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Ago 27


“TOdays Festival si è appena concluso. Quinta edizione di un progetto che osa proporre un sovvertimento dei modelli imperanti negli eventi festivalieri e vince la sfida. La vince perché si fa casa comune per artisti e pubblico. Artisti che colgono la diversità del nostro festival e non si sentono meno importanti se si esibiscono nel pomeriggio; un pubblico che sa apprezzare l’arcobaleno di proposte musicali, consapevole della straordinaria occasione che TOdays con la sua line up sa offrire a palati più esigenti. È di questo TOdays che l’Amministrazione è fiera. Un festival che si ripete con successo da ormai cinque anni non può che progredire. Ciò avviene grazie al contributo creativo di ogni singola persona che vi lavora, a partire dalla direzione artistica, passando per gli operatori e i tecnici, sino ai molti giovani volontari, che con entusiasmo ci aiutano a realizzare questo piccolo grande miracolo Torinese. TOdays, come spesso ripete il suo Direttore, è un osservatorio sul presente; un presente diciamo noi, che è in continuo movimento e mal si accorda con un’idea di futuro prevedibile. Quello che però sappiamo con certezza è che TOdays è un anticipatore di idee e mode, uno scrigno creativo da custodire e valorizzare e che intendiamo sostenere con tutto il nostro impegno. L’Amministrazione, infatti, insieme alla Fondazione per la Cultura Torino, a Gianluca Gozzi e al team del Festival è già al lavoro per predisporre la prossima puntata del più interessante evento musicale dell’estate. TOdays perché il futuro è oggi”, dichiara l’Assessora Francesca Leon.

Da venerdì 23 a domenica 25 agosto migliaia di persone di ogni età e provenienza hanno attraversato la periferia di Torino per assistere alla quinta edizione di TODAYS Festival, capace di trasformare Barriera di Milano per l’intero weekend nel centro nevralgico di una città, che da sempre dimostra una capacità di trasformazione e ha l’orecchio teso verso la musica del futuro.

Grandi leggende e nuove stelle della musica, confermano TODAYS tra i festival imperdibili più ambiziosi della stagione estiva italiana, appuntamento di richiamo da tutta Europa con una line up esclusiva e location inusuali. Quella del 2019 è stata un’edizione senza confini: in cartellone solo artisti internazionali per raccontare nuove visioni e lontani orizzonti.
Senza confini anche per l’importante aumento di pubblico proveniente da fuori città e regione (48,2%) e soprattutto dall’estero – circa il doppio rispetto al 2018 – in particolare da Inghilterra, Belgio, Francia, Germania e anche Stati Uniti. Grazie a Eurosonic, il più grande network professionale di radio e televisioni pubbliche del mondo, alcuni concerti sono stati trasmessi sulle radio nazionali in 52 nazioni europee, Nord Africa e Medio Oriente fino a raggiungere oltre 500 milioni di potenziali ascoltatori.

Oltre 35 ore di musica, arte e performance e 26 artisti tra i più noti da tutto il mondo, dei quali 20 in data unica italiana e per la prima volta a Torino e 3 anteprime europee, per scoprire musica fuori dall’ordinario, capace di andare oltre il convensionale. Musica perfetta per menti aperte e cuori che non si arrendono.

TODAYS, evento della Città di Torino è stato segnalato da tante testate nazionali tra i migliori appuntamenti dell’estate in Italia con il merito di immaginare una città-festival che si snoda attraverso location dall’animo forte e incisivo, in periferia. sPAZIO211, l’ex fabbrica INCET, la galleria d’arte Gagliardi e Domke, Docks Dora, il Mercato Centrale Torino e il Parco Aurelio Peccei trasformano Torino in un palcoscenico urbano di spazi rigenerati, luoghi di condivisione e aggregazione, dando forma a quella passione pura che anima i quartieri sull’asse nord della città.

La direzione artistica.

