preload
Ott 19


Dal 20 ottobre 2012 al 3 febbraio 2013.

La GAM presenta la più grande mostra retrospettiva dedicata a Salvatore Scarpitta (New York 1919 – 2007) sin qui ideata, allestita nella Exhibition Area al primo piano del museo e negli spazi espositivi dell’Underground Project al piano interrato, su una superficie complessiva di 2000 mq. La cura del progetto è stata affidata ad un autorevole comitato scientifico composto da: Germano Celant, Fabrizio D’Amico, Danilo Eccher, Riccardo Passoni e Luigi Sansone.

Salvatore Scarpitta, seppur nato e cresciuto negli Stati Uniti mostra un profondo legame con le proprie origini italiane muovendo la sua carriera fra America, Europa e Italia, dove instaura relazioni profonde con alcune città come Roma, Venezia e Torino. Il suo rapporto con l’Italia è consacrato nel 2005 quando proprio l’Università degli Studi di Torino conferisce all’artista la Laurea Honoris Causa in Lettere e Letterature Straniere. Con questa mostra la GAM intende proporre al pubblico un’antologia mirata di opere dell’artista, considerato tra i più importanti del panorama internazionale, attraverso un attento lavoro di documentazione che ha mosso i primi passi dallo studio di due fondamentali opere custodite nelle collezioni permanenti del museo (Straight Away del 1962 e Rajo Jack Spl del 1964).
La mostra si concentrerà in prevalenza sulle opere degli anni Cinquanta e Sessanta, con un’ampia sezione dedicata ai lavori realizzati con fasce o bende e tecnica mista, alcune tele estroflesse dipinte che testimoniano la tensione a sconfinare fuori dallo spazio pittorico a favore di una resa plastica e tridimensionale. A conclusione del percorso saranno esposte alcune opere realizzate negli Stati Uniti negli anni Ottanta, in cui torna l’apertura di Scarpitta verso l’utilizzo di nuove tecniche e materiali, con l’inclusione di legno e oggetti come slitte. L’energia e il movimento che caratterizzano la produzione di Scarpitta sono ravvisabili in parallelo nella sua passione, mai estinta, per le corse automobilistiche alle quali spesso partecipava. Un’intera sezione della mostra sarà dedicata alle autovetture da lui realizzate, opere capaci di fare rivivere l’atmosfera del mondo dei circuiti della periferia americana e di portare l’arte in un contesto nuovo, diverso ed affascinante.

GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea
Exhibition Area – Underground Project
Via Magenta 31 – Torino
Orario: martedì – domenica 10-18, chiuso lunedì
La biglietteria chiude un’ora prima
Ingressi: € 10 ridotto € 8, gratuito ragazzi fino ai 18 anni
INFO: Centralino tel. 011 4429518

Taggato con:
Ott 10


Da venerdì 12 ottobre alla Galleria d’Arte Moderna di Torino apriranno 4 nuovi cicli espositivi: Surprise, Vitrine, Elisabeth Price in videoteca e Gigi Chessa nella Wunderkammer.

Il nuovo progetto Surprise è un ciclo annuale di appuntamenti dedicati agli aspetti specifici della ricerca artistica torinese tra gli anni Sessanta e Settanta. A curare il primo ciclo è Maria Teresa Roberto, docente di Storia dell’Arte Contemporanea all’Accademia Albertina di Torino. Il progetto intende sondare e mettere a fuoco aspetti e snodi di quel periodo, durante il quale sono state gettate le basi per il riconoscimento artistico di Torino a livello internazionale. Al centro dell’attenzione saranno poste, di volta in volta, singole opere, tracce di percorsi espositivi, progetti inediti, riferimenti a contesti extra-artistici; si tratterà di frammenti eterogenei ma accomunati dal senso di stupore e meraviglia e di intensificazione delle energie vitali tipico di quegli anni. Per incrementare la curiosità e il desiderio voyeuristico dello spettatore, le opere dell’artista protagonista di ogni mostra rimarranno segrete fino alla vigilia dell’inaugurazione. Il primo appuntamento, realizzato grazie al contributo di Miroglio Group, è con Ugo Nespolo in una mostra dedicata agli anni dell’Avanguardia.

Giunto alla sua seconda edizione, Vitrine – progetto originale della GAM di Torino avviato nel 2011 – offre anche quest’anno il suo spazio alla giovane ricerca artistica sviluppata in Piemonte. Il nuovo ciclo è affidato al curatore Stefano Collicelli Cagol, che ha selezionato cinque artiste Paola Anziché (1975), Helena Hladilova (1983), Sara Enrico (1979), Ludovica Carbotta (1982), Dafne Boggeri (1975), legate in modi diversi al Piemonte, nate tra gli anni Settanta e Ottanta e ancora prive di gallerie in Italia. Ognuna, per il suo lavoro, dovrà prendere spunto dalla spazialità fisica in cui ha sede il progetto (per questo si è deciso, a differenza della prima edizione, di non utilizzare l’area prospicente l’Underground Project), dal contesto architettonico del museo e sottolineare la differenza dell’esperienza artistica contemporanea rispetto all’esperienza dell’arte più classica proposta nelle collezioni del museo. Si comincia con Paola Anziché un’artista che indaga le possibilità dell’arte di relazionarsi con ambiti culturali differenti come la bio-architettura, le credenze popolari, i riti antichi e la scienza più avanzata. In occasione della sua partecipazione a Vitrine, Paola Anziché ha realizzato un’installazione che dialoga con l’architettura del museo e lo spazio dedicato al progetto.

