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Ott 27


L’iniziativa Freedhome rivaluta il ruolo sociale del carcere, il suo vero mandato; l’economia carceraria è un investimento in termini di sicurezza, recupero della legalità, “fuori da ogni buonismo, cementando la sicurezza socialeâ€, sottolinea Luigi Pagano, provveditore regionale dell’amministrazione penitenziaria.

Sedici iniziative di produzione e lavoro carcerario sparse in tutta Italia hanno trovato nel negozio di via Milano 2c a Torino la prima vetrina dei loro prodotti. Freedhome è quindi uno spazio che propone accessori, oggetti di design e produzioni enogastronomiche frutto del lavoro di persone private della propria libertà “portando valore, professionalità ed entusiasmo nel sistema penitenziarioâ€, spiegano i produttori. Un negozio che è anche un racconto che illustra la storia di questa avventura e la qualità che si è saputa realizzare, perché “il giusto deve essere buono per dare continuità ed essere efficaceâ€, ha sottolineato Daniele Buttignol di Slow Food, partner dell’iniziativa.

La sindaca Chiara Appendino, accompagnata dall’assessore alle Famiglie e Pari Opportunità Marco Giusta, ha tagliato il nastro tricolore dell’inaugurazione. “Questo risultato nasce dalla capacità del nostro territorio di fare sistema di fronte a progetti dotati di grande valore sociale. Un’iniziativa che abbiamo ereditato da chi ci ha preceduto e che abbiamo condotto a termine perché crediamo che i buoni progetti si devono portare avanti a prescindere dal colore politicoâ€, ha affermato la sindaca. “Un bellissimo progetto, un grande obiettivo comune condiviso e voluto con forza, che offre l’opportunità a tante persone di uscire dal carcere con un’esperienza positiva e una nuova professionalità acquisitaâ€.

Un progetto maturato cinque anni, un negozio messo a disposizione dall’Amministrazione comunale dipinto e arredato dagli stessi detenuti in due mesi. E, in vendita, prodotti che hanno nomi evocativi: come Banda Biscotti, della Casa Circondariale di Verbania; Sprigioniamo Sapori, della Casa Circondariale di Ragusa; o Dolci Evasioni, produzioni della Casa Circondariale di Siracusa.

Dopo l’inaugurazione, Comune, Amiat e direzione della Casa circondariale “Lorusso e Cutugno†hanno firmato un protocollo d’intesa per lo svolgimento di lavori di pubblica utilità nell’ambito della cura e manutenzione di spazi pubblici urbani, in favore della comunità locale, da parte di soggetti in stato di detenzione. La durata del Protocollo è di circa sei mesi. Le attività saranno organizzate in tre moduli, di sette settimane ciascuno, coinvolgendo per ogni modulo circa trenta detenuti.

Le persone in regime carcerario che beneficeranno della possibilità di lavorare all’esterno del carcere saranno individuate dalla Casa Circondariale; le attività saranno svolte a titolo volontario e gratuito. I costi assicurativi per la copertura di eventuali infortuni e malattie professionali, oltre alla Responsabilità Civile verso terzi, saranno a carico della Città di Torino che si potrà avvalere delle polizze già attive a nome dell’Amministrazione.

La Città di Torino integrerà i moduli di lavoro volontario con attività in regime di lavoro accessorio per la durata di una settimana, attraverso un contributo della Compagnia di San Paolo e la collaborazione della Casa di Carità Arti e Mestieri di Torino che sarà il datore di lavoro ed erogherà i voucher a favore dei detenuti coinvolti. Sempre la Città fornirà alla Casa Circondariale i titoli di viaggio offerti gratuitamente da Gtt.

I detenuti opereranno con la supervisione dei referenti del progetto indicati da Città e Amiat, in costante collegamento con la Casa Circondariale. Amiat metterà a disposizione know how, personale, abbigliamento, adeguate  attrezzature e strutture necessarie.