Si deve sperimentare ogni cosa se volete apprezzare l’altra, scriveva Mark Twain.
Il leit motiv dell’edizione 2019 di TODAYS Festival è proprio questo: la ricerca imparziale degli opposti per risolvere un equilibrio cui si tende ogni giorno. Il festival diventa la cornice perfetta che lega presente, passato e futuro di ogni spettatore. Così sul palco si ritrovano il soul introspettivo e scuro dei Low, che è ipnosi, cura, apocalisse e rinascita, e le atmosfere gospel di Hozier, quasi un halleluja solare e partecipato; Johnny Marr e Jarvis Cocker, due icone della musica di fine Novecento, nei Duemila prendono direzione diverse: uno sublimando il suo passato e confermandosi leggenda inarrivabile, l’altro calandosi nel suo tempo, sperimentando l’ignoto, tra comizi contro la Brexit e performance sempre più teatrali. Ancora gli Sleaford Mods che aprono l’ultimo giorno con una raffica di invettive e deliri stralunati e il sovrumano Nils Frahm, che non ha bisogno di parole e con le sue note eteree chiude il terzo giorno. E così via. Il festival è un vero e proprio percorso di equilibri, dove anche mondi musicali sconosciuti diventano fondamentali per apprezzare quello che già si conosce. Alla fine, ogni cosa va esattamente al suo posto. O forse ne ha trovato uno migliore.

Il programma.

Per fare la storia devi far suonare la storia: così il festival inaugura con Bob Mould degli Husker Dü e i suoi occhiali appannati, uno che ricorda cosa significa salvare la vita a generazioni intere con il potere dell’essere essenziali. L’elegante ed eccentrico Bradford Cox dei Deerhunter tiene un corso di storia delle idee nel rock, con l’eclettica capacità di non essere mai caricaturale. Jason Pierce, seduto su una sedia d’ufficio dirige la sua orchestra gospel psichedelica Spiritualized, racconta universi paralleli in un live che non è matematica, né perfezione, è un cosmo che si muove e rigenera continuamente. I Ride, inaspettati sostituti dei Beirut, sono una macchina del tempo perfetta per scovare ricordi adolescenziali. La prima notte di TODAYS è un Paradiso tropicale, tutto sold out, dove l’ex fabbrica Incet si trasforma in dancefloor a cielo aperto, tra colori, misticismo, natura, cumbia e elettronica latina d’avanguardia fino alle prime luci dell’alba insieme a Chancha via Circuito, Dengue Dengue Dengue, Wolf Müller aka Bufiman e Interstellar Funk.

Il secondo giorno ci rivela la voce di Adam Naas, che rapisce con i suoi occhi truccatissimi sotto le lenti da sole e una geniale attitudine performativa, sale sul palco da sconosciuto al pubblico italiano e ne scende come una star. È anche l’anteprima esclusiva italiana per One True Pairing, più conosciuto come Tom Fleming dei Wild Beasts, voce profondissima, grandi verità e cappellino da baseball calato sulla fronte. Il set intenso dei Low è un’apocalisse lenta: l’oscurità sul palco non pesa mai, gioca con riverberi, echi infernali e tempi lenti, a cui è impossibile reagire con razionalità. Dall’Happy Birthday cantato alla mamma a “quella” canzone, Hozier regala un coro di voci che è tutto TODAYS. Senza contare l’incredibile e sfegatato fanclub, tra cesti gastronomici, striscioni e unicorni gonfiabili: una festa di integrazione, sociale e generazionale. La seconda notte di TODAYS si chiude conun altro sold out per gli attesissimi The Cinematic Orchestra, eleganti e coraggiosi, sofisticati e mai noiosi, e per gli Art of Noise, una delle formazioni più influenti della storia dell’elettronica.