La Videoteca GAM presenta per la prima volta al pubblico l’opera video Choir, del 2011 di Elisabeth Price, acquisitata dalla Fondazione CRT per l’Arte Moderna e Contemporanea ad Artissima 18. In Choir, 2011, Elizabeth Price traccia attraverso il linguaggio video un parallelismo tra il rapporto che lega lo spartito musicale, l’esecuzione corale da un lato e la relazione che unisce la timeline di montaggio del video con i materiali d’archivio da cui Price trae le proprie immagini. “Mescolando spezzoni di video tratti da vecchie registrazioni di musica popolare e gospel –  spiega Elena Volpato, Responsabile della Videoteca – con immagini di rilievi lignei tipici dei cori di epoca gotica e rendering digitali di antichi presbiteri, Price fa esplodere, come in un ipertesto, tutti i disparati e contraddittori significati che la storia culturale può stipare in una parola come in un’immagine mostrandocene il convoluto potere associativo, evocativo e, inevitabilmente, politico”. Il video sarĂ  visibile fino al 2 dicembre 2012.

Infine, ma non per importanza, a partire dal 12 ottobre la Wunderkammer presenterĂ  un’inedita mostra con una quindicina di bozzetti realizzati da Gigi Chessa per alcuni degli spettacoli che si svolsero nel Teatro di Torino –  ex Teatro Scribe, opera dell’architetto Giuseppe Bollati, collocato in via Verdi 26, nel centro della cittĂ , a pochi metri di distanza dalla Mole Antonelliana – tra cui spicca L’Italiana in Algeri di Gioachino Rossini allestita per l’inaugurazione nel 1925. 

Maggiori informazioni sul sito della GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino

Taggato con:
Giu 21


Si inaugura, alla Galleria Civica d’arte Moderna e Contemporanea di Torino la grande mostra dedicata a Fang Lijun artista cinese tra i principali esponenti del Realismo Cinico, tendenza sviluppatasi in Cina nel corso degli anni ’90 e concentrata sull’analisi della storia sociopolitica cinese nel corso del Novecento, con particolare riferimento alla Rivoluzione Culturale, fino all’attuale boom economico, trattata con umorismo e ironia taglienti e aggressivi.

Alla GAM viene proposta un’esposizione d’impatto, che restituisce la ricchezza e l’inventiva della figurazione dell’artista, con una selezione di circa 30 opere dalle dimensioni imponenti che appartengono alla recente produzione, a partire dal 2006 fino ad oggi, presentando alcuni lavori mai esposti o terminati appositamente per questa mostra.
Curata da Danilo Eccher, drettore della GAM e realizzata in collaborazione con importanti Istituzioni Cinesi, quali il NAMOC (Museo Nazionale di Pechino) e il Minsheng Art Museum di Shangai, la mostra – ordinata nei due spazi espositivi del museo, l’Exhibition area del primo piano e il GAM Underground project del piano interrato – accoglie il visitatore con un forte impatto visivo, e riesce a restituire i mondi fantastici di un artista che ha dedicato la sua vita alla ricerca dell’incontro dell’UmanitĂ  con la natura.
Gli immensi cieli vorticanti tempestati di insetti e uccelli, topi, farfalle, spesso abitati da volti umani, sia gioiosi sia disperati, sono i primi soggetti nei quali il pubblico si troverĂ  immerso. I dipinti sono grandiosi, ordinati per suggestioni e senza seguire un ordine cronologico, anche se la particolaritĂ  delle opere di Fang è quella di non avere un titolo pur non essendo degli Untitled, bensì è la data (a volte il solo anno, altre anno mese e giorno), a distinguere la sua produzione. Se al primo piano i cieli e l’UmanitĂ  sono predominanti, la sala centrale dell’area espositiva introduce il tema che si troverĂ  poi sviscerato nell’Underground Project, ossia l’intreccio tra la vita e la morte. La morte è infatti soggetto principale di alcune delle opere di Fang Lijun, rappresentata metaforicamente in forma di topi e pipistrelli (Untitled 2011) o larve (2006.7.1) oppure confermata dalla presenza di corpi esangui, cadaveri di personaggi famosi, di protagonisti della Rivoluzione Culturale Cinese o della repressione di Piazza Tian’anmen. In “2010”, grande dipinto di quasi 9 metri di larghezza in mostra al primo piano, si riconoscono tra i caduti il volto di Lenin e i morti della settimana di sangue a Parigi nel 1871. Opere che conservano comunque uno spiraglio vitale, rappresentato dal sorgere del sole, da gioielli sfavillanti o da bambini e uomini in festa.

I lavori di Fang Lijun sono presenti in importanti collezioni private e museali internazionali come il Ludwig Museum di Colonia – una delle prime istituzioni europee, insieme allo Stedelijk Museum di Amsterdam ad aver acquisito le sue opere – la Saatchi Gallery di Londra, e il MoMA di New York, oltre a numerosi musei e istituzioni in Cina.

La mostra, che aprirà al pubblico da venerdì 22 giugno sarà visibile fino al 30 settembre 2012.

Per informazioni: www.gamtorino.it

Taggato con: