Le OGR, Officine Grandi Riparazioni, diventano anche uno spazio televisivo con la diretta del programma di Fabio Fazio e Roberto Saviano, Quello che (non) ho.
Il luogo in cui si è scelto di fare Quello che (non) ho, non è uno posto qualsiasi. E’ uno spazio di quelli che hanno un significato, una profondità, una storia. Uno spazio ingombrante, per certi aspetti, dal quale, se lo si sceglie, non si può e non si riesce a prescindere. Questo spazio sono le OGR, una fabbrica in cui, per un secolo, si sono costruiti e riparati treni. Una fabbrica che ha segnato profondamente la storia sociale e politica di una città intera. Una fabbrica che, con i suoi spazi vuoti, racconta anche oggi un pezzo di storia e di verità, in una città e in un mondo che si evolve verso modelli di vita e di lavoro diversi da quelli che hanno segnato l’intero corso del ‘900. Uno spazio per riflettere, quindi. Verso quali spazi ci stiamo muovendo? Qual è lo spazio che stiamo costruendo per i nostri figli?
«Quando il regista del programma Duccio Forzano è venuto per i sopralluoghi a Torino», ha spiegato Paolo Ruffini, direttore de La7, «ha visto molti altri posti, anche il Regio. A fine giornata lo hanno portato alle OGR ed è rimasto incantato. “Questa è la prima location che avrebbero dovuto farmi vedere, in posto incredibile”, mi ha detto quella sera. Con la scenografia di Francesca Montinaro e la regia di Forzano, questo posto straordinario si è trasformato in una vera cattedrale laica, ben oltre le nostre migliori aspettative».
[Fonte: www.officinegrandiriparazioni.it ]