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Gen 25


Luigi Carluccio è stato uno dei pochi esponenti della critica d’arte contemporanea italiana a diventare un punto di riferimento internazionale, tanto da essere chiamato nel 1979 a dirigere il settore arti figurative della Biennale di Venezia.
Meno noto è il fatto che dopo l’8 settembre, in quanto tenente di artiglieria alpina, egli subì un lungo periodo di internamento nei campi di prigionia appositamente istituiti in Germania per gli Italienische Militär internierte (Internati Militari Italiani). Qui Carluccio disegnò costantemente, dal 1943 al 1945, con i mezzi di fortuna che si potevano trovare nei campi.
Nel 70esimo anniversario dell’8 settembre 1943, e in occasione del Giorno della Memoria, il Museo ha deciso di dedicare una mostra al noto critico d’arte, offrendo al pubblico l’occasione di scoprire un aspetto inedito della sua vita di e di approfondire la vicenda degli Internati Militari Italiani (IMI) da sempre poco indagata.
Gli ottanta disegni, esposti in originale e nella loro completezza per la prima volta, raffigurano, come in una sorta di specchio collettivo, la realtà esistenziale dell’internamento dei nostri connazionali. Poche sono le scene di genere: per lo più sono ritratti di compagni e amici, volti e sguardi impietriti, corpi prostrati, simbolo della condizione tetra della prigionia.
L’allestimento è arricchito dalla proiezione a ciclo continuo del film documentario “600.000 no. La resistenza degli internati militari italiani”, realizzato dall’ANCR e dal Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio Regionale nel 2008.
La mostra, coordinata dal Museo, in collaborazione con l’Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza, si è avvalsa della consulenza scientifica di un gruppo di studiosi tra cui Bruno Quaranta, Claudio Vercelli, Marco Vallora e Paola Olivetti.
Progetto dell’allestimento e progetto grafico di Marisa Coppiano.

Museo Diffuso della Resistenza, della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e della Libertà
Contatti: tel. 011 4420786 – info@museodiffusotorino.it