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Gen 17


Oltre 500 immagini tratte dall’archivio del Politecnico di Torino.

Attraverso un percorso che alterna grandi classici a opere del tutto inedite, la mostra, a cura di Francesco Zanot, si propone di approfondire la straordinaria complessità e fecondità della riflessione di Carlo Mollino sulla fotografia, situandolo definitivamente nella storia di questa disciplina.

Tra i più noti e celebrati architetti del Novecento, Mollino ha da sempre riservato alla fotografia un ruolo privilegiato, utilizzandola sia come mezzo espressivo, sia come fondamentale strumento di documentazione e archiviazione del proprio lavoro e del proprio quotidiano.

La mostra, a CAMERA Centro Italiano per la Fotografia dal 18 gennaio al 13 maggio, attraversa l’intera produzione fotografica di Carlo Mollino. Il percorso espositivo, il più completo mai realizzato sul tema, indaga il rapporto tra Mollino e la fotografia a partire dalle prime immagini d’architetturarealizzate negli anni Trenta fino alle Polaroid degli ultimi anni della sua vita. Sulle orme del padre Eugenio, ingegnere e appassionato fotografo, Carlo Mollino si è avvicinato a questo linguaggio espressivo sviluppando non soltanto un vasto corpus di immagini a metà tra il canone della tradizione e lo slancio della sperimentazione, ma anche una peculiare coscienza critica che lo ha condotto a pubblicare nel 1949 Il messaggio dalla camera oscura, volume fondamentale per la diffusione della cultura fotografica in Italia e la sua accettazione tra le arti maggiori.

[Fonte: InPiemonteinTorino]

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Nov 19


Photissima quest’anno cambia nome, diventando Photocontainer, e si trasferisce dal 19 novembre al 20 dicembre allo spazio MRF, ex cuore pulsante dell’economia automobilistica torinese.
L’evento che coinvolge gallerie e fotografi italiani e internazionali prevede che gni espositore abbia a disposizione un container per presentare le proprie opere.
Questa sesta/prima edizione è dedicata alla Street Photography un genere fotografico che è da sempre lo specchio della società, delle persone che la compongono, catturate durante la vita di tutti i giorni da occhi attenti alle sfumature dell’umana commedia.
Henri Cartier-Bresson, che con le sue immagini ha contribuito alla nascita della street photography, diceva che per cogliere attraverso l’obiettivo i momenti decisivi della vita è necessario porre sullo stesso piano mente, occhio e cuore.
Essere uno street photographer significa proprio questo: entrare in sintonia con la vita, percepirne gli umori, gli odori, i colori, viverla con intensità per poi cercare di rappresentarla solo dopo averla assorbita.
Photocontainer quest’anno si divide in due sezioni: la fiera, dal 20 al 22 novembre con 23 espositori italiani e stranieri che partecipano con esclusivi progetti artistici, e il festival, luogo d’incontro e riflessione sulla fotografia.

Maggiori informazioni sul sito di Photocontainer

[fonte: ContemporaryArt]

