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Mar 26


MAXXI, Roma 13 marzo – 14 settembre 2014
GAM, Torino 27 marzo – 15 giugno 2014
MADRE, Napoli 13 aprile – 18 agosto 2014

Oltre 70 opere, tre musei, un solo titolo per tre mostre che nascono dal desiderio di mostrare la varietà, complessità e profondità della pratica artistica di Ettore Spalletti, maestro dell’arte contemporanea italiana. E’ UN GIORNO COSì BIANCO, COSì BIANCO a cura di Anna Mattirolo per il MAXXI di Roma, Danilo Eccher per la GAM di Torino, Andrea Viliani eAlessandro Rabottini per il MADRE di Napoli.

La mostra alla GAM di Torino, che apre al pubblico il 27 marzo, si propone di ricostruire l’atmosfera dello studio di Ettore Spalletti. L’intento non è quello di riprodurre fisicamente lo spazio in sé quanto di trasmettere la poetica dell’artista ricreando l’energia che si respira in quell’ambiente. Ettore Spalletti vive emotivamente i suoi luoghi: qui trascorre le sue giornate, e lo studio, al pari della sua casa, è a tutti gli effetti un rifugio protetto, un punto di osservazione privilegiato del mondo circostante, in cui nasce la sua personale riflessione e interpretazione dell’essenza delle cose che lo circondano. È il luogo che accoglie i pensieri da cui nascono le sue opere, fedeli compagne di vita. La convivenza con esse è continua e persistente: non si riduce al momento creativo o al lungo periodo di lavorazione durante il quale Spalletti sceglie con cura i materiali, studia e controlla la trasformazione dei pigmenti e l’effetto finale dei colori. Le opere che popolano lo studio di Spalletti abbracciano un arco temporale molto ampio che va dagli anni ’80 ad oggi, ma convivono armoniosamente abitando lo stesso spazio fisico, in una dimensione temporale sospesa. Sono loro che accolgono l’artista ogni giorno in maniera nuova, inaspettata a seconda delle luci o della collocazione, sempre diversa, con cui l’artista le dispone nello spazio, in una costante ricerca di ordine e di equilibrio perfetto. La sintesi di tutto il lavoro di Ettore Spalletti si racchiude dunque nella dimensione magica del suo studio, luogo intimo e personale, che ricreerà negli spazi espositivi del museo. Tra i circa 25 lavori in mostra un’opera, proveniente da una importante collezione privata belga, Coppa, 1982 e Disegno, mano libera, un disegno di 8 metri del 1981, presentato in anteprima nazionale a Torino.

Ettore Spalletti (Cappelle sul Tavo, Pescara, 1940) ha esposto nei principali musei del mondo, sia in mostre collettive sia personali. Ha rappresentato l’Italia alla Biennale di Venezia del 1997, e partecipato a quelle del 1982, 1993 e 1995. Espone a Documenta, Kassel, nel 1982 e nel 1992. Tra le personali si ricordano le mostre al Museum Folkwang di Essen (1982), il De Appel di Amsterdam e Portikus di Francoforte (1989), il Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris (1991), l’IVAM di Valencia (1992), il Solomon R. Guggenheim Museum di New York (1993), la South London Gallery di Londra e il MUHKA di Anversa (1995), il Musée de Strasbourg (1998) e il Museo di Capodimonte di Napoli (1999), la Fundacion “la Caixa†di Madrid (2000), l’Henry Moore Institute di Leeds (2005), l’Accademia di Francia – Villa Medici a Roma (2006), il Museum Kurhaus di Kleve (2009) e la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma (2010).

