L’arcivescovo Cesare Nosiglia è stato ospite a Palazzo Civico questa mattina. Si tratta della prima visita ufficiale nella sede dell’Amministrazione comunale da quando monsignor Nosiglia è alla guida della diocesi torinese. Giunto a Palazzo di Città questa mattina qualche minuto prima delle undici, il successore del cardinal Severino Poletto ha trovato ad accoglierlo il sindaco Piero Fassino e il presidente del Consiglio comunale, Giovanni Maria Ferraris.
Qualche parola di benvenuto e, dopo un breve colloquio privato nell’ufficio del primo cittadino, si è svolto l’ incontro in Sala Rossa con gli assessori e i consiglieri comunali.
Davanti ai membri dell’assemblea municipale, l’arcivescovo Nosiglia ha detto che la sua presenza in Sala Rossa deve essere considerata anche come “un gesto di piena disponibilità a far sì che le comunità cristiane possano collaborare con tutte le altre componenti della società con spirito aperto al dialogo, al corretto confronto delle diverse posizioni religiose e non, culturali e politiche di cui è espressione autorevole il Consiglio comunale”.
VolontĂ di confrontarsi e collaborare non sono certo una novitĂ per i rapporti tra Chiesa torinese e amministrazione civica. “I campi su cui la Chiesa e le istituzioni ormai da tempo hanno avviato nella nostra cittĂ un proficuo impegno di collaborazione sono molteplici – ha ricordato Nosiglia – e riguardano aspetti molto sentiti e vissuti dalla gente: la famiglia, il lavoro, i giovani, l’educazione e la cultura, i poveri, gli immigrati.”
Collaborazione senza preclusioni. “La Chiesa – ha aggiunto l’arcivescovo – intende far parte e offrire il suo specifico contributo in questa alleanza, mettendosi in dialogo con tutti senza preclusioni: uomini di cultura e di scienza, della politica, del mondo del lavoro e di ogni realtĂ umana e religiosa, per valorizzare insieme ciò che di buono, di bello, di giusto e di vero ognuno porta con sĂ© e orientare il proprio impegno verso il bene comune.”
Collaborazione nei fatti. “Ho chiesto al signor sindaco – ha detto ancora Nosiglia – di agevolare opportuni tavoli operativi di consultazione e di progettualitĂ concreta nei molteplici ambiti che vedono impegnati nella cittĂ il Comune, le parrocchie e tante realtĂ religiose, civili e culturali, una sorta di “cabina di regia” che permetta di non disperdere le forze, non frammentare le risorse disponibili e mantenere un raccordo stabile anche per affrontare eventuali emergenze, come sta avvenendo per la questione dei nomadi e degli immigrati”.
Collaborazione per sfruttare le mille risorse della cittĂ , è quanto ha evidenziato nel suo discorso il sindaco Piero Fassino. “Serve mettere in campo energie, intelligenze, saperi, competenze, esperienze e buone pratiche. E – ha sottolineato il primo cittadino nel suo intervento – questo significa mettersi in relazione con le tante articolazioni professionali, civili, sociali, religiose di cui la societĂ torinese è ricca. E fare ricorso a quel giacimento di generositĂ , amore per il prossimo, spirito di servizio civico che è costituito dal volontariato, dal no profit, dal terzo settore. E in tale contesto prezioso e irrinunciabile è il contributo che giĂ oggi viene – e sempre di piĂą potrĂ venire – dalla Chiesa, dal mondo cattolico, dalle tante espressioni di impegno sociale, civile, associativo che traggono ispirazione dalle ragioni della fede”.
“Siamo nella cittĂ dei Santi Sociali – ha ricordato Fassino – , la cittĂ in cui uomini illuminati scelsero di scendere in strada per dedicare se stessi al fianco degli ultimi, dei piĂą umili. E il 200° anniversario dei San Giovanni Bosco, che festeggeremo nel 2015, sarĂ l’occasione per rivisitare e restituire alla memoria collettiva della cittĂ un periodo cruciale della storia di Torino e il ruolo essenziale che vi svolse il cattolicesimo sociale. Siamo nella Torino che lungo tutto il Novecento seppe accogliere e integrare chi venne qui a cercare lavoro e dignitĂ e che oggi – ha sottolineato il sindaco – deve accogliere con la stessa apertura di cuore e di mente chi venendo da lontano ricerca qui le ragioni di una dignitĂ di vita o chi è costretto alla fuga o all’esilio dai tremendi conflitti del nuovo millennio”.
Un appello alla collaborazione nel nome del bene comune è venuto infine dal presidente del Consiglio comunale, Giovanni Maria Ferraris, che ha invitato a “superare gli steccati e le divisioni che troppo spesso insidiano i partiti e la dialettica politica, rischiando così di far perdere di vista il fine ultimo e supremo del nostro agire”. “AffinchĂ© i buoni propositi si traducano in buone azioni – ha evidenziato Ferraris – è necessario che la partecipazione politica sappia riscoprire la sua piĂą autentica e primaria vocazione al bene comune.”