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Apr 22


Costruiti su decisione di Vittorio Amedeo II tra il 1717 ed il 1728, per ospitare le truppe di fanteria, gli edifici di San Celso e San Daniele hanno svolto la loro funzione originaria di acquartieramento per quasi duecento anni, divenendo nel corso del tempo anche astanteria militare. Nel XX secolo i Quartieri Militari hanno goduto di fortune alterne: hanno dato riparo alle famiglie più sfortunate colpite dalla Grande Guerra e le loro stanze hanno ospitato sportelli comunali. E poi via via hanno acquisito la fisionomia di un centro di riflessione sugli anni più bui del Secolo breve, nella definizione più autentica dello storico Eric Hobsbawm, con l’apertura del Museo Diffuso della Resistenza. Embrione di quella destinazione finale che oggi raccoglie ben dodici enti culturali con la denominazione comune di Polo del Novecento.

http://www.torinoclick.it/wp-includes/js/tinymce/plugins/wordpress/img/trans.gifPer i due palazzi settecenteschi disegnati da Filippo Juvarra che si affacciano su via del Carmine la data decisiva dell’inaugurazione, alla presenza del presidente della repubblica Oscar Luigi Scalfaro il 30 maggio del 2003, ha segnato in maniera determinante il futuro che si è tradotto negli anni a venire in una vocazione bene definita. Quella di assolvere al compito di accogliere la storia attraverso gli istituti storici e restituire una visione del futuro alle giovani generazioni e ai torinesi. Sul finire degli anni Novanta, emerse dalle associazioni partigiane la volontà di raccogliere le stestimonianze della Seconda Guerra Mondiale e delle sue conseguenze, la Resistenza e la Deportazione. Fu quindi avviato uno studio di fattibilità. Nello stesso periodo avevano preso il via i lavori di ristrutturazione del Palazzo di San Celso, che il Comune aveva destinato a nuova sede per l’Istituto Piemontese per la Storia della Resistenza e della Società Contemporanea e l’Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza.

Progettato e sostenuto dalla Compagnia di San Paolo, dal Comune e dalla Regione Piemonte, il Polo sarà uno spazio costantemente animato per diffondere i valori di cittadinanza e di democrazia, grazie alle esposizioni temporanee, a eventi, mostre permanenti nelle sale studio e aule didattiche e a una biblioteca aperta alla consultazione e al prestito.

Ad aprire non solo idealmente le porte alla cittadinanza e agli studiosi sono intervenuti oggi le autorità cittadine e, nel ruolo di ‘padrone di casa’, il presidente della Fondazione Polo del ‘900, il professor Sergio Soave.

Si tratta di una istituzione, che vede tra i soci fondatori Città di Torino, Regione Piemonte e Compagnia di San Paolo e gli enti culturali partner e risponde allo schema giuridico della fondazione di partecipazione. La Fondazione oltre a occuparsi della gestione degli immobili dei Quartieri Militari Juvarriani – i Palazzi San Celso e San Daniele – coordinerà funzioni e spazi pubblici e svilupperà progettazioni integrate.

L’inaugurazione di oggi giunge al termine di una riqualificazione che esalta l’identità dei Quartieri Militari juvarriani. Infatti tornano a vivere dopo un lungo oblio con un programma dedicato, forte di una squadra di lavoro che opera in una logica di start up. L’ambizione è quella di un’offerta culturale di livello aperta ai giovani, agli studiosi, alle famiglie. Gli argomenti contenuti nel patrimonio documentale conservato  al Centro culturale sono di assoluta attualità: migrazioni, guerra, terrorismi, democrazia, diritti e doveri, emancipazione, Europa, globalizzazione, lavoro, mafie.

Il Polo del ‘900 svolgerà alcune tra le sue attività nei due palazzi storici di San Celso e San Daniele.

Il primo è stato restaurato e aperto al pubblico nel 2003, è già sede del Museo Diffuso della Resistenza, della Guerra, della Deportazione, dei Diritti e della Libertà, dell’Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza, dell’Istituto Piemontese per la storia della Resistenza e della Società contemporanea “Giorgio Agosti” e del Centro Internazionale di Studi Primo Levi.  A San Celso si trovano anche due sale conferenze, di cui una adibita anche a proiezioni, e troveranno sede gli uffici della neonata Fondazione Polo del ‘900 e dell’ANVGD – l’associazione nazionale Venezia Giulia Dalmazia.