L’ultimo giorno inizia presto: dalla periferia di Nottingham a quella di Torino, il Parco Aurelio Peccei è l’ideale scenario per gli Sleaford Mods, duo spoken words che anima un pubblico di tutte le età e famiglie a suon di cinismo. Il calare del sole porta in scena i Parcels, band di giovanissimi con una grande passione per il funky e protetti dei Daft Punk, e subito si torna indietro agli anni Settanta facendo ballare tutti. Gli stilosissimi Balthazar, e il loro pop perfetto direttamente dal Belgio, vengono consacrati come una delle più belle sorprese del festival, anticipando due grandi miti della musica britannica: Johnny Marr suona la sua chitarra con una grazia inumana senza mai farlo pesare, spiegando i suoi riff e invitando a emularlo, e Jarvis Cocker che si fa stand up comedian e domanda ai suoi spettatori “qual è la vostra paura più grande?”. E se il giorno non è abbastanza, arrivano la notte e le note portentose di Nils Frahm che saltellando tra pianoforti, tastiere e sequencer incanta il pubblico fino a chiudere un’edizione di grandi prime volte, tutte da ripetere.

“TOdays non racconta più solo l’oggi, non si limita a gettare l’ancora nella contemporaneità per sguazzarci indistintamente, ma interpreta con coraggio quello che sarà, lanciandosi in previsioni, scommesse, osando e allo stesso tempo accendendo quella melanconia che non è disperazione nei ricordi ma propositiva spinta verso il futuro. Todays è una coraggiosa declinazione sentimentale, Todays è quella cosa che tu abbracci una persona accanto con la mente e il cuore, lei se ne accorge e ricambia…perchè c’è una luce che non si spegne mai, come canta Johnny Marr”, commenta Gianluca Gozzi, direttore artistico di TODAYS Festival.

Non solo musica.
Per chi la musica la fa e la ascolta, anche quest’anno i TOlab si sono rivelati fondamentali, per dare voce a nuove idee, a grandi professionisti e artisti, grazie al sostegno e alla collaborazione della Compagnia di San Paolo. Gli Arca Studios di Docks Dora hanno ospitato tre giorni sold out di panel e workshop con ospiti internazionali dedicati ainterazione audio e video, sound design e field recording.
Il Mercato Centrale Torino è stato teatro dei Perfect TO-days, tre appuntamenti gratuiti in collaborazione con la Scuola Holden. Si è parlato di Bruce Springsteen e di cosa significhi avvicinarsi alla musica con i Fast Animals and Slow Kids, delle ispirazioni di Cristiano Godano (Marlene Kuntz) dai Velvet Underground a Beethoven e di poesia nelle parole e musica di Cristina Donà.
La Galleria Gagliardi e Domke, punto fermo della programmazione, ha ospitato il panel dedicato all’auto percezione dell’artista con Dardust e Bianco e l’incontro su come rendere sempre più sostenibili i grandi eventi. Inoltre, più di 1500 persone hanno visitato la mostra fotografica A Blessing in disguise, esposta in Galleria e dedicata alle nuove generazioni punk inglesi.

Un festival sempre più sostenibile.

Grazie al progetto Eco.Reverb, TODAYS è sempre più attento alle tematiche sostenibili: sono state eliminate le cannucce di plastica monouso, la raccolta differenziata è stata organizzata con Amiat, sono state utilizzate solo stoviglie biodegradabili con un risparmio totale di 1 tonnellata di plastica.
La Smat ha offerto acqua potabile gratuita per tutti negli spazi del main stage del festival. Per tre giorni il pubblico di TODAYS ha partecipato alla riduzione dei rifiuti, acquistando insieme alla birra di ordinanza un eco-bicchiere riutilizzabile (oltre 15.000 in totale), grazie a Amico Bicchiere e al progetto Plastic Free Movida di greenTO.

TODAYS Festival nel 2019 non è più solo un evento che parla al presente, tutto può, anzi deve, essere declinato al futuro.

 
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Apr 22


Prende oggi il via il TJF 2018. Un assaggio si è già avuto il 21 e il 22 aprile durante l’Anteprima quando nei mercati (corso Spezia, via Di Nanni, piazza della Vittoria, piazza Foroni e piazza della Repubblica) e nel centro storico si sono esibiti la marching band Bandakadabra accompagnata dalle danze scatenate dei ballerini delle associazioni Lindy Bros e Dusty Jazz.

www.torinojazzfestival.it

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Mar 28


Termina l’attesa dei molti appassionati che in queste settimane hanno chiesto informazioni! Questa mattina, presso le OGR, alla presenza della Sindaca di Torino Chiara Appendino e dell’Assessora alla Cultura Francesca Leon, è stato presentato il programma della sesta edizione del Torino Jazz Festival che si svolgerà dal 23 al 30 aprile.

