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Mar 01


La mostra espone per la prima volta in Italia 95 opere di 95 artisti calligrafi giapponesi, 62 sho – calligrafie vere e proprie – e 21 ventagli, 11 opere intagliate su legno, una grande opera di sette metri raccolta a libro. Il percorso di visita costituisce un’occasione rara per apprezzare diverse tipologie di lavori dei più autorevoli artisti giapponesi di calligrafia contemporanea.

Spicca tra i maestri Usuda Tosen insignito del premio più importante in questa forma d’arte, il “Mainichi Shodo Kensho”, e considerato un luminare soprattutto per la tecnica dell’intaglio sul legno.

Accanto a lui, Yanagisawa Kaishu, ideatore e disegnatore del logo del campionato mondiale di calcio Corea/Giappone del 2002, Nagai Oshu, maestro di calligrafia, di cerimonia del tè e di ikebana, Inoue Kyoen, importante maestra di calligrafia e tra le poche donne ad aver avuto riconoscimenti a livello nazionale, nota soprattutto per la sua opera ispirata al Monte Fuji.

In Oriente come in Occidente, viviamo ormai in società dove le parole non si scrivono quasi più: si digitano. E se disgrafia o agrafia di ritorno sono in agguato per le poche lettere del nostro alfabeto, possiamo solo immaginare la dimensione del problema per lingue come il cinese e il giapponese, che richiedono di memorizzare migliaia di caratteri e di saperli scrivere tratto dopo tratto. Parlare di calligrafia nel XXI secolo assume quindi il valore inedito di una riscoperta, la riscoperta del piacere del segno scritto in un mondo che – se le tendenze degli ultimi decenni continueranno – rischia in un futuro non troppo distante di non saper più scrivere a mano.

In Oriente la calligrafia – shodō, “via della scrittura” – è considerata una forma d’arte vera e propria; anzi, è Arte per eccellenza insieme a pittura e poesia, in quanto le tre forme

espressive non possono essere completamente disgiunte l’una dalle altre. Tradizionalmente esse sono i mezzi attraverso cui l’artista (letterato, colto, elitario) dà voce al proprio sentire o – in maniera contraddittoria solo per le nostre menti occidentali – annulla il proprio io e lascia che la Natura trovi espressione sulla carta o sulla seta attraverso il suo cuore e la sua mano, il pennello e l’inchiostro. Il carattere dō viene usato in numerose occasioni per contraddistinguere la pratica di un’arte che richiede un impegno costante e che in diversi modi può assumere le caratteristiche di un “percorso” che conduce, tramite un perfezionamento tecnico, a un affinamento interiore dell’individuo.

Il MAO ha avviato da tempo un programma di mostre temporanee per approfondire tematiche che non sono presenti nelle esposizioni permanenti e per presentare al pubblico altri aspetti della straordinaria ricchezza e originalità delle culture orientali. In questo programma non poteva mancare un’esposizione sulla calligrafia giapponese.

Questa mostra rivela come la “via della scrittura” sia ancora viva e vitale in Giappone, rivisitando la tradizione in senso contemporaneo e quindi più accessibile anche a un pubblico occidentale.

Giovedì 2 marzo, ore 14.30

Workshop di calligrafia giapponese

Con i maestri Usuda Tosen e Yanagisawa Kaishu

In occasione del primo giorno di mostra SHODO – L’INCANTO DEL SEGNO, il MAO e ViaggioinGiappone presentano un workshop dedicato a neofiti ed esperti, tenuto da due dei maggiori artisti calligrafi giapponesi, un appuntamento straordinario realizzato per la prima volta in Italia.

L’appuntamento è a ingresso gratuito.

Dato il numero ristretto di posti a disposizione, la prenotazione obbligatoria. Info e prenotazioni 0114436927/8

MAO Museo d’Arte Orientale Via San Domenico 11, Torino

www.maotorino.it

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