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Ott 29


L’officina dove lavora è un poco come la bottega delle meraviglie. Per carità, nulla a che vedere con l’opulenza e lo sfarzo che trabocca dalle riprese e dalla scenografia di qualche film hollywoodiano, ma la magia e i sogni che riesce a ricreare quelli sì, sono gli stessi. Anzi, di più.
Lui è Rudy, all’anagrafe Rodolfo Marasciuolo, e lavora per la Città di Torino. Giardiniere, ripara tosaerba e decespugliatori, ma quando l’attrezzatura del Servizio Gestione Verde non ha bisogno di sistemazioni, revisioni o controlli, si dedica a quella che è l’attività più ammirata: sono infatti sue le sculture che arredano tanti spazi verdi torinesi. Farfalle, gatti e grilli, biciclette e velocipedi, libri e rose, innamorati di altri tempi con bombetta e cloche, gilet e collane di perle che modella dando una nuova vita a oggetti che altri hanno gettato o abbandonato lungo una strada, in un parco o scaraventato nei fiumi. Vere e proprie opere d’arte.
Marasciuolo però si schernisce :”No, non mi considero un artista – racconta – piuttosto una persona con una buona manualità a cui piacciono le cose belle: i fiori e la natura su tutte”. E sottolinea che la funzione delle sue creazioni vuole essere proprio quella di “attirare l’attenzione sulla bellezza che ci circonda: fioriture, alberi, scorci di città e giardini che troppo spesso attraversiamo senza quasi più accorgerci delle meraviglie che abbiamo intorno. Perché se la bellezza è condivisa – prosegue – si amplifica, come accade quando in una sala cinematografica partecipiamo insieme con gli altri spettatori delle emozioni che ci dà un film”. Per lo stesso motivo Rudy ama le panchine – “Un gesto di gentilezza per tutti”, le definisce – che riprende spesso nelle sue sculture e dove, a volte, come al Parco del Valentino, fa sedere abbracciati in un’immagine fantastica due lampioni, mentre altre, come ai giardini Lamarmora, in una sorta di omaggio a un mondo scandito da altri ritmi, sosta con una rosa in mano l’innamorato in attesa della sua amata.
Coltivata fin da bambino – “un po’ esuberante faticavo a essere costretto in un’aula, fosse alla scuola materna o elementare, e preferivo sperimentare altre abilità”, racconta – la bravura di Rudy si concretizza con le prime realizzazioni in occasione dei Giochi Olimpici del 2006, e oggi è divenuta una presenza costante e attesa dai cittadini torinesi che si affezionano alle sue creazioni e cercano di difenderle dalle manomissioni, fino a protestare quando vengono sostituite o localizzate altrove. “Mi piace spostare le sculture in diversi punti della città e sorprendere i passanti – spiega Marasciuolo – : lo faccio perché non voglio che la gente si abitui”.
Poi, tra una riparazione e l’altra, c’è il tempo per nuovi “progetti”: “inizio e porto avanti più lavori in contemporanea, altrimenti mi sembra quasi che le idee che ho perdano smalto, che la mia inventiva possa finire appannata”. L’ultimo lo ha visto ritagliare a mano 1637 farfalle dai flaconi di detersivo. “Una sorta di esercizio zen”, commenta sorridendo. Non solo per la pazienza occorsa nell’operazione, ma pure nella ricerca dei tanti contenitori di plastica che, una volta esaurita la loro funzione primaria, erano avviati allo smaltimento.
“C’è voluta molta tenacia e passione”, sottolinea Rudy, caratteristiche che accomunano un po’ tutti gli uomini e le donne del settore Verde Gestione, che con impegno e tanta dedizione si occupano del grande patrimonio costituito dai parchi e dai giardini della Città di Torino. Una parte di quel welfare urbano che, anche se non ce ne accorgiamo o finiamo per dimenticarcelo, è così importante per chi abita o trascorre gran parte del proprio tempo in città e che, malgrado i tagli di risorse e al personale, grazie al lavoro di Rudy o di altri come lui, può continuare a meravigliarci riservandoci sempre nuove sorprese.

