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Apr 28




E’ iniziato il 26° Torino Glbt Film Festival – Da Sodoma a Hollywood, che si terrà fino al 4 maggio. Cornice dell’inaugurazione l’Uci Cinemas Lingotto, Sala 6, in Via Nizza 262.

A precedere i filmati la voce di Noemi che ha presentato in concerto acustico alcuni brani del nuovo album RossoNoemi, tra cui il singolo Vuoto a perdere scritto da Vasco Rossi e Gaetano Curreri, canzone che è già un grande successo discografico di questa stagione.

Tra gli ospiti della serata anche l’on. Anna Paola Concia, che recentemente a Roma è stata vittima insieme alla sua compagna Ricarda Trautmann di aggressioni verbali omofobe. Alle due donne l’assessore alla Cultura Fiorenzo Alfieri ha consegnato una medaglia della Città di Torino.

Sul palco anche il primo ospite cinematografico: l’attore Björn Kjellman, protagonista del film di apertura Four More Years della svedese Tova Magnusson-Norling.
Bjorn interpreta nel film il quarantenne David, protagonista della commedia, uno dei leader del partito liberale che ha appena perso le elezioni e si sente attratto da un suo collega dell’opposizione socialdemocratica.
A introdurre il film di apertura il divertente cortometraggio animato Au Commencement del belga Laurent Leprince.

Per informazioni e prevendite www.tglff.com

[fonte: TorinoClick]

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Apr 28




La personale del poliedrico Evgen Bavcar, sloveno di nascita e francese d’adozione, è stata inaugurata al Pav- Centro Sperimentale d’Arte Contemporanea.
Laureato in filosofia alla Sorbona di Parigi, Bavcar, 49 anni, è uno degli autori più apprezzati nel campo della fotografia internazionale.
Protagonista di seminari di estetica in tutta Europa è conosciuto soprattutto per i suoi scatti provocatori: immagini realizzate da un ipovedente.
La mostra ospitata a Torino, dal titolo Il corpo che guarda, presenta una serie di fotografie – alcune stampate altre proiettate sui muri – e un video-documentario che descrive i processi di creazione ed elaborazione utilizzati dall’artista.
Per Evgen Bavcar la visione precede la vista. Il buio diventa lo scenario su cui proiettare le esperienze della quotidianità, metafore umane che prendono forma di bagliori e riflessi. Ed è proprio nell’oscurità notturna che l’artista – con l’aiuto di luci portatili per illuminare i soggetti (ritratti, nudi e paesaggi) e la descrizione di terzi per ricostruire l’immagine che egli ha in mente – realizza i suoi scatti.
Bavcar usa la macchina fotografica ricostruendo, volta per volta, la sua primitiva relazione con la luce e, allo stesso tempo, rapportandosi con i rumori e i profumi che individua negli spazi circostanti. “La dimensione propria della camera oscura è dunque per Bavcar la caverna di Platone – spiega Claudio Cravero nel testo critico che accompagna la mostra -, quel mondo in cui la fotografia esiste prima della sua stessa nascita perché dimora nelle ideeâ€.
Esaminando la raccolta, esposta in via Giordano Bruno fino al 29 maggio, si avverte come l’artista intenda la conoscenza del mondo: un processo corporeo complesso e non una somma di sguardi, una percezione sensoriale, un’elaborazione cerebrale, filtrata dalle emozioni e in costante rapporto con la memoria. “Contrariamente a quanto è comune pensare – scrive ancora Cravero -, anche i ciechi guardano e, utilizzando un’espressione dell’artista “questo avviene attraverso l’occhio invisibile, il terzo occhioâ€. Poiché se l’occhio di un non-vedente corrisponde in un primo momento all’intero corpo, pensato ma soprattutto agito nello spazio, è in realtà un occhio interiore a guardare. Si tratta dello spirito, lo spirito di un corpo che guardaâ€.

Le opere saranno allestite nella serra e nella project room.

PAV – Parco d’Arte Vivente
Centro sperimentale d’arte contemporanea
Via Giordano Bruno, 31 – Torino
telefono: 0113182235
mail: info@parcoartevivente.it
www.parcoartevivente.it

Ingresso: da mercoledì a venerdì, ore 10–13; 15–18; sabato e domenica 12–19.
Intero 3 euro, ridotto 2 euro, gratuito per Abbonamento Torino Musei e Torino+ Piemonte Card.

[fonte: TorinoClick]

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Apr 28




Esatta e evocativa, come i calcoli che portavano il ’maestro’ a realizzare le sue alchimie architettoniche, la scelta del curatore Carlo Olmo di ambientare la mostra su Pier Luigi Nervi a Torino Esposizioni si rivela più opportuna che mai.
“Pier Luigi Nervi – architettura come sfidaâ€, che inaugura fra poco (mentre scriviamo fervono ancora i lavori nel padiglione C) è la sezione torinese di un percorso articolato, partito da Bruxelles e approdato a Venezia e Roma – e dopo la tappa torinese sbarcherà in Cina e negli Usa. Del resto, gli studiosi che si sono dedicati ad approfondire l’opera del genio del cemento armato (“E’ il più bel materiale che l’umanità abbia mai inventato†soleva dire) si trovano alle prese di volta in volta con il Nervi progettista, ingegnere, architetto, ma anche costruttore e imprenditore, tanto da coniare l’espressione ‘sistema Nervi’. Un sistema che partiva dall’impresa di costruzioni (la Nervi&Bartoli, fondata insieme al cugino) e che attraverso la progettazione arrivava fino alla costruzione degli ultimi dettagli, segnando la Torino del dopoguerra, con la ricostruzione di edifici e servizi. Ma il sigillo di quel modo di progettare, organico e ardito allo stesso tempo, ha comunque fatto sì che le opere di Nervi, anche quando si trattava di un deposito per la rete del trasporto pubblico cittadino, diventassero delle icone.
E’ così che a Torino Esposizioni se ne celebra l’opera: con l’esposizione dei progetti più famosi (vale la pena visitarla anche soltanto per soffermarsi davanti ai disegni autografi); esplorando il suo rapporto con la committenza industriale e gli architetti del suo tempo (la sfida con Carlo Mollino, le lettere con Giò Ponti, che riuscì a fargli cambiare idea sul Palazzo del Lavoro); e prospettando rifunzionalizzazioni possibili per edifici-simbolo di un’epoca (esposti i progetti di studenti di architettura che reinventano ad esempio, proprio Torino Esposizioni).
Pier Luigi Nervi si considerava soprattutto un architetto: le lauree honoris causa che gli furono attribuite sono sempre state in architettura, e persino il Papa (Paolo VI, che lo chiamò a disegnare la pontificia Sala delle Udienze) si rivolse a lui apostrofandolo con il titolo di “architettoâ€.
Oltre alla mostra, gli organizzatori hanno previsto dei tour in esterno per visitare il deposito Gtt di via Manin e il Palazzo del Lavoro, forse l’opera nerviana più conosciuta dai torinesi, condotti da studiosi, che durante il tragitto svelano curiosità e aneddoti (pochi sanno che il Palazzo del Lavoro fu l’esito di un concorso, cui partecipò anche Carlo Mollino, ma che fu vinto da Nervi che riuscì a realizzarlo in 17 mesi).
La mostra aprirà al pubblico il 29 aprile, con orario continuato dal lunedì alla domenica (chiuso il martedì) e prolungamento serale dell’orario, fino alle 21, il venerdì.
I tour guidati si svolgeranno di sabato: il 7 e 21 maggio, il 4 e il 18 giugno e il 16 luglio.
Per informazioni: www.pierluiginervi.org, tel. 348.7150322

[fonte: TorinoClick]

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