle Politiche educative della Città Mariagrazia Pellerino parlando ai ragazzi ha sottolineato: “la straordinaria forza e valenza educativa di questo viaggio, motivo per cui – ha detto- vogliamo mantenere viva l’iniziativa che parla delle vostre sensibilità, alla vostra voglia di essere cittadini attivi in un momento difficile per il mondo occidentale. Speriamo che altre istituzioni facciano la loro parte”. “Credo che la chiave per uscire dalla crisi finanziaria, economica e di paradigmi di crescita – ha concluso Pellerino – sia pensare a un nuovo modello fondato sulla cooperazione, sulla qualificazione e sulla formazione delle persone. Solo così possiamo immaginare un mondo migliore”.
Ospite d’eccezione il sottosegretario all’Istruzione Marco Rossi Doria. Intenso, quasi commovente, il suo intervento. Il vice ministro ha ringraziato i giovani presenti per ragioni personali (il padre era stato condannato a vent’anni di carcere e confino durante il Fascismo). “Quando non ci sarò più è importante che ci siano ragazzi come voi, che hanno studiato e si sono sforzati di capire una realtà molto lontana da questo mondo”. “Non ci siete che voi – ha continuato il sottosegretario – a fare queste esperienze, a discutere e capire, per quanto si possa capire”. “E’ difficile – ha concluso Doria – per chi vive in una società tranquilla chiedere ai giovani di occuparsi di cose serie, brutte, complicate da comprendere. Per questo, come istituzione, faremo di tutto affinché questa esperienza possa continuare e i vostri compagni più piccoli possano fare il loro viaggio della memoria”.
Allotto ha chiosato il suo intervento, leggendo la testimonianza di un giovane studente:“Un viaggio nella storia, dentro se stessi e nella natura umana”.
Al termine della cerimonia, la delegazione governativa si è trasferita in via Gaudenzio Ferrari a visitare il Laboratorio della Curiosità, Xkè? (centro per le scienze rivolte a bambini e insegnati delle scuole elementari e medie). Ultima tappa, prima di rientrare nella capitale, a vedere la Piazza dei Mestieri in via Jacopo Durandi, nel quartiere San Donato (laboratorio di arte e mestieri destinato ai giovani).

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