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Giu 07


In tutto il mondo, ogni anno nell’ultimo fine settimana di maggio, viene celebrata la Giornata Mondiale del Gioco, un’iniziativa lanciata con successo nel 2003 dall’Associazione Internazionale Ludoteche (ITLA – International Toy Library Association). L’obiettivo è quello di sottolineare il diritto al gioco, (come sostiene la Carta dei Diritti delle Bambine e dei Bambini) per le bambine e i bambini ma anche per gli adulti, per gli anziani, per cittadine e cittadini che, attraverso il gioco, possono recuperare e riscoprire tempi e spazi di qualità spesso dimenticati nella vita di tutti i giorni.
Ogni anno in questa occasione i Centri di Cultura per il Gioco propongono EVENTI che si sviluppano sul territorio cittadino, coinvolgendo scuole, famiglie, associazioni e appassionati; occupando spazi urbani che, anche se per pochi giorni, vengono restituiti al gioco e al piacere di stare insieme.
In Italia l’iniziativa è stata raccolta dal Centro Internazionale di Documentazione Ludoteche di Firenze e dall’Associazione Nazionale delle Città in Gioco (GioNa), di cui Torino è tra i soci fondatori; l’intento è quello di promuovere e raccordare il coinvolgimento di tutte le città, gli enti impegnati a proporre iniziative, feste di piazza, occasioni ludiche, condividendo la Bandiera del gioco (realizzata da un progetto dei ragazzi della scuola secondaria di primo grado Nosengo di Arzano – NA) e l’Inno del gioco (composto dai ragazzi dell’istituto Umberto I di Macerata).
26 maggio – 9 giugno: Giornata Mondiale del Gioco 2013
I Centri di Cultura per il Gioco di ITER propongono quest’anno alle famiglie e ai cittadini torinesi un percorso di gioco che si snoda per la città, una festa all’insegna del gioco e del piacere di stare insieme che prende avvio il 26 maggio, in collaborazione con il progetto URBAN BARRIERA, prosegue nelle ludoteche cittadine, con sfide e proposte ludiche, coinvolge classi di scuole provenienti da tutte le province del Piemonte con il progetto 150 giochi di ieri per domani; infine si apre a tutta la città nei giorni sabato 8 e domenica 9 giugno con l’evento che si svolge in piazza Carignano, in collaborazione con il Festival dell’Oralità Popolare, associazioni e aziende.

[fonte: ITER – Istituzione Torinese per una Educazione Responsabile]

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Giu 07


Flor13, da oggi a domenica 9 giugno, porta un centinaio di espositori provenienti da tutta italia nel “salotto buono†di Torino: via Carlo Alberto, che grazie alla Camera di Commercio si sta trasformando in una strada verde elegante e moderna, con nuovi arredi urbani e installazioni floreali. Il progetto Turin Verd, infatti, ha l’obiettivo di trasformare, attraverso il concorso dei privati, e dei commercianti l’asse della via nella green street di Torino, prevedendone la progressiva naturalizzazione.
Scenario consono, dunque, per la mostra mercato promossa da Nuova orticola che offre uno sguardo creativo sulla floricoltura e sul mercato, offrendo molti spunti per arredare il proprio giardino o l’appartamento con gusto e ricerca della novità. L’evento si chiuderà domenica sera.
Si apre anche il Giardino Birago, un allestimento realizzato all’interno del cortile della sede istituzionale della Camera di commercio di Torino, al numero 16 di Via Carlo Alberto. La selezione Giardino Birago esplora soluzioni e scenari futuri, nell’ambito delle attrezzature per l’esterno: spazio dunque a prototipi e serie limitate di progettisti e artigiani, oltre che di imprese del territorio volte alla sperimentazione e alla ricerca tecnologica ed espressiva.
Nella corte juvarriana verrà poi allestito un “giardino del Vermouthâ€, un giardino cioè in cui sono coltivate tutte le piante per la produzione del vermouth.
Progettato dallo Juvarra, il settecentesco Palazzo Birago è uno dei più interessanti esempi di architettura barocca nel cuore della città. Per la facciata, l’atrio e il cortile il tempo si è fermato, quasi tutto rimane come è stato concepito da Filippo Juvarra. Proprio il cortile testimonia la straordinaria fantasia dell’artista, che ha ideato l’effetto scenografico e teatrale d’insieme, grazie alla struttura curvilinea delle pareti: la facciata sul cortile, curata ed equilibrata, conserva ancora oggi il ricercato effetto “trompe l’oeil†voluto dall’architetto.
Giardino Birago è aperto sabato e domenica dalle 9 alle 19. www.to.camcom.it/giardinobirago

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Giu 07


Dedicato a Giancarlo Pajetta lo spazio verde di via Tripoli all’angolo con via Boston. Nel corso di una cerimonia avvenuta questa mattina, alla quale hanno partecipato Giovanni Maria Ferraris, presidente del Consiglio Comunale, Carlo Bajardi, presidente dell’Associazione ex Consiglieri regionali, Giancarlo Quagliotti e Piero Aceto, rispettivamente presidente e vicepresidente dell’Associazione ex Consiglieri comunali, è stata ricordata l’importante figura dell’uomo politico. All’ omaggio che Torino riconosce a un uomo di forte integrità morale, esponente di primo piano della Lotta di Liberazione, per tutto il secondo dopoguerra protagonista della vita politica italiana e internazionale, parlamentare della nostra città e dirigente del Partito Comunista Italiano, hanno anche preso la parola l’ex sindaco Diego Novelli e la figlia Gaspara Pajetta. A introdurre la cerimonia, alla quale erano presenti gli alunni delle V della Elementare Casalegno e della Violeta Parra, è stato il presidente Ferraris che ha voluto ricordare come Paletta preferisse essere chiamato ‘Nullo’, pseudonimo assunto durante gli anni Trenta, il periodo dell’esilio in Francia, piuttosto che ‘Ragazzo rosso.

Nato a Torino il 24 giugno 1911 in una famiglia benestante, fin da ragazzo espresse le sue idee antifasciste. Studente del Liceo d’Azeglio – insieme a Vittorio Foa, Norberto Bobbio, Leone Ginzburg – si formò leggendo i classici del movimento operaio e i pensatori contemporanei e avendo tra i suoi maestri Augusto Monti.

Con Torino aveva un legame fortissimo. La sua infanzia si svolse in Borgo San Paolo: la mamma Elvira era insegnante elementare alla Santorre di Santarosa. Per essersi iscritto al Partito Comunista fu espulso da tutte le scuole d’Italia e nel 1927, ancora minorenne, conobbe per la prima volta la durezza del carcere, esperienza che ripeterà dal 1933 al 1943, condannato dal regime fascista per “cospirazioneâ€. Svolse un’intensa attività di scrittore e di giornalista e fu più volte direttore dell’Unità e di Rinascita, incarico che esercitava con curiosità intellettuale e passione. Uomo garbato, di grande ironia e meticoloso sul lavoro, Pajetta ha dato molto alla città di Torino e, oggi il capoluogo piemontese, gli ha reso omaggio con l’intitolazione di questo giardino di Santa Rita. Per Diego Novelli, che ha ricordato l’amico fraterno, Pajetta non fu né amendoliano, né riformista, solo “comunistaâ€. La cerimonia si sciolta con l’intonazione di Bella Ciao, da parte del folto gruppo di bambini.

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