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Mar 24


Presentata al Campus Luigi Einaudi la terza edizione del Torino Jazz Festival – che si svolgerà dal 25 aprile al 1° maggio, con un giorno in più rispetto alla passata, e sarà un autentico viaggio globalizzato del jazz.
Realizzata con Intesa Sanpaolo e Iren – main partner -, Terna e Poste Italiane – sponsor – e Radio Rai – media partner -, la manifestazione torinese ha ricevuto il patrocinio della Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco per la giornata del 30 aprile dedicata al jazz. Il festival, in questa importante data, ospita artisti sudafricani, camerunensi, norvegesi, statunitensi, israeliani, libanesi, brasiliani, canadesi, argentini, francesi, insieme a un’ampia varietà del mondo mediterraneo, in uno spettro stilistico cha racconta un profondo cambiamento nella concezione del jazz: un genere che oltre alla gloriosa tradizione neroamericana abbraccia gli stili più diversi.
“Con la terza edizione della rassegna Jazz Festival, Torino risponde alla sua vocazione internazionale portando turisti e visibilità – dichiara il Sindaco di Torino Piero Fassino -. Per sette giorni la città sarà un jazz club a cielo aperto – e non -, dove i migliori jazzisti al mondo, si esibiranno nel centro storico, per le strade, piazze, locali e circoli della città. Quest’ anno il Jazz Festival renderà ancora più significative due date molto importanti: il 25 aprile e il 1° maggio. Inoltre, il TJF 2014, nella Giornata Internazionale del Jazz, il 30 aprile, ha ricevuto il patrocinio dalla Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO ed è sede principale dell’evento per l’Italia. Il Festival Jazz è dunque un evento musicale oltre che una festa popolare, sociale e culturale: attrae appassionati del genere e persone curiose che sono disposte a scoprire questo mondo alquanto sconosciutoâ€.

I luoghi del TJF sono gli stessi dello scorso anno con qualche piccola modifica: i concerti principali del main festival sono in piazza Castello, il Fringe tra i Murazzi lungo il Po e i locali vicini. I concerti a pagamento delle ore 18 si terranno in alcune delle sale da concerto della città. In altri spazi del centro si svolgono incontri letterari, rassegne cinematografiche, lezioni, workshop ed eventi a tema in un programma perfettamente coordinato. Un tram itinerante, con a bordo musicisti, inonderà tutta Torino di note jazz per coinvolgere il maggior numero di cittadini. Dal 17 al 24 aprile il vasto programma del TJF vede anche una nutrita sezione di anteprime con occasioni di incontro e avvicinamento al genere musicale.

“Come tutti i nuovi progetti, il tempo, la qualità e il successo sono le caratteristiche principali che contribuiscono a renderli conosciuti, seguiti e sempre più apprezzati – sottolinea l’Assessore alla Cultura, Turismo e Promozione della città, Maurizio Braccialarghe -. Così, il Torino Jazz Festival, dopo aver riscosso un indubbio gradimento di pubblico nelle due passate edizioni, ritorna quest’anno con un programma ancora più ricco. Affidato alla direzione artistica di Stefano Zenni, con la collaborazione per la parte Fringe di Furio di Castri, il cartellone 2014, se possibile, rappresenta un ulteriore passo in avanti. Il Festival è un vero e proprio viaggio nel mondo Jazz: atmosfere, sapori, proposte cinematografiche, letterarie, artistiche e tecnologiche. Questa edizione, in particolare, ha come obiettivo il completamento dell’arco temporale: inizia infatti il 25 aprile per concludersi il 1° maggio. Una sette giorni di grande jazz che, sono sicuro, incontrerà la partecipazione sia dei torinesi, sia degli ospiti, sempre più numerosi, che raggiungono Torino per seguire il festival. Buon festival e tante ore di buona musica per tuttiâ€

Il festival è preceduto da una ricchissima Anteprima. Si parte con Jazz On the Road – sotto la direzione di Matteo Negrin -, una ricca tre giorni organizzata da Enjoy Social Festival che inizia giovedì 17 aprile e prosegue fino a sabato 19 aprile e si svolge sul vivace territorio di San Salvario. Più di 70 eventi tra le vie del quartiere, nei negozi e in altri spazi pubblici. In occasione dell’evento lo storico Teatro Chiarella – bombardato e ricostruito dopo il secondo conflitto mondiale – riapre le sue porte al jazz con The Sweet Life Society. Dal 22 al 24 aprile, passate le festività pasquali, torna il jazz con anticipazioni, mostre, presentazioni di libri, concerti nei locali e, soprattutto il 23 aprile, con Jazz senza quartiere, un happening musicale lungo un giorno in collaborazione con l’Associazione AR.CO.TE che animerà alcune vie tra Borgo Rossini e Vanchiglia. Tra gli ospiti: il trombonista Giancarlo Schiaffini, presente anche in veste di scrittore, il percussionista Michele Rabbia in un progetto davvero “saporito†(in collaborazione con Guido Gobino) e i divertenti aneddoti di Bruno Gambarotta. Il 23 aprile, al Conservatorio Giuseppe Verdi, non si potrà mancare allo spettacolo musical-teatrale L’amico di Fred, dedicato al torinese Fred Buscaglione.

“Torino Jazz Festival 2014 propone un autentico viaggio globalizzato del jazz- – spiega il Direttore artistico del Festival, Stefano Zenni -, un’occasione per scoprire insieme le trasformazioni della musica. La vocazione del festival rimane quella dell’incrocio tra le arti, l’unica che può rendere conto della tumultuosa vitalità della scena contemporanea: arte, cinema, filosofia, letteratura sono i fili rossi che collegano il vasto ventaglio di suoni che attraverseranno la città, dalla mattina a notte fonda, nei teatri e nelle piazze, nei locali e sul fiume, con grandi artisti internazionali e nuove produzioni del festival. E con un occhio di riguardo alla didattica, all’infanzia e alle collaborazioni internazionali. Il festival scorre tra due feste di grande importanza civica: il 25 aprile e il 1 maggio, che verranno celebrate con musica ed eventi; e il 30 aprile, Giornata Internazionale del Jazz, sarà festeggiato con il patrocinio che la Commissione Nazionale Italiana che l’Unesco ha voluto concedere a Torino. Un bel modo per ricordare che il jazz è la musica del riscatto, della molteplicità culturale, dell’incontro senza confini, vissuti come una festa di suoni, incontri, scoperte, giochi: una celebrazione della vita in forma di colorato viaggio globale per le strade della cittàâ€.
Il TJF 2014 promuove ben tre produzioni originali: Diane Schuur con la Torino Jazz Orchestra (sabato 26 aprile, ore 21), Mauro Ottolini (domenica 27 aprile, ore 18) che musica il capolavoro di Buster Keaton Le sette probabilità e Stefano Battaglia (lunedì 28 aprile, ore 16) in una rilettura dell’opera del compositore Alec Wilder.
Quest’anno, inoltre, sono in programma collaborazioni con diverse istituzioni come dimostra la realizzazione de Il jazz della Liberazione in calendario venerdì 25 aprile.
I concerti gratuiti nella cornice di piazza Castello, vedranno esibirsi le star: Al Di Meola (domenica 27 aprile, ore 21) con un omaggio ai Beatles, Manu Dibango (lunedì 28 aprile, ore 21), Enzo Avitabile e i Bottari di Portico (martedì 29 aprile, ore 21) e Caetano Veloso (mercoledì 30 aprile, ore 21). Al Teatro Carignano, ciliegina sulla torta, gli auguri di buon compleanno a Gianluigi Trovesi (26 aprile, ore 11): ospiti speciali Gianni Coscia e Umberto Eco.
Tra i concerti a pagamento spiccano diverse proposte: da Uri Caine/Dave Douglas a Kenny Barron/ Dave Holland, per finire con Louis Moholo per il focus Sudafrica.
Prosegue la collaborazione con il Conservatorio Giuseppe Verdi e la Juilliard School of Music per le masterclass. Il ricco cartellone non si esaurisce qui: ci saranno i molti concerti

delle notti del TJF Fringe con ospiti straordinari come Jon Balke e Javier Girotto, i concerti del Jazz Club Torino in piazzale Valdo Fusi e molto altro ancora.
Primo Maggio con la tradizionale Festa jazz non stop in piazza Castello: Taranta Nera, Giornale di Bordo, il quintetto di Paolo Fresu che celebra il trentennale di attività, Ibrahim Maalouf, la fusion di Alain Caron e grande chiusura con Elio e le Storie Tese.

Fringe
Anche quest’ anno il TJF Fringe sprigiona le sue frizzanti note jazz tra i locali, le vie e le piazze della città per cinque lunghe notti dal 26 al 30 aprile. L’edizione 2014 è ispirata al capolavoro di John Coltrane A Love Supreme che quest’anno festeggia i cinquant’anni dalla pubblicazione, un’opera che ha influenzato musicisti di tutti i generi. La sperimentazione, anima pulsante del FRINGE, contagerà gli oltre 200 artisti coinvolti nei 70 concerti di un programma che si preannuncia variegato grazie al mix di musicisti italiani e internazionali. Numerosi gli eventi speciali targati FRINGE come l’immancabile l’appuntamento, dalle ore 23,00 con l’assolo sul fiume Po, “l’urlo dei Murazziâ€, che darà simbolicamente il via ai concerti della notte e verrà seguito, novità di questa edizione, dalle performance sulle Night Towers, strutture temporanee in piazza Vittorio che ospiteranno i musicisti per uno spettacolo unico di note “dall’alto†che coinvolgeranno l’intera piazza in un turbine di musica e danze. Un vero festival nel festival, il TJF FRINGE, che scalderà le sponde del fiume Po, i locali di piazza Vittorio Veneto e di via Po con esibizioni ed eventi speciali.

La comunicazione e la creatività del Torino Jazz Festival è stata affidata anche quest’anno al Laboratorio Zanzara. Un’occasione per dimostrare come una realtà sociale può essere parte attiva della vita culturale della città, dove la diversità è patrimonio comune e restituisce ricchezza in termini d’integrazione sociale e culturale, per un rinnovato senso di cittadinanza.

