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Mag 04




Una larga porzione del nuovo Parco Dora, sulla Spina 3, nelle Circoscrizioni 4 e 5, è accessibile ai torinesi.

Il grande bacino industriale dismesso – un’area di circa un milione di metri quadrati – non nasconde il passato laborioso, anzi: attraverso segni lasciati volutamente dai progettisti – pilastri, torri degli altiforni in calcestruzzo, scale metalliche – lo enfatizza, arricchendosi di alberi, cespugli, aiuole, aree per il tempo libero e per manifestazioni. Fino a pochi anni fa questo vasto territorio era occupato dagli impianti della Fiat e della Michelin.
L’industria pesante impiegava migliaia di addetti, una rete stradale e ferroviaria interna si innervava in mezzo alle officine, e per necessità produttive si era arrivati a ‘tombare’ un tratto della Dora Riparia. Poi esigenze di ricollocazione e riconversione industriale resero il distretto apparentemente inservibile, fino alla nuova attenzione di Palazzo civico e alle possibilità di utilizzo a uso collettivo concesse dal piano regolatore.

Nel 2003 il Comune affidò quindi inizialmente la progettazione del parco attraverso un bando internazionale al quale hanno lavorato un gruppo multidisciplinare specializzato nella trasformazione di comprensori ex industriali e il paesaggista Peter Latz, figura di spicco nell’ideazione di aree verdi su siti particolarmente compromessi.
Latz è noto per essere stato uno dei primi a occuparsi del recupero del bacino estrattivo e metallurgico tedesco della Ruhr e ha portato sotto la Mole la sua esperienza. Poi, nel 2007 la costruzione del parco è stato inserita tra le opere celebrative per il 150° dell’Unità d’Italia. Così, perseguendo lo spirito di co-finanziamento per un ordine di grandezza di investimenti che sfiora i 70 milioni di euro, Stato e Comune hanno permesso di compiere la realizzazione in più tappe.

Si tratta delle aree Ingest, Vitali e Valdocco, trasformate in un polmone verde destinato nel corso del tempo a divenire meta di passeggiate e relax. Il territorio ex Ingest, con i suoi 47 mila metri quadrati, è il più piccolo delle cinque aree di Parco Dora. Qui sono stati realizzati un giardino pubblico, zone ricreazione configurate con boschetti e prati, una serie di terrazzamenti e un orto all’interno di un edificio, oltre a un laghetto realizzato nelle fosse originarie dei nastri di laminazione.
Al centro dell’area Vitali spicca invece il capannone di strippaggio dove veniva trattato il metallo appena colato. Ora la costruzione è stata trasformata in uno spazio multifunzionale di 12- mila metri quadrati destinato a manifestazioni, mercati e incontri.

Il comprensorio è arricchito dall’installazione di Daniele Fissore Eroica. Eroi noti e ignoti. Dal Risorgimento, il futuro, un percorso d’arte ispirato ai personaggi che hanno fatto l’Unità d’Italia.

Nel settore più orientale del parco, sopra i 73 mila metri quadrati dell’area Valdocco, una grande piazza alberata è invece affiancata da vaste promenade.

Nel resto del comprensorio, ovvero nelle aree Michelin e Mortara e il tunnel stradale che transita sotto il parco e per il riordino complessivo della viabilità, con l’apertura del ponte – i lavori si concluderanno entro la fine dell’estate.

[fonte: TorinoClick]

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Mar 01



Grazie per essere venuti a Torino. Il fatto che partner stranieri scelgano di investire in Italia è sempre una bella notizia; quando poi investono a Torino la soddisfazione è maggiore. Significa che abbiamo saputo presentarci al mondo come un luogo in cui ci sono opportunità di crescita, e che abbiamo lavorato bene.” Così il Sindaco Chiamparino ha accolto Gerard Groener – chief executive officer del gruppo olandese Cório – venuto in Municipio questa mattina per presentare la ‘vision’ dell’imponente progetto che da qui al 2014 trasformerà completamente il Palazzo del Lavoro.
Il gioiello di Pierluigi Nervi recupererà la sua doppia vocazione, quella di porta sud di Torino – e di simbolo del contributo torinese all’unità d’Italia – acquisendone una nuova: quella di “favourite meeting place”, ovvero luogo di incontro e intrattenimento, di shopping e di eventi, uno di quei “places they want to keep coming back to” (luoghi dove si tende a tornare volentieri). Del resto, il colosso olandese sta portando avanti questa mission con successo da dieci anni esatti: partito nel 2001 con shopping center in Olanda, Francia e Spagna, oggi Cório sfiora i 7 miliardi di euro di investimenti in 6 diversi Paesi, tra cui l’Italia, dove oltre a ‘Le Gru’ ha creato diverse Shopville polifunzionali: il Centro Campania a Marcianise (Ce), e lo Shopville Gran Reno in provincia di Bologna ne sono soltanto due esempi. E, ha confermato Groener ”abbiamo intenzione di investire in Italia, nei prossimi 3-5anni, ancora 1 miliardo di euro”.
Un’opportunità che Torino non si è lasciata sfuggire: i lavori di recupero del Palazzo del Lavoro e l’insediamento dei 100 negozi che apriranno all’interno dureranno circa 18 mesi (sarà pronto nel 2014) e saranno contestualizzati con il parco adiacente. A parlare del progetto è stato l’architetto Alberto Rolla, che ha sottolineato il concetto di integrazione fra spazio pubblico e spazio privato (un’immensa piazza pubblica consentirà lo svolgersi di eventi al coperto e nel contempo di ammirare con un unico colpo d’occhio il gioco dei volumi interni) e l’eliminazione della cancellata, che creerà un nuovo dialogo con la sponda del Po.
Così Torino, allo scoccare dei festeggiamenti per il 150 anniversario dell’unità d’Italia, si prepara: il Palazzo del Lavoro, nella notte del 16 marzo “riserverà sorprese – ha annunciato Stefano Ponchia, ad Pentagramma, (che ha acquistato la struttura) – vi aspettiamo per una notte bianca; ma le sorprese non sono finite qui: questo è un Palazzo nato per stupire, e continuerà a stupirci”.
Il Sindaco Chiamparino ha voluto sottolineare il suo compiacimento per “il valore delle idee di questo progetto, di grande qualità e grandi prospettive. Ricordo a tutti che non stiamo facendo un ipermercato, ma riqualificheremo l’intera area, innestando strutture commerciali qualificate. E lo facciamo con partner che questo mestiere sanno farlo bene. Un altro motivo di soddisfazione è che si aprirà la prospettiva, a breve termine, di centinaia di nuovi posti di lavoro”. Una bella eredità da lasciare ai torinesi in chiusura di un lungo mandato amministrativo.

[fonte TorinoClick]

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