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Mar 09


In occasione della Giornata delle donne, è stato inaugurato oggi, presso i giardini di Via Verolengo, un monumento dedicato alle operaie della “Superga – Fabbriche Riunite Industria Gomma Torino”, storica fabbrica torinese della gomma; un gesto che vuole intrecciare i luoghi e la loro memoria con i temi del lavoro e della città. Nel corso dei secoli, il monumento è stato la rappresentazione, imponente e ingombrante, di un’azione e una data per lo più dedicata alla storia degli uomini: conquiste, rivoluzioni, studi e cultura.
Rovesciando questo racconto univoco, l’artista Cosimo Veneziano ha deciso di realizzare un monumento dedicato al lavoro delle operaie nel corso del XX secolo.
A partire dal titolo dell’ opera “Questo è dunque un monumento?”, Veneziano solleva una riflessione su tutto il ‘vuoto di memorie’ che accompagna la storia delle donne e in particolare il loro ruolo nel mondo del lavoro. L’artista torinese ha posizionando sulla fontana preesistente di via Verolengo quattro semplici lastre di Cor-ten (cm. 50×100 ognuna) che riproducono i quattro gesti che quotidianamente le operaie facevano nel corso della loro giornata in fabbrica. Come tratti di un disegno a matita, le lastre riproducono solo le quattro azioni che venivano ripetute per inserire il tessuto nella macchina e permettere la cucitura alla tomaia di gomma. Gesti che, dai primi decenni del XX secolo e fino agli anni Settanta, si svolgevano nel Reparto 52 che sorgeva proprio sull’area che ospita il monumento e che, in anni recenti, è stata riconvertita in area verde.
Quelle proposte da Veneziano sono dunque ‘tracce di storia’, spunti di riflessione che partono dal lavoro delle donne e aprono altri interrogativi in merito alla difficile relazione tra i generi e le generazioni, la memoria e lo spazio pubblico.
La fontana scelta dall’artista come supporto dell’opera e realizzata agli inizi degli anni Duemila, ha dimensioni imponenti ed è caratterizzata da una pozza d’acqua e da due ampie ali laterali ed è posizionata nella stessa area dove sorgeva il padiglione 52 oggi è spontaneamente nominata dai cittadini del quartiere: giardinetti Superga. Coniugando luoghi e forme urbane, narrazioni e tempi della Storia, l’azione di Cosimo Veneziano ha permesso a un anonimo arredo urbano di trovare e accogliere una storia importante ma che ancora manca di un riconoscimento collettivo e al contempo sollevare altre riflessioni in merito alla funzione sociale e politica del monumento, del documento e della responsabilità civica di chi decide d’intrecciare alcuni temi centrali del XX secolo con quelli di questo difficile primo decennio del XXI.

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Apr 09



Nel 1578 alcuni cavalieri di Emanuele Filiberto di Savoia trasportarono la Sindone a Torino (allora era custodita a Chambery, in Francia) per abbreviare il viaggio dell’anziano San Carlo Borromeo, che desiderava venerare la reliquia.

Oggi, 18 moderni “Cavalieri della Sindone”, 9 francesi e 9 italiani appassionati di sport equestri, sono giunti a Torino in occasione della nuova ostensione: il loro viaggio è cominciato il 2 aprile scorso, a Chambery.

In questa settimana hanno percorso sentieri, mulattiere e strade di un percorso suggestivo tra le Alpi, scollinando il Colle del Moncenisio a più di 2000 metri, fino ad arrivare in piazza Castello.

Con la scorta d’onore di più di 70 cavalli della Federazione Italiana Sport Equestri, dei Carabinieri e del Nizza Cavalleria, hanno simbolicamente consegnato la Sindone al Cardinale di Torino.

In questa pagina le immagini del tratto di cammino dal Parco del Meisino fino in piazza Castello.

Il viaggio dei cavalieri sul sito www.cavalieridellasindone.org

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