8 giorni di festival; 250 musicisti; 19 sedi; 8 circoscrizioni; 60 concerti (19 concert e 41 clhub) di cui 40 a ingresso gratuito; 2 anteprime; 40 jazz blitz a ingresso gratuito; 2 marching band; 3 giorni di meeting e 3 di masterclass; 2 mostre; 40 persone coinvolte nell’organizzazione del festival; 40 volontari

La manifestazione, che intende proporsi come evento primaverile internazionale, porterà numerosi artisti a esibirsi sul palco delle OGR, nei circoli jazz centrali e periferici e in diversi teatri e musei dal Piccolo Regio al Conservatorio Giuseppe Verdi a prezzi popolari. Il programma prevede circa sessanta concerti, di cui oltre dieci produzioni originali – tra queste il concerto di Fabrizio Bosso con Banda Osiris e quelli di Carla Bley e Steve Swallow con Torino Jazz Orchestra, Frankie hi–nrg mc con Al Jazzeera e Federico Marchesano Trio con Louis Sclavis – la prima italiana di un’artista iconica, Melanie De Blasio, numerosi spettacoli pomeridiani, aperitivi in musica ed esibizioni serali.

Il Festival è un progetto della Città di Torino realizzato dalla Fondazione per la Cultura Torino, in collaborazione con Fondazione Crt Ogr,  main partner Intesa Sanpaolo e Iren. Sponsor Toyota e Poste Italiane, main media partner Rai, media partner Rai Radio tre e Rai Cultura.

L’edizione 2018 sperimenterà richiami lungo tutto l’anno con appuntamenti musicali e il coinvolgimento delle orchestre di allievi del Conservatorio e della Scuola Civica di musica e gruppi di studenti delle più titolate scuole specialistiche di jazz.

Il TJF vedrà la presenza di musicisti italiani e torinesi con produzioni originali create per il festival insieme a star del jazz internazionale e artisti provenienti da altri mondi musicali. Oltre che dall’Italia, i jazzisti provengono da Austria, Belgio, Bulgaria, Francia, Gran Bretagna, Israele, Norvegia, Stati Uniti e Svizzera. Il cartellone sarà interpretato da grandi “vecchi” del jazz statunitense e da artisti che rappresentano l’evoluzione attuale del jazz nel rock, nella musica elettronica e nei nuovi linguaggi improvvisativi che oggi contengono una forte identità extra-americana.

Il jazz vanta a Torino una lunghissima tradizione. Si tratta di un patrimonio artistico e culturale che ha continuato a vivere in città grazie alla tenacia di piccoli club, alla qualità dei suoi musicisti e al gran numero di appassionati. La sesta edizione del Torino Jazz Festival ne conferma la vocazione e intende essere un tributo a chi ne ha coltivato la passioneannuncia la sindaca Chiara Appendino -. Un festival che vuole soddisfare l’interesse di un vasto pubblico proponendo concerti e appuntamenti accessibili a tutti grazie all’importante sostegno di partner e sponsor che hanno creduto in questa rinnovata sfida culturale. A tutti loro va il ringraziamento della Città”.

Il Festival infatti propone a prezzi popolari (con biglietti che vanno dai 5 ai 12 euro) e ricco di appuntamenti gratuiti (40 concerti sono a ingresso libero) –  si presenta “nuovo” e “fresco” fin dalla veste grafica disegnata da giovani professionisti torinesi.

Importante è stata anche la scelta di organizzare i concerti serali in un luogo simbolo della trasformazione urbana, le nuove OGR, un vitale punto di riferimento di una città come Torino a vocazione internazionale per la cultura contemporanea. Gli spettacoli main pomeridiani (ore 17.30) si svolgeranno al Conservatorio Giuseppe Verdi (26, 28 e 29 aprile) e al Piccolo Regio Giacomo Puccini (27 e 30 aprile).