Palazzo San Daniele, è stato oggetto di una profonda ristrutturazione funzionale grazie a un investimento di 5 milioni di euro da parte della Compagnia di San Paolo. Ospita gli uffici di otto enti culturali partner (l’Istituto per la Memoria e la Cultura del Lavoro, dell’Impresa e dei Diritti Sociali, la Fondazione Istituto Piemontese Antonio Gramsci, la Fondazione Vera Nocentini, l’Istituto di studi storici Gaetano Salvemini, il Centro Studi Piero Gobetti, la Fondazione Carlo Donat-Cattin, l’Unione Culturale Franco Antonicelli e l’Organizzazione Rete Italiana Cultura Popolare)  e sei associazioni partigiane (l’ANCR- Associazione nazionale combattenti e reduci, l’ANED – associazione nazionale ex deportati nei campi Nazisti, l’ANPI – associazione nazionale partigiani d’Italia, l’ANPPIA – associazione nazionale perseguitati politici italiani antifascisti, l’AVL – associazione volontari libertà del Piemonte e la FIAP – federazione italiana associazioni partigiane).

Durante la progettazione è stata dedicata particolare attenzione ai più piccoli. Mappe tattili, presentazioni nel linguaggio dei segni; fasciatoi, scaldabiberon e la disponibilità di passeggini rendono l’esperienza al Polo adatta a tutta la famiglia.

All’ingresso di Palazzo San Daniele si è accolti nel Salotto del ‘900, uno spazio pubblico nel quale si possono consultare le pubblicazioni sulla storia del ‘900, ma anche portarsi un buon libro da leggere o fare conversazione con altri avventori; uno spazio nel quale gli arredi sono stati disegnati su misura, con costanti rimandi formali al secolo scorso, interpretati in chiave contemporanea. Il resto del piano terra si adatta ai diversi usi previsti, come reading, conferenze, spettacoli teatrali, meeting e mostre temporanee, grazie a un sistema di scorrevoli e di allestimenti su misura mobili, su ruote, e completamente smontabili. Al primo piano trovano luogo la biblioteca e la sale di lettura con sessanta postazioni. L’interrato, Sala Voltoni, nella bella cornice degli spazi originari juvarriani, è immaginato per piccoli eventi.

In tutti gli spazi pubblici vi è la connessione wi-fi.

La biblioteca del Polo

Al San Celso è stata allestita una sala lettura con una emeroteca specializzata in antifascismo e Resistenza e una sala per la consultazione del materiale audiovisivo. Al San Daniele si è accolti nel Salotto del ‘900; al primo piano una grande sala lettura propone a scaffale aperto alcuni temi selezionati dalle raccolte di tutte le biblioteche del Polo: Democrazia, Europa, Globalizzazione, Guerre, Impresa, Lavoro, Mafie, Migrazioni, Pace, Terrorismi sono solo alcuni esempi di ciò che mettiamo a disposizione, non solo in forma di libro, ma anche di periodici – 350 periodici correnti e 17.000 storici – materiale digitalizzato, film e prodotti multimediali.

E’ possibile, passeggiando tra gli scaffali della biblioteca o navigando sui cataloghi online, cercare i libri per prenderli in prestito, accedere alle decine di migliaia di fotografie e manifesti digitalizzati, consultare le carte dei nostri archivi per fare ricerca, preparare la vostra tesi di laurea e di dottorato.

Il Polo per sfogliare la Storia

Con il portale, si apre un mondo multimediale. Per esplorare la storia del ‘900 basterà voltare le pagine virtuali del suo archivio. Attraverso i documenti, le memorie audio, i video, le fotografie, le stampe, i manifesti, gli alberi d’inventario saranno i protagonisti della storia a mostrarsi al pubblico, uscendo dagli scaffali e incontrando i cittadini grazie a un’esperienza di fruizione innovativa e interattiva.

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Mar 01



Martedì 1 Marzo dalle 17.00 presso la sala conferenze del Centro Interculturale della Città di Torino, in Corso Taranto 160, si è tenuto un incontro pubblico di presentazione del progetto “Intercultura al Centro”, sviluppato dall’Associazione ASAI nella sede dello stesso Centro Interculturale, grazie al finanziamento erogato dall’UniCredit Foundation. Oltre al Sindaco Sergio Chiamparino e all’Assessorealla Cultura e al 150° dell’Unità d’Italia, Firoenzo Alfieri, sono stati presenti , il presidente di UniCredit Foundation Maurizio Carrara e il responsabile del Territorio Nord Ovest di UniCredit Vladimiro Rambaldi.

Durante l’incontro sono state presentate le numerose attività finora organizzate. Sergio Durando, il presidente dell’Associazione ASAI ha presentato brevemente le attività previste dal progetto “Giovani l Centro”, tra cui: le attività di animazione rivolte ai bambini del quartiere, i laboratori artistici e linguistici per giovani e adulti, la formazione e l’aggiornamento di varie categorie professionali per imparare a convivere e a interagire positivamente e la a realizzazione di diverse attività a tema interculturale in collaborazione con le più importanti manifestazioni e istituzioni cittadine quali Biennale Democrazia, Torino Spiritualità, Museo Nazionale del Cinema e altre ancora.

I numerosi partecipanti hanno avuto così l’occasione di conoscere attraverso la viva voce dei protagonisti le esperienze quotidianamente vissute al Centro Interculturale. I ragazzi del campus “Giovani al Centro”, gli animatori interculturali, i volontari, i responsabili delle associazioni del territorio hanno raccontato collettivamente una pagina di cronaca felice di Torino.

Da oltre quindici anni il Centro Interculturale della Città di Torino è impegnato a sviluppare il dialogo tra cittadini nativi e migranti e a favorire l’incontro tra le culture del mondo.
Dagli ultimi mesi il Centro si propone in una veste nuova e ancora più ricca di proposte rivolte principalmente ai giovani.

L’intervento del Sindaco Sergio Chiamparino

Tutte le informazioni sul sito del Centro Interculturale di Torino

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Feb 18



Inaugurato l’HUB Multiculturale di via Cecchi 17-19.
Al taglio del nastro erano presenti il sindaco Sergio Chiamparino, gli assessori Ilda Curti e Marta Levi, Antonio Bernardi, presidente Fondazione Vodafone Italia, Nicola Corti, segretario generale di Fondazione Umana Mente (Gruppo Allianz), e Angelo Benessia, presidente della Compagnia di San Paolo.
Nata nell’area dell’ex-officine di via Cecchi angolo via Cigna, la struttura è un incubatore di interventi in cui si concretizzano tre filoni progettuali.
Innanzitutto quello delle attività educative e dell’integrazione sociale di minori italiani e stranieri, attraverso laboratori con percorsi individualizzati e centri diurni.
Secondo filone, quello degli eventi promossi dai giovani e dalle associazioni multi-culturali.
Terzo, quello delle iniziative proposte all’associazio-nismo degli immigrati e alle organizzazioni socio-culturali in genere.
L’Hub, dunque, sarà un crocevia di persone e di opportunità, un catalizzatore di esperienze e di nuove idee destinato a crescere intorno allo Spazio Atelier, nato per accogliere le associazioni, ma anche attività commerciali in grado di generare autofinanziamento e agevolare la sostenibilità futura dell’Hub.

Il progetto è promosso dal Comune di Torino, Fondazione Vodafone Italia, Fondazione Umana Mente (Gruppo Allianz) e Compagnia di San Paolo, che hanno stanziato complessivamente un milione e 450mila euro, utilizzati per ristrutturare 3 dei quattro blocchi che costituiscono l’intera struttura del centro. Le fondazioni Vodafone Italia e Umana Mente forniscno, inoltre, un sostegno tecnico all’associazione Il Campanile – alla quale l’Amministrazione comunale ha concesso la gestione degli spazi di via Cecchi.

All’interno dell’incubatore ci sarà posto anche per i settori dell’Amministrazione comunale, che potranno realizzare progetti propri e in sostegno alle associazioni. Inoltre sarà garantito il raccordo con altri programmi esistenti nel quartiere. “ Questo progetto – ha detto il sindaco Sergio Chiamparino – è la metafora dell’idea di comunità che a me sta a cuore, e rappresenta il modo migliore di concludere il mio mandato. Una città è fatta di attività, di economia, ma soprattutto di persone di età, lingua e colore della pelle diverse, che si incontrano, si conoscono e si portano rispetto”.

“Si concretizza oggi l’impegno preso nel maggio 2009 con il Comune di Torino – ha spiegato Antonio Bernardi, presidente della Fondazione Vodafone Italia – per la realizzazione di un centro per l’integrazione e il protagonismo giovanile, iniziativa che rientra nella nostra strategia di riportare le periferie al centro e rappresenta un caso esemplare di collaborazione pubblico-privato”. “Umana Mente ha deciso di inserire nelle proprie linee guida programmatiche un’attenzione particolare al confronto con le altre fondazioni ed enti di erogazione, nell’ottica di attivare scambi di competenze finalizzati a rispondere al meglio ai bisogni emergenti nel contesto sociale – ha dichiarato Nicola Corti, Segretario generale di Fondazione Umana Mente (Gruppo Allianz)”.

“Con il sostegno al progetto dell’Hub multiculturale – ha affermato Angelo Benessia, presidente della Compagnia di San Paolo – la nostra Fondazione contribuisce non solo a riqualificare e a restituire alla collettività un pezzo importante di città, ma anche a rafforzare la capacità dei giovani di essere protagonisti in una società sempre più multiculturale”.

“La Città di Torino – hanno sottolineato gli assessori alle Politiche per l’integrazione e alle Politiche per i giovani, Ilda Curti e Marta Levi – inserisce il progetto dell’Hub nella più vasta gamma di interventi di riqualificazione dello spazio pubblico, di protagonismo giovanile e di sostegno alle politiche di integrazione. Si tratta di una grande opportunità di rilancio di un territorio grazie non solo all’azione di governo della Città, ma soprattutto per l’apporto dato dall’associazionismo che su quel territorio gravita e che trova nell’Hub multiculturale una nuova dimensione d’azione.”.
Sono trentacinque le associazioni che hanno presentato domanda per poter usufruire degli uffici e degli spazi comuni dell’Hub.

[fonte TorinoClick]

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