Va a braccio, il Sindaco Fassino, parlando con i ragazzi che quest’anno presteranno nella nostra città il ‘Servizio civile giovani immigrati’, progetto innovativo nato 5 anni fa in analogia con il Servizio civile nazionale, ma rivolto a giovani immigrati di seconda generazione.
Nella sala Congregazioni, dove si è tenuto l’incontro ufficiale voluto espressamente da lui per conoscerli personalmente, e augurare loro ‘ buon lavoro’, c’erano Mosaab, Jacob, Romina, Zineb, Landu, Gloria e gli altri che hanno ascoltato, posto domande, si sono fatti fotografare e hanno a loro volta fotografato e intervistato i presenti.
Fassino ha parlato del bisogno per una comunità “di imparare ad essere fraterna”, soprattutto se la comunità in questione è la Città di Torino, dove abitano e vivono circa 50mila romeni, 25mila persone originarie del Magreb, 6mila provenienti dall’Albania e 6mila dalla Cina – solo per citare le comunità numericamente più significative. E rivolgendosi ai suoi giovani interlocutori di tutte le razze, ha detto: “è un’esperienza unica in Italia, è un progetto originale, che rappresenta una frontiera nuova. Siete giovani torinesi, ed è giusto che siate parte di un’azione di impegno civile e solidale”.
Alle domande dei ragazzi (solo tre, ma molto eloquenti) sul futuro, sul lavoro e sui diritti come quello di voto, Fassino ha risposto che ‘i giovani sono il grande tema, e non solo torinese. In tempi in cui per la prima volta nella storia i giovani hanno meno certezze dei loro padri, è nostra responsabilità dare loro certezze, costruire un futuro cui possano guardare con fiducia”. E ha citato tre azioni che a Torino (dove la disoccupazione giovanile tocca il 30%) si sta cercando di attuare: offrire opportunità formative; creare le condizioni per fare di questa Città un grande hub, e ‘continuare a lavorare perché continui ad essere la Città più dinamica d’Italia, una città dove succedono cose’, perché, come insegnava Vittorio Foa, “una società statica è destinata a morire”.
In chiusura il sindaco ha ricordato : “Il fatto che chi nasce qui da genitori stranieri non abbia il diritto alla cittadinanza significa che la legge è vecchia e va cambiata, perché non tiene conto dell’attualità del fenomeno migratorio. Credo che il nuovo governo sia più disponibile ad affrontare la questione, affinché tutti i giovani nati qui possano avere le stesse opportunità ”.
Le Ex carceri Le Nuove, riaprono le porte al pubblico,
in occasione della terza edizione della Biennale di Ars Captiva, Futuro Prossimo / Passato Anteriore, progetto formativo ideato e realizzato dal Comitato Creo, curato da Maria Teresa Roberto e Andrea Cordero.
Il progetto, strettamente legato a Esperienza Italia, ruota attorno ai contrasti: dentro e fuori, libertà e prigionia quotidiana, passato e futuro, sono i temi trattati nei percorsi di liberazione creativa realizzati dagli studenti provenienti dall’Accademia Albertina e da sette istituti superiori a indirizzo artistico di Torino, Biella, Caluso e Pinerolo.
I giovani artisti nell’arco del 2010-2011 hanno lavorato sia singolarmente sia in gruppo interpretando il tema del conflitto attraverso i linguaggi dell’arte contemporanea. Le trenta opere selezionate spaziano dalla pittura alla scultura, dalla videoinstallazione alla performance. Il processo creativo è stato stimolato da workshop con gli artisti torinesi Botto&Bruno, Marzia Migliora e Alessandro Quaranta, i quali hanno invitato gli studenti a riflettere sull’intreccio indistricabile tra memoria e costruzione del futuro.
Dal 14 aprile al 15 maggio, al secondo piano del terzo braccio dell’Ex penitenziario, è possibile vedere le creazioni artistiche, percorrendo i corridoi e le celle che sono parte integrante dell’esposizione, soprattutto per la profonda attinenza metaforica che hanno rispetto al tema del contrasto e del conflitto. Il profondo legame tra ciò che è stato e ciò che sarà , va oltre l’opera creativa, coinvolgendo anche la sfera emotiva e sociale.
La manifestazione comprende Cinema dentro, esperienze cinematografiche nei luoghi di reclusione: un ciclo di incontri e proiezioni, a cura di Valentina Baudino. Interverranno alla rassegna Emanuela Piovano, Anna Gasco, Mimmo e Beppe Calopresti, registi italiani che hanno affrontato il tema della detenzione, sia realizzando film all’interno delle istituzioni, sia lavorando con i detenuti stessi.
Gli orari dell’ edizione 2011 di Ars Captiva sono: dal lunedì alla domenica, dalle 15 alle 19.
www.arscaptiva.it
[fonte: Contemporary Art Torino+Piemonte]