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Mar 28


Termina l’attesa dei molti appassionati che in queste settimane hanno chiesto informazioni! Questa mattina, presso le OGR, alla presenza della Sindaca di Torino Chiara Appendino e dell’Assessora alla Cultura Francesca Leon, è stato presentato il programma della sesta edizione del Torino Jazz Festival che si svolgerà dal 23 al 30 aprile.

8 giorni di festival; 250 musicisti; 19 sedi; 8 circoscrizioni; 60 concerti (19 concert e 41 clhub) di cui 40 a ingresso gratuito; 2 anteprime; 40 jazz blitz a ingresso gratuito; 2 marching band; 3 giorni di meeting e 3 di masterclass; 2 mostre; 40 persone coinvolte nell’organizzazione del festival; 40 volontari

La manifestazione, che intende proporsi come evento primaverile internazionale, porterà numerosi artisti a esibirsi sul palco delle OGR, nei circoli jazz centrali e periferici e in diversi teatri e musei dal Piccolo Regio al Conservatorio Giuseppe Verdi a prezzi popolari. Il programma prevede circa sessanta concerti, di cui oltre dieci produzioni originali – tra queste il concerto di Fabrizio Bosso con Banda Osiris e quelli di Carla Bley e Steve Swallow con Torino Jazz Orchestra, Frankie hi–nrg mc con Al Jazzeera e Federico Marchesano Trio con Louis Sclavis – la prima italiana di un’artista iconica, Melanie De Blasio, numerosi spettacoli pomeridiani, aperitivi in musica ed esibizioni serali.

Il Festival è un progetto della Città di Torino realizzato dalla Fondazione per la Cultura Torino, in collaborazione con Fondazione Crt Ogr,  main partner Intesa Sanpaolo e Iren. Sponsor Toyota e Poste Italiane, main media partner Rai, media partner Rai Radio tre e Rai Cultura.

L’edizione 2018 sperimenterà richiami lungo tutto l’anno con appuntamenti musicali e il coinvolgimento delle orchestre di allievi del Conservatorio e della Scuola Civica di musica e gruppi di studenti delle più titolate scuole specialistiche di jazz.

Il TJF vedrà la presenza di musicisti italiani e torinesi con produzioni originali create per il festival insieme a star del jazz internazionale e artisti provenienti da altri mondi musicali. Oltre che dall’Italia, i jazzisti provengono da Austria, Belgio, Bulgaria, Francia, Gran Bretagna, Israele, Norvegia, Stati Uniti e Svizzera. Il cartellone sarà interpretato da grandi “vecchi” del jazz statunitense e da artisti che rappresentano l’evoluzione attuale del jazz nel rock, nella musica elettronica e nei nuovi linguaggi improvvisativi che oggi contengono una forte identità extra-americana.

Il jazz vanta a Torino una lunghissima tradizione. Si tratta di un patrimonio artistico e culturale che ha continuato a vivere in città grazie alla tenacia di piccoli club, alla qualità dei suoi musicisti e al gran numero di appassionati. La sesta edizione del Torino Jazz Festival ne conferma la vocazione e intende essere un tributo a chi ne ha coltivato la passioneannuncia la sindaca Chiara Appendino -. Un festival che vuole soddisfare l’interesse di un vasto pubblico proponendo concerti e appuntamenti accessibili a tutti grazie all’importante sostegno di partner e sponsor che hanno creduto in questa rinnovata sfida culturale. A tutti loro va il ringraziamento della Città”.

Il Festival infatti propone a prezzi popolari (con biglietti che vanno dai 5 ai 12 euro) e ricco di appuntamenti gratuiti (40 concerti sono a ingresso libero) –  si presenta “nuovo” e “fresco” fin dalla veste grafica disegnata da giovani professionisti torinesi.

Importante è stata anche la scelta di organizzare i concerti serali in un luogo simbolo della trasformazione urbana, le nuove OGR, un vitale punto di riferimento di una città come Torino a vocazione internazionale per la cultura contemporanea. Gli spettacoli main pomeridiani (ore 17.30) si svolgeranno al Conservatorio Giuseppe Verdi (26, 28 e 29 aprile) e al Piccolo Regio Giacomo Puccini (27 e 30 aprile).

Torino intende sostenere e promuovere le produzioni e le sperimentazioni musicali chiamando a collaborare tutte le realtà cittadine. I musicisti coinvolti nella rassegna saranno circa 250 (110 concerti main, oltre 130 nei club e 16 nei jazz blitz).

Nell’arco di otto giorni, oltre all’energia degli assoli e delle jam session, si terranno meeting e sonorizzazioni realizzate in aree pubbliche e private, incursioni musicali in luoghi atipici.

​“Ci attendono giorni ricchissimi di musica nei quali Torino sarà protagonista entusiasta del panorama jazz italiano. Per tessere ancora di più questa fitta trama di artisti e di luoghi con il pubblico, la Città ha affidato la direzione artistica al compositore e trombettista torinese Giorgio Li Calzi che insieme al supporto prezioso del sassofonista e compositore Diego Borotti saprà senza dubbio condurre, organizzare e promuovere una kermesse di respiro internazionale originale, aperta alle contaminazioni e capace di coinvolgere la scena jazzistica italiana nel suo complesso – spiega Francesca Leon assessora alla cultura. Nelle otto giornate dedicate alla manifestazione in città si potranno incontrare i grandi interpreti del jazz, nazionali e stranieri, che suoneranno con gli artisti torinesi per animare le sale da concerto, per portare la musica nelle strade e nei mercati e, con i jazz blitz, in molti luoghi dove la musica di solito non arriva. In questi giorni, torinesi e turisti ascoltando assoli, jam session e virtuosismi potranno immergersi nell’atmosfera dei club e percepirne la sostanza.

Un assaggio del TJF 2018 si avrà già il 21 e il 22 aprile durante l’Anteprima quando nei mercati (corso Spezia, via Di Nanni, piazza della Vittoria, piazza Foroni e piazza della Repubblica) e nel centro storico si esibirà la marching band Bandakadabra accompagnata dalle danze scatenate dei ballerini delle associazioni Lindy Bros e Dusty Jazz. 

“Nel segno della diversità il Torino Jazz Festival edizione 2018 annuncia produzioni originali dialogando con il territorio, chiamando grandi maestri del jazz americano come Archie Shepp e rappresentanti della scena europea come Nils-Petter Molvaer, musicisti che hanno mescolato il linguaggio afro-americano con quello del rock, dell’elettronica e della world music. Stiamo lavorando per costruire un festival per una città a cui intendiamo dare un evento culturale che non si esaurisca in soli 8 giorni. Una città che è sempre stata underground, onnivora di musica e di jazz e aperta alle differenze – sottolinea il direttore artistico Giorgio Li Calzi -. Abbiamo in programma dieci concerti alle OGR, sette dei quali sono produzioni originali, come Fabrizio Bosso con Banda Osiris; in apertura il concerto più trasversale, i Radian, alla Mole; concerti pomeridiani nei teatri, come la prima italiana di un’artista iconica, Melanie De Biasio e il ritorno in Italia del clarinettista bulgaro Ivo Papasov, entrambi al Piccolo Regio. Grande spazio sarà dato ai jazz club, che promuovono musica tutto l’anno, nei quali si esibiranno accanto a molti artisti torinesi, i Now VS now di Jason Lindner, collaboratore di David Bowie in Blackstar, il quartetto di Simone Zanchini che rilegge in jazz Secondo Casadei, e il sassofonista Gianni Gebbia con la ritmica torinese di Michele Anelli e Emilio Bernè. Infine, in collaborazione con il consorzio Piemonte Jazz, presentiamo Jazz Meeting, 3 giorni di incontri tra operatori e direttori di festival piemontesi, italiani, internazionali: in sintesi il TJF sarà laboratorio e officina di progetti e interscambi culturali per la città e per la comunità di cui fa parte, e specialmente rivolto a un pubblico sempre più curioso e attento”.