Tutte le informazioni sul sito del Torino Jazz Festival

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Mar 21


La cornice aulica della sala del Senato del Museo d’arte antica ha ospitato stamattina la presentazione di un focus sui risultati poco lusinghieri dell’integrazione degli immigrati extra europei dalla popolazione dei 28 Stati dell’Unione e, in particolare, in Italia.
All’antropologa Laura di Pasquale è toccato snocciolare dati reali e formulare considerazioni crude sulla dinamica delle disuguaglianze di cui sono vittime gli stranieri nella nostra penisola, Paese che per diverse epoche – nel Novecento e nel XX secolo, è stata terra d’emigranti. E che oggi è uno Stato tra i più avanzati, ma la cultura dell’integrazione è al quanto arretrata se si considera che due italiani su tre sono convinti che a eseguire i lavori più faticosi, quelli che non accetterebbero più di svolgere, tocchi principalmente a chi ha natali diversi. In Italia infatti il 34% degli stranieri immigrati è impiegato in occupazioni non specializzate e dequalificate. Una percentuale molto elevata se paragonata all’7,8% dei nostri connazionali nelle pari condizioni.
Il rapporto ombra della Rete Europea Contro il Razzismo (ENAR) 2013 ha come focus il tema del lavoro e le discriminazioni subite da minoranze etniche e religiose e immigrati nell’accesso al mercato del lavoro. Diversi i gruppi identificati come più vulnerabili alle discriminazioni sul lavoro: fra essi gli immigrati da Paesi extra-UE, i rom, i musulmani, le persone di origine africana, le donne di origine straniera o legate a una minoranza.
La crisi finanziaria e economica e la mancanza di investimenti sociali hanno peggiorato il gap occupazionale tra immigrati e minoranze etnico-religiose e la maggioranza della popolazione:
“Celebrare a Palazzo Madama la Giornata contro il razzismo voluta dall’Onu è un atto di riguardo della comunità internazionale e la presenza di Martin Schulz, presidente dell’assemblea di Bruxelles, a pochi mesi dal rinnovo dei gruppi parlamentari chiamati a guidare l’Unione Europea, è un meritoâ€. Con queste parole Luciano Scagliotti, presidente del Centro d’iniziativa per l’Europa, ovvero il Cie Piemonte, l’associazione fondata sotto la Mole dal compianto Rinaldo Bontempi – uno dei più attivi vicepresidente della Commissione – , ha dato il benvenuto al ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina e all’ex ministro Cécile Kyenge e alla nutrita pattuglia di parlamentari nazionali ed europei intervenuti alla presentazione del rapporto sul razzismo.
Torino è per antonomasia la città italiana dell’accoglienza, dove oltre il 17 per cento della popolazione ha origini straniere e gran parte degli abitanti appartengono a famiglie provenienti da tutte le parti d’Italia, richiamate dalla disponibilità del lavoro in fabbrica.
I dati statistici sulla discriminazione ci inducono ad abbandonare il paradigma di Lampedusa della emergenza e a ragionare, in modo costruttivo e pragmatico, di adeguate politiche di integrazione nella scuola, nel lavoro e nei servizi pubblici per una società ormai definitivamente multietnica – ha sottolineato Marco De Giorgi direttore di Unar, l’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali “.
Per Martin Shulz, intervistato dal direttore della Stampa, Mario Calabresi l’Europa ha bisogno di una “vera e propria legge sull’immigrazione, tutti i Paesi destinatari di immigrazione ce l’hanno, dagli Stati Uniti al Canada, dall’Argentina all’Australia. E dobbiamo abbandonare – ha aggiunto – la mentalità per cui il desiderio di voler venire in Europa sia considerato un crimine. Questo significa fissare regole, dare una normativa alle richieste e la ripartizione delle quote fra i Paesi europei. Serve un accordo sull’immigrazione e io penso che in un’Europa di 28 Paesi questo sia possibileâ€.
Il ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina ha spiegato che l’Italia possa diventare protagonista di una stagione dove il tema della cittadinanza e dell’integrazione diventino gli assi portanti di una nuova idea di Europa”. Tuttavia per Martina è necessario “non abbassare mai la guardia, costruire una cittadinanza, che vuol dire fare i conti fino in fondo con le derive xenofobe e razziste. Quando discutiamo di crisi economia e sociale, di cittadinanza, di lotta al razzismo, di integrazione ci stiamo ponendo un unico vero problema, che è quello di realizzare comunità solidali, cittadinanza piena. Da questo punto di vista credo che l’Italia possa fare molto, anche una battaglia a viso aperto per snidare anche nelle istituzioni derive che spesso ci sono e che non è possibile tollerare”.
“Non era Cecile Kyenge che attaccavano, quando ero ministro per l’integrazione – ha spiegato nel corso di un intervento dai toni accesi, la parlamentare pd – ma anche voi, i vostri figli, tutti noi e l’idea del cambiamento culturale. Perché se si distrugge l’idea del cambiamento culturale siamo tutti persi”.
“Penso che la nostra cultura – ha chiosato Schulz – sia quella di una civiltà aperta. Gli immigrati vogliono venire in Europa proprio per la nostra cultura, perché libertà individuali e diritti ne sono una parte integrante. L’uguaglianza fra uomo e donna, la libertà di stampa, la libertà di voto sono cose che in altre parti del mondo possono solo sognare. Io sono orgoglioso di questa cultura – ha concluso – e capisco che altri la vogliano condividere”.

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