Le opere di Rodolfo Marasciolo nel fotoblog del 1 luglio 2014

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Lug 01


Con creatività e abilità, i giardinieri, falegnami e fabbri del Servizio Verde Gestione della Città di Torino rendono il verde pubblico più accogliente e bello, dando una nuova vita a rifiuti e materiali di scarto.
In tempi di forti ristrettezze economiche per le amministrazioni locali, pur patendo tale perdurante situazione, occorre ricercare soluzioni, le più economiche possibili, che consentano di ottenere un effetto piacevole per rendere parchi, giardini, piazze sempre più presentabili e accoglienti.
Significativa a tal riguardo l’esperienza del Servizio Verde Gestione del Comune di Torino. Oltre alle aiuole fiorite, possono abbellire il verde anche arredi costruiti con materiali di recupero, come quelli realizzati per diverse manifestazioni torinesi e ora presenti in diversi giardini pubblici.
Chi opera nella manutenzione del verde dispone di svariati materiali: legno, ferro, materiali edili, vetro, cortecce, cartoni, porzioni di piante, radici, rami, foglie, fiori. Riutilizzati con creatività e fantasia, tali materiali possono trasformarsi in opere di pregio, significato e bellezza. Tutto a “costo zero”, aspetto non trascurabile . I giardinieri del Comune di Torino sono da sempre particolarmente abili nel riutilizzare tutto quanto è disponibile per inventare arredi e composizioni, sia per gli ambienti esterni che per gli uffici che per mostre e manifestazioni. Così, una panchina storica, ma fatiscente, viene rimessa a nuovo, pezzi di ferro o lamiera arrugginiti, ripuliti e lavorati, acquistano una nuova forma, un cestino portarifiuti vandalizzato diventa contenitore pervasi, un palo dell’illuminazione pubblica e dissuasori in ferro danneggiati possono acquistare nuove forme. Ugualmente, frammenti di corteccia sono un ottimo rivestimento per vari tipi di arredi, il tronco di piante abbattute viene scolpito a mano per acquistare forme diverse da posizionare ad hoc nell’ambito di un arredo di pregio.
Tali trasformazioni avvengono grazie all’abilità di giardinieri ricchi di fantasia, supportati da falegnami e fabbri del Servizio Verde Gestione che, di volta in volta, in base alle diverse esigenze, inventano e costruiscono opere di valore estetico, fatte per durare, che racchiudono una professionalità storica, risalente al 1870 con la costituzione della prima Giardineria comunale.

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Lug 07


A far paura non ci pensano proprio: se ne stanno quasi al confine della città, nell’aiuola tra corso Regina e corso Lecce, a ricordare malinconicamente un tempo ormai passato. Da qualche giorno due grandi spaventapasseri, sistemati vicino ad alcuni rotoli di paglia, fieno e piante di girasoli, osservano il grande traffico che scorre senza sosta lungo una delle principali arterie cittadine. L ’ambientazione di impronta rurale, una delle più indovinate tra quelle scelte per la consueta sistemazione estiva delle aree verdi dai tecnici e i giardinieri del Settore Verde Gestione della Città , colpisce piacevolmente e affascina chi, anche di fretta, attraversa quella parte di città.
Ma in queste settimane tutta Torino è tornata a colorarsi con i suoi 4mila e 500 metri quadrati di aiuole, inserite in parchi, giardini e rotatorie stradali allestite con oltre 70mila piante di fioritura estiva.
Meritano una menzione particolare – oltre all’aiuola di corso Regina Margherita – gli allestimenti realizzati sul lato sud di piazza Castello, in prossimità dell’ingresso al “Giardino Medievale” di Palazzo Madama;le aiuole di corso Galileo Ferraris, all’angolo con via Cernaia, e l’allestimento di impronta classica del parterre della Villa della Tesoriera.
Le piante utilizzate per la sistemazione estiva delle aiuole sono state interamente coltivate dai giardinieri delle serre dell’Istituto Bonafous di proprietà della Città; rimarranno in aiuola fino al sopraggiungere dell’autunno.

Per maggiori informazioni si può consultare la pagina del Verde pubblico della Città

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