 

Tutte le informazioni sul sito del Torino Jazz Festival

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Nov 03


Come una Falena alla Fiamma (Like a Moth to a Flame) è il grande progetto espositivo che apre il programma di mostre delle OGR di Torino. La mostra sintetizza la doppia anima delle nuove OGR: le radici profondamente legate alla storia della città e del territorio e la vocazione fortemente internazionale, capace di attrarre pubblici, professionalità e partner istituzionali da tutto il mondo. Come una Falena alla Fiamma è un progetto firmato da tre curatori internazionali d’eccezione: Tom Eccles, direttore del Center for Curatorial Studies del Bard College di New York, Mark Rappolt, redattore capo della rivista inglese Art Review, e l’artista britannico Liam Gillick.

Dal 3 novembre al 14 gennaio 2018, la mostra, organizzata insieme alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo – centro per l’arte contemporanea che nel 2017 festeggia i 25 anni della propria collezione –  occupa quasi un terzo dei 9.000 metri quadrati della Manica Nord delle OGR e ruota intorno alla collaborazione e allo scambio con alcune delle più importanti istituzioni museali pubbliche di Torino, tra cui il Museo EgizioPalazzo Madama, il MAO – Museo d’Arte Orientale, la GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea e il Castello di Rivoli – Museo d’Arte Contemporanea, in un gioco di contaminazioni reciproche tra opere d’arte contemporanea e opere dei secoli passati.

Dall’antico Egitto, passando per il medioevo sino all’era della globalizzazioneCome una Falena alla Fiamma si pone l’obiettivo di creare un ritratto di Torino a partire dagli oggetti che la città stessa e i suoi residenti hanno collezionato e, in alcuni casi, prodotto. Guardando a temi e idee ricorrenti nella storia dell’arte e ai modi diversi in cui vecchi concetti possono essere riattualizzati, la mostra ruota attorno a un grande nucleo di opere conservate in alcune delle più importanti collezioni di arte e antichità della città che, per l’occasione, trovano casa alle OGR e, contestualmente, al Museo Egizio e alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo.

Maggiori informazioni:
OGR Torino
Fondazione Sandretto Re Rebaudengo
www.inpiemonteintorino.it

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Ott 01


Con l’apertura sabato 30 settembre delle nuove OGR, riqualificate e restituite alla città da Fondazione CRT, nasce a Torino il Distretto della Creatività e dell’Innovazione, punto d’incontro di mostre, spettacoli, concerti, eventi di teatro e danza, laboratori, start up e imprese innovative. Un luogo che diventa progetto, unico esempio di riconversione industriale in Europa finalizzato a far convivere al proprio interno due anime, quella della ricerca artistica, in tutte le sue declinazioni, e quella della ricerca in ambito tecnologico.

La scintilla che ha dato il via al “Big Bang” è stata innescata da Giorgio Moroder,  featuring the Heritage Orchestra & the Ensemble Symphony Orchestra, con il suo show — in esclusiva italiana e prima europea — An Evening with Giorgio Moroder, uno show studiato appositamente per OGR. Nella seconda parte della serata del 30 settembre sul palco della “Sala Fucine” si sono poi esibiti l’astro emergente Ghali ed Elisa, una delle voci più interessanti della scena musicale italiana.
Il finale della serata è però stato rovinato dal gesto di qualche sconsiderato che ha attivato tra il pubblico uno spray al peperoncino. Il concerto è stato interrotto e il pubblico è stato costretto ad abbandonare la sala.

Ulteriori info e approfondimenti sul progetto delle nuove OGR e sui suoi protagonisti sul sito web www.ogrtorino.it 

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