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Giu 10


Nella Sala del Consiglio Comunale, si è tenuta la commemorazione di Giacomo Matteotti, a novant’anni dalla sua barbara uccisione.
Nel suo intervento il Sindaco Fassino, nel ricordare la brutalità e la violenza squadrista, ha sottolineato l’importanza della memoria e del ricordo per mantenere vivo il rifiuto della violenza e per alimentare la coscienza democratica: a novant’anni di distanza c’è il rischio di dimenticare, di lasciar cadere nell’oblio.
Il Sindaco ha poi ricordato come il confino, il carcere, l’esilio, la perdita della vita abbiano costituito il prezzo che Giacomo Matteotti ed molti altri, che come lui non vollero piegarsi al regime, hanno pagato per mantenere in vita un paese che non cedesse al totalitarismo e per difendere valori fondanti come la libertà, la dignità, la democrazia.
Dopo l’intervento di Fassino è toccato a Massimo Salvatori nella sua lectio magistralis tracciare un ricordo ed un profilo dell’uomo e del politico Matteotti, che sposò in gioventù l’attività politica prima come consigliere comunale e poi come sindaco di Villamarzana, in provincia di Rovigo.
Nel 1919 Matteotti è eletto deputato nelle file del Partito Socialista Italiano, dal quale viene espulso nel 1922 insieme a tutta la corrente riformista di Turati, ed approda al Partito Socialista Unitario insieme allo stesso Turati, a Claudio Treves, a Emanuele Modigliani.
La sua attività parlamentare fu sempre indirizzata al miglioramento delle condizioni di vita dei lavoratori, alla loro difesa e venne svolta con grande attenzione ai problemi sociali: la sua visione democratica, soclalista e non violenta della politica gli valse l’ostilità, a sinistra, dell’area massimalista e filo bolscevica.
Il discorso del 30 maggio 1924, in cui denunciò brogli elettorali e violenza contro i candidati democratici da parte di Mussolini e del suo governo, fu quello che gli costò la vita. Ai suoi amici e compagni di partito disse “io il mio discorso l’ho fatto, ora a voi preparare l’orazione funebre per me”.
Il 10 giugno, mentre si recava alla Camera,fu rapito ed assassinato da membri della polizia politica.