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Dic 21


‘La Città delle Immagini’ è un sito promosso dall’Archivio Storico del Comune di Torino, per illustrare, nel suo complesso, il patrimonio fotografico storico cittadino. Curato da Pierangelo Cavanna, uno dei massimi esperti di storia della fotografia in Italia e da Antonella Russo, allieva di Beaumont Newhall (fondatore degli studi sulla fotografia) e specializzata in Storia e teoria della fotografia negli Stati Uniti.
Il progetto – che ha l’ambizione di diventare con il tempo un vero e proprio portale – contiene schede e letture critiche relative ai fondi e alle collezioni dell’Archivio e degli altri istituti di conservazione torinesi.
“La Città delle Immagini – dichiara il Sindaco di Torino Piero Fassino – vuole essere una porta d’accesso attraverso cui il cittadino, lo studioso e il semplice curioso possono gettare uno sguardo su uno straordinario patrimonio torinese: le raccolte fotografiche storiche di una città che, anche in questo campo, ha svolto un ruolo d’avanguardia. Oggi con il sito forniamo una panoramica che consente di apprezzare la ricchezza e la varietà delle immagini fotografiche raccolte dall’Archivio Storico della Città e dal complesso degli istituti di conservazione di Torino. Lo sviluppo culturale e turistico di questi anni – continua il Sindaco – non può prescindere dal continuo lavoro di studio, valorizzazione e comunicazione del suo patrimonio storico a cui, nonostante le difficoltà, vogliamo continuare a garantire sostegno. Un esempio di aiuto è dato dalle campagne di digitalizzazione che consentono di ampliare e facilitare l’accesso al capitale culturale grazie alle possibilità della rete”.
Il sito è articolato in cinque sezioni: le prime due sono dedicate all’Archivio Storico della Città e ai suoi fondi e raccolte: Collezione Simeom, Giuseppe Ratti, Aldo Bubbio, Dall’Armi Cagliero, La Gazzetta del Popolo, Armando Dupont, Fondi diversi, Ufficio Protezione Antiaerea, Circolo Ricreativo Dipendenti Comunali, Foto Studio Carlo Pozzo, via Roma anni Trenta.
La terza contiene due letture critiche dedicate rispettivamente al celebre dagherrotipo dell’elefante di Torino “L’elefante indiano Fritz nella menageria di Stupinigi” o “L’elefante di Torino che poi morì pazzo” ovvero esotismo e fotografia italiana di metà Ottocento e alla Gazzetta del Popolo (Oltre la notizia. Tracce del secolo breve)
Nella quarta compaiono le schede di 28 fondi fotografici torinesi, ciascuna corredata di informazioni su natura e consistenza del patrimonio e di riferimenti e contatti.
La quinta e ultima, infine, intitolata ‘Grandi mostre’, tratteggia quarant’anni di attività espositiva fotografica a Torino e include analisi e ricezione critica di alcune mostre fotografiche ritenute di grande importanza per lo sviluppo della cultura fotografica italiana (The Family of Man 1959, Steichen il fotografo 1965, Combattimento per un’immagine 1973, I platini di Irving Penn 1975, Fotografi del Piemonte 1977, Cultura figurativa e architettonica 1773-1861, Mario Giacomelli 1992, Mario Gabino. Dal paesaggio alla forma 1996).
“Il senso del progetto della sezione dedicata alle collezioni dell’Archivio Storico della Città sta nella sua doppia intenzione comunicativa – spiega Pierangelo Cavanna – e nello sforzo, che crediamo riuscito, di coniugare la scientificità delle descrizioni degli importanti fondi fotografici considerati con una esplicita funzione didattica, per ricordare anche al più ampio pubblico dei non specialisti quanto la fotografia sia stata e sia ancora una delle fondamentali forme della memoria della società contemporanea e, di conseguenza, di come le fotografie storiche nella loro materialità di oggetti analogici facciano parte a pieno titolo del patrimonio da conservare e conoscere, in particolare in un luogo come Torino, che ha svolto un ruolo fondamentale nella storia della cultura fotografica italiana. Per raggiungere questi obiettivi è stato determinante il mutamento di logica del progetto editoriale: dalla materialità del libro alla virtualità del sito, aperto a una estensione potenzialmente infinita dei destinatari.”
“Il sito web è nato da una serie di conferenze su fondi fotografici conservati nell’Archivio Storico della Città di Torino e dalla constatazione emersa durante quegli incontri della necessità di dotare studenti, studiosi e appassionati di fotografia di uno strumento atto a orientare sul patrimonio, la consistenza e la storia delle collezioni fotografiche pubbliche raccolte a Torino – sottolinea Antonella Russo -. Il progetto colma un vuoto. È insieme un censimento dei fondi fotografici dell’ASCT e delle collezioni fotografiche dei maggiori musei, biblioteche e istituti di conservazione torinesi ma tratteggia anche la storiografia dell’attività espositiva fotografica che ha visto impegnati eminenti direttori di musei e critici d’arte torinesi a partire da metà anni cinquanta del secolo scorso. L’intento è quello di offrire non solo un repertorio, una mera raccolta di dati e immagini, ma anche di fornire esempi di analisi storica sulla fotografia, completi di una serie di approfondimenti pensati sotto forma di schede: “L’elefante indiano Fritz” 1850c proveniente dalla Collezione Simenon e il fondo fotografico de “La Gazzetta del Popolo”. Un glossario istruisce il lettore sull’apprendimento della terminologia e sui vari procedimenti fotografici, mentre una bibliografia guida il ricercatore in eventuali e ulteriori approfondimenti”.

La Città della immagini costituisce uno strumento innovativo nel campo della conservazione e catalogazione dei beni culturali, un modello a cui potrebbero in futuro misurarsi archivi fotografici di altre città italiane. La vera sfida che si pone ai curatori di questo importante esperimento è di procedere a ulteriori evoluzioni del progetto che consentano, oltre che di continuare nel lavoro di conservazione e promozione attiva degli ingenti fondi fotografici, di pensare anche nuovi modi di condivisione attraverso le molteplici ramificazioni del web.

Il sito è inoltre corredato da un glossario di termini fotografici e da una ricca bibliografia.
cittadelleimmagini.comune.torino.it

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