Torino intende sostenere e promuovere le produzioni e le sperimentazioni musicali chiamando a collaborare tutte le realtà cittadine. I musicisti coinvolti nella rassegna saranno circa 250 (110 concerti main, oltre 130 nei club e 16 nei jazz blitz).

Nell’arco di otto giorni, oltre all’energia degli assoli e delle jam session, si terranno meeting e sonorizzazioni realizzate in aree pubbliche e private, incursioni musicali in luoghi atipici.

​“Ci attendono giorni ricchissimi di musica nei quali Torino sarà protagonista entusiasta del panorama jazz italiano. Per tessere ancora di più questa fitta trama di artisti e di luoghi con il pubblico, la Città ha affidato la direzione artistica al compositore e trombettista torinese Giorgio Li Calzi che insieme al supporto prezioso del sassofonista e compositore Diego Borotti saprà senza dubbio condurre, organizzare e promuovere una kermesse di respiro internazionale originale, aperta alle contaminazioni e capace di coinvolgere la scena jazzistica italiana nel suo complesso – spiega Francesca Leon assessora alla cultura. Nelle otto giornate dedicate alla manifestazione in città si potranno incontrare i grandi interpreti del jazz, nazionali e stranieri, che suoneranno con gli artisti torinesi per animare le sale da concerto, per portare la musica nelle strade e nei mercati e, con i jazz blitz, in molti luoghi dove la musica di solito non arriva. In questi giorni, torinesi e turisti ascoltando assoli, jam session e virtuosismi potranno immergersi nell’atmosfera dei club e percepirne la sostanza.

Un assaggio del TJF 2018 si avrà già il 21 e il 22 aprile durante l’Anteprima quando nei mercati (corso Spezia, via Di Nanni, piazza della Vittoria, piazza Foroni e piazza della Repubblica) e nel centro storico si esibirà la marching band Bandakadabra accompagnata dalle danze scatenate dei ballerini delle associazioni Lindy Bros e Dusty Jazz. 

“Nel segno della diversità il Torino Jazz Festival edizione 2018 annuncia produzioni originali dialogando con il territorio, chiamando grandi maestri del jazz americano come Archie Shepp e rappresentanti della scena europea come Nils-Petter Molvaer, musicisti che hanno mescolato il linguaggio afro-americano con quello del rock, dell’elettronica e della world music. Stiamo lavorando per costruire un festival per una città a cui intendiamo dare un evento culturale che non si esaurisca in soli 8 giorni. Una città che è sempre stata underground, onnivora di musica e di jazz e aperta alle differenze – sottolinea il direttore artistico Giorgio Li Calzi -. Abbiamo in programma dieci concerti alle OGR, sette dei quali sono produzioni originali, come Fabrizio Bosso con Banda Osiris; in apertura il concerto più trasversale, i Radian, alla Mole; concerti pomeridiani nei teatri, come la prima italiana di un’artista iconica, Melanie De Biasio e il ritorno in Italia del clarinettista bulgaro Ivo Papasov, entrambi al Piccolo Regio. Grande spazio sarà dato ai jazz club, che promuovono musica tutto l’anno, nei quali si esibiranno accanto a molti artisti torinesi, i Now VS now di Jason Lindner, collaboratore di David Bowie in Blackstar, il quartetto di Simone Zanchini che rilegge in jazz Secondo Casadei, e il sassofonista Gianni Gebbia con la ritmica torinese di Michele Anelli e Emilio Bernè. Infine, in collaborazione con il consorzio Piemonte Jazz, presentiamo Jazz Meeting, 3 giorni di incontri tra operatori e direttori di festival piemontesi, italiani, internazionali: in sintesi il TJF sarà laboratorio e officina di progetti e interscambi culturali per la città e per la comunità di cui fa parte, e specialmente rivolto a un pubblico sempre più curioso e attento”.

 

Tutte le informazioni sul sito del Torino Jazz Festival

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