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Dic 30

Uno sguardo al futuro della città con qualche cenno al passato e ad alcuni passaggi chiave degli ultimi dieci anni, un occhio al domani senza perdere di vista i temi più caldi del presente. È l’ultima volta che Sergio Chiamparino, nella veste di sindaco di Torino, incontra i giornalisti per gli auguri in occasione delle festività di fine anno. Appuntamento tradizionale che, come sempre accade, si trasforma in occasione per fare bilanci e, soprattutto, parlare degli argomenti più controversi legati alla vita della città. Non ha intenzione di trasformare la sua chiacchierata in un bilancio di mandato, almeno nelle intenzioni dichiarate, ma non perde l’occasione per ricordare che la London School of Economics ha individuato proprio in Torino un esempio di gestione vincente della riconversione industriale attraverso le trasformazioni urbanistiche. Un processo che ha attraversato tre mandati amministrativi e si è basato su leve fondamentali come “la forte scommessa della città sul rinnovamento e su se stessa, senza tagliare le proprie radici e, soprattutto, lo sforzo di tenere sempre insieme lo sviluppo e la coesione sociale. Un fatto quest’ultimo che rende Torino differente da altre città”. Cambiamento e nuove opportunità. Un dato su tutti citato per evidenziare il successo delle politiche legate al rilancio economico della città, quello recentemente diffuso sul turismo.”Torino è risultata la seconda città italiana per numero di prenotazioni in occasione delle festività di fine anno e – ha aggiunto il sindaco – proprio nel 2010, con oltre 3 milioni e 600 mila pernottamenti, è stato abbondantemente superato il record di presenze registrato nell’anno olimpico”.
Ancora a proposito di rinnovamento e nuove opportunità, il sindaco ha parlato del Palazzo del Lavoro, uno degli esempi “più tristi” che, da ricordo di un’epoca d’oro, si è trasformato in elemento di degrado urbano. Ebbene, proprio sul complesso di via Ventimiglia saranno investiti da parte di privati 150 milioni di euro e l’operazione avrà sviluppi occupazionali per oltre mille persone.
In tema di occupazione, il sindaco ha ricordato che nell’anno di Italia 150 Amiat potenzierà i propri servizi assumendo lavoratori da categorie disagiate e che un’altra partecipata del Comune, il Gruppo torinese trasporti, reintrodurrà la figura del bigliettaio dalla prossima primavera sulla linea 4. Nuovi assunti svolgeranno le funzioni di controllo e vendita dei biglietti dalle 7 alle 20, orario in cui si conta una percentuale di “portoghesi” intorno al 20%.
Tra gli argomenti affrontati dal sindaco non poteva mancare quello del debito. Riferendosi al recente giudizio sull’affidabilità finanziaria del Comune di Torino espresso da Standard & Poor’s, Chiamparino ha sottolineato che “in un periodo durante il quale tutte le società di rating tendono ad abbassare l’outlook, Torino è passata da prospettive negative a stabili, perché può contare su una squadra affidabile dal punto di vista della gestione delle risorse. A Torino non servono leggi speciali, perché la situazione non è comparabile a quella di altre città. Il nostro è un debito finalizzato, utilizzato per realizzare progetti. Finanziare la metropolitana a debito non è solo necessario, ma giusto”. “Giusto – ha detto Chiamparino – soprattutto se pensiamo che è un investimento sul domani, per i nostri figli”.
Certo, l’affidabilità finanziaria non risolve i problemi di bilancio anche perché in vista del Preventivo 2011 occorre fare i conti con gli oltre 40 milioni di tagli e trasferimenti statali più il concorso alla riduzione del debito richiesto dalla manovra governativa, ma – ha sottolineato il primo cittadino – “non lasciamo le casse vuote agli amministratori che ci succederanno perché tutte le manutenzioni straordinarie sono già finanziate a tutto il 2012”.
Qualche parola è stata spesa dal sindaco anche per le società partecipate. “Devono essere valorizzate, mantenendo il controllo pubblico. Ma – si è chiesto Chiamparino – perché i privati possono mantenere il controllo societario pur possedendo quote di molto inferiori al 50%? Perché tenere immobilizzate risorse invece di investirle, ad esempio, nella costruzione di asili?”.
Sui tema della povertà e della marginalità (che la recente morte dei due homeless ha prepotentemente riportato d’attualità) il sindaco si è detto convinto che è preferibile rafforzare le strutture di operatori specializzati, piuttosto che distribuire casualmente aiuti perché, nonostante la buona volontà, si potrebbero avere effetti contrari a quelli desiderati.
Non è mancato un pizzico di polemica su centro storico, viabilità e Ztl. “Come è possibile non capire – si è chiesto il sindaco – che i positivi risultati del settore turismo sono anche legati alla pedonalizzazione di aree del centro storico? Il centro storico cittadino è il più grande centro naturale commerciale d’Italia, aperto tutti giorni, festivi compresi, dalla 10.30 in poi. E invece lo si dipinge come irraggiungibile per colpa della Ztl”.
Parlando di Fiat e contratto, il sindaco si appella al senso di responsabilità dei lavoratori perché “Torino non può permettersi di perdere gli investimenti destinati dalla Fiat a centri di ricerca e stabilimenti produttivi”.
Qualche parola anche sull’apparente freddezza con cui la città si sta preparando alle celebrazioni per il centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia. “Una situazione – ha detto Chiamparino – che mi ricorda quella della Torino olimpica, quando fino alla vigilia dell’arrivo della fiaccola il canton dij barboton vantava in città una larga maggioranza, poi sappiamo come sono andate le cose”.

[fonte: TorinoClick]

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