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Mag 25


Lo dicevano Pulici, Claudio Sala, Renato Zaccarelli. Lo dicevano ieri e questa mattina le persone nei bar di via Filadelfia, gli anziani che ancora videro le imprese del Grande Torino, lo dicevano i tifosi in coda per l’inaugurazione del nuovo stadio Filadelfia. La frase ricorrente, intrisa di emozioni, ricordi e speranze, è “siamo tornati a casa”.
Vent’anni sono trascorsi dalla demolizione, quasi trenta dall’ultimo allenamento che il Torino svolse nello stadio che fu di Valentino Mazzola e dove si costruirono le premesse per la vittoria dell’ultimo campionato della squadra granata, nel 1976.
Oggi, dopo la presentazione in anteprima ad autorità, personalità e giornalisti che si è tenuta ieri, l’inaugurazione ufficiale con il taglio del nastro da parte della sindaca Chiara Appendino e del presidente del Torino FC dell’impianto realizzato grazie alla volontà della Fondazione Stadio Filadelfia.
Il sodalizio, costituito da Comune di Torino, Regione Piemonte, Torino F.C. e sette associazioni di tifosi, dal 2006 ha lavorato con l’obiettivo di ridare vita ad un patrimonio di storia e di cultura sportiva, comune non solo ad una città ma ad un intero Paese.
A 18 mesi dalla posa della prima pietra, nell’ottobre 2015, hanno visto la luce due campi di allenamento (il principale può contare su spalti per 4000 spettatori) e il Piazzale della memoria dove si ergono i pennoni dedicati agli Invincibili e ad altri momenti gloriosi della storia del Torino.
E in tema di memoria, fede e passione, il ricordo di tutti è andato a don Aldo Rabino, storico cappellano del Torino, nonché cittadino onorario del capoluogo piemontese, scomparso nell’agosto del 2015.
A lui, uno dei più assidui sostenitori della ricostruzione del Filadelfia, è stata dedicata una targa.
L’intero complesso sportivo ha potuto contare su una disponibilità finanziaria di 8 milioni di euro assicurata da Comune, Regione e Fondazione Mamma Cairo.
La raccolta fondi tra i tifosi, promossa dalla Fondazione Filadelfia per il completamento del terzo lotto destinato ad ospitare il museo della “Memoria Granata” ha intanto raggiunto 800 mila euro. Quando sarà ultimato quest’ultimo tassello, la casa granata si potrà dire ultimata, con la restituzione, a tutta la città di un patrimonio di storia che va oltre i titoli sportivi.

[Fonte:CittAgorà]

Le immagini della posa della prima pietra del nuovo stadio Filadelfia (17 ottobre 2015)

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Ott 04


Per tre giorni, a partire da questa mattina, la Sala Marmi di Palazzo di Città è la bacheca dei trionfi mondiali e di quello continentale del calcio italiano.
Le quattro coppe conquistate dagli azzurri – le due Rimet del 1934 e del 1938, quelle vinte in Spagna nel 1982 e in Germania nel 2006, insieme alla coppa Europa conquistata nel 1968 – sono infatti esposte nella sala aulica al piano nobile di Palazzo civico fino a giovedì 6 ottobre e per tre giorni, dalle ore 8 alle 18 con ingresso libero, offrono ad ogni torinese l’occasione di vivere l’emozione di vedere da vicino i trofei alzati al cielo dai capitani della nazionale azzurra dopo le vittorie più prestigiose.
L’esposizione allestita con le coppe vinte dall’Italia è una delle iniziative organizzate nell’ambito delle eventi  legati all’incontro tra Italia e Spagna, gara valida per la qualificazione ai Mondiali del 2018, in programma giovedì 6 ottobre allo Juventus Stadium.

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Dic 03


E’ stata scoperta questa mattina in via Alfieri 6 una targa commemorativa dedicata alla squadra del Grande Torino. Dal 1929 al 1961 proprio qui la compagine granata ha avuto la propria sede e nell’ufficio al primo piano l’allora presidente Ferruccio Novo ha cominciato a costruire quel gruppo di giocatori che oggi ancora molti tifosi e sportivi ricordano come gli “invincibili”.

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