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Ott 20


Liberamensa nasce nel 2008 dalla scommessa della cooperativa Ecosol di coniugare offerte di qualità nel campo della ristorazione con il concreto impegno sociale di offrire opportunità di reinserimento attraverso la formazione e il lavoro a persone in stato di detenzione. In questa logica sono nati servizi di catering e di gastronomia, un panificio (“Farina nel sacco” in Via San Secondo 10/F) e un vivaio dove si produce zafferano. A fianco di queste produzioni Ecosol, insieme alla Direzione della Casa Circondariale Lo russo e Cutugno (ex Carcere delle Vallette), ha deciso di aprirsi a un nuovo progetto: Liberamensa, Ristorante in carcere. Un luogo pensato e realizzato con il contributo fondamentale della Compagnia di San Paolo e dello studio di architetti U.d.A. degli architetti Andrea Marcante e Adelaide Testa promotori, a titolo gratuito, di questa iniziativa che mira a introdurre l’architettura degli interni in un luogo “debole” per antonomasia quale il carcere. Il progetto architettonico non intende cancellare l’identità dei luoghi, ma piuttosto sovrapporre ad essi un nuovo codice estetico in grado di dialogare con le preesistenze e di rendere armonioso ciò che normalmente viene trascurato, a tal fine nulla di ciò che esisteva è stato rimosso ma è stato semplicemente arricchito e migliorato. Per i materiali e gli arredi, forniti da importanti aziende italiane e straniere, ci hanno pensato le numerosi sponsorizzazioni tecniche che hanno deciso di partecipare a questo progetto.
Il ristorante offrirà un menu degustazione e vedrà impegnati direttamente i detenuti, sia nella preparazione dei piatti che nel servizio. Particolare attenzione è stata posta nella scelta delle materie prime: oltre alle produzioni interne di pane, pasta fresca, dolci, zafferano ed erbe aromatiche troveranno spazio altri prodotti di piccoli produttori locali.

Liberamensa, Ristorante in carcere.

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