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Mar 05



[foto per gentile concessione dell’Associazione SUR]

Non è potuta intervenire Marisela Ortiz, rimasta in Messico a continuare la sua battaglia contro l’orrore delle morti delle giovani donne di Ciudad Juarez. Ma il senso dell’iniziativa si è mantenuto. La Mole Antonelliana è stata al centro della campagna contro il femminicidio Non una di più.
Il programma è stato presentato dal presidente del Consiglio comunale Beppe Castronovo, assieme all’assessore alle Pari Opportunità del Comune Marta Levi e a Gianfranco Crua, portavoce delle Associazioni aderenti all’iniziativa. Crua ha letto un messaggio di ringraziamento dell’attivista messicana per l’iniziativa italiana (hanno infatti aderito, assieme a Torino, anche i Comuni di Bologna, Ferrara, Firenze e Genova).
Per ricordare le migliaia di omicidi e sparizioni avvenute negli ultimi 15 anni a Ciudad Juarez, in Messico vicno al confine con gli Stati Uniti, è andata in scena l’installazione artistica di Laura Fusco. In via Montebello, davanti alla Mole, molte donne hanno interpretato una scena corale di forte impatto. Sdraidate a terra, come se fossero prive di vita, sono rimaste immobili per alcuni lunghi minuti. Nel mentre una voce femminile leggeva ad alta voce alcuni nomi delle donne uccise nella città messicana.
Poi, mentre calavano le luci del giorno, è stata illuminata di rosa una facciata della Mole Anrtonelliana. E non è casuale la scelta del colore rosa. Quando le madri di Ciudad Juarez ritrovano i resti delle figlie assassinate piantano una croce rosa. Un gesto simbolico che è diventato il simbolo mondiale della loro battaglia.
Sulla grande curva mezzana della Mole è stato proiettato con un fascio luminoso bianco lo slogan della campagna in due lingue. Ni una màs affiancata alla traduzione in italiano Non una di più.

[fonte: CittAgora]

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