Dal progetto AxTo, realizzato dall’Amministrazione comunale per accedere ai finanziamenti del Governo per la riqualificazione delle periferie, potrebbero pervenire altri fondi per estendere da 30 a 40 il numero massimo di persone private della libertà personale da utilizzare per ciascuno dei tre moduli e la realizzazione di un programma di sostegno economico temporaneo, rivolto a persone in difficoltà attraverso la forma del lavoro accessorio, o altra forma meno precaria: 70 persone disoccupate, da individuarsi con apposito bando pubblico.

[fonte: TorinoClick]

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Ott 27


Con lo srotolamento di una bandiera tricolore lunga trenta metri da un’autoscala, si è conclusa oggi la cerimonia di intitolazione ai Vigili del Fuoco della piazzola nei pressi della Porta Palatina, tra Corso Regina Margherita e Via XX Settembre, di fronte all’ex caserma dei Vigili del Fuoco, per cento anni sede centrale del Corpo.

Alla presenza di numerose autorità militari e civili, tra cui il Prefetto e il Questore di Torino, ha aperto la cerimonia il presidente del Consiglio Comunale Fabio Versaci, con un pensiero alle popolazioni recentemente colpite dal terremoto. Ha quindi ricordato lo storico legame tra i Vigili del Fuoco e la Città di Torino, soffermandosi sui principali interventi, tra cui quello in occasione dell’incendio del 1997 nella Cappella della Sindone: “intervento riuscito grazie alla lucidità, alla preparazione tecnica e al coraggio, qualità indispensabili al Vigile del Fuocoâ€. “Ma i Vigili del Fuoco – ha concluso – sono vicini ai cittadini anche nella quotidianità, grazie anche ad altre qualità, come l’empatia e la capacità di ascolto: la Città di Torino è loro profondamente grataâ€.

Ha quindi preso la parola il presidente dell’Associazione nazionale Vigili del Fuoco “La fratellanza†– sezione di Torino Luciano Zecchinato, che ha narrato la storia dell’ex Caserma dei Vigili del Fuoco di Corso Regina Margherita 126, attiva dal 1883 al 1993, costruita nei pressi dell’antica fontana di Santa Barbara, patrona dei Vigili del Fuoco, a cui era dedicata anche una Cappella (ora scomparsa) al fondo di Vicolo San Giobbe (l’attuale corso XI Febbraio).

È poi intervenuto il Comandante provinciale dei Vigili del Fuoco di Torino Marco Cavriani: “Questa aiuola, a un passo dal Duomo e da piazza Castello, è vicina alla nostra ex caserma, luogo da cui partivano i pompieri che, nell’Ottocento, si muovevamo con le pompe a mano e poi con quelle ippotrainate. Mi piace pensare che i Vigili del Fuoco abbiano avuto un cambiamento di pari passo alla crescita industriale di Torino. Da quella caserma sono uscite squadre che sono andate ad aiutare ovunque in Italia, dai terremoti alle alluvioni, e in questo periodo sono attive in Italia centrale, in soccorso delle vittime de terremotoâ€.

Ha concluso la cerimonia la Sindaca Chiara Appendino: “È un onore per me rappresentare oggi tutta la Città e poter esprimere a nome e per conto della stessa una profonda gratitudine nei confronti dei Vigili del Fuoco, che quotidianamente operano per la nostra sicurezza, con impegno e con coraggio, pur in periodo si scarsità di mezzi e risorseâ€. Ha quindi ricordato i tanti eroici interventi dei Vigili del Fuoco – tra cui quelli in occasione dei bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale e dell’incendio alle Acciaierie ThyssenKrupp – e altri meno gravosi, come l’apertura della caselle del calendario dell’Avvento ogni anno, in piazza Castello. “Oggi – ha concluso – non stiamo celebrando solo una memoria, ma anche un’idea, o meglio un ideale, che porta con sé valori fondamentali, di cui le vostra gesta, i vostri sentimenti e le vostre divise sono un simboloâ€.

[fonte: Comunicati stampa della Città di Torino]

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