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Gen 23


La mostra propone un itinerario attraverso il patrimonio storico-culturale dell’Albania dalla preistoria al XVII secolo e consente di riscoprire le componenti europee di alcune delle civiltà formatesi sulla costa orientale del mare Adriatico.

Le 150 opere raccolte nella mostra, organizzata per il centenario dell’indipendenza dell’Albania, raccontano la millenaria vicenda della sedimentazione e della trasformazione della cultura di un popolo che affonda le sue radici nell’età preistorica per poi aprirsi alle influenze greco-ellenistiche, a quelle della Roma imperiale e, nel medioevo, accogliere i segni della civiltà dei comuni italiani, fino all’ingresso nell’orbita dell’impero ottomano.

Le tracce di questa lunga trama storica sono documentate da reperti archeologici di uso comune (vasellame, scultura, bronzi, gioielli) e da oggetti di culto (tra cui uno splendente nucleo di icone) che vanno dal neolitico al XVIII secolo della nostra era e che consentono di ripercorrere idealmente anche i comuni destini dei popoli insediati sull’altra sponda dell’Adriatico, in quella penisola che oggi si chiama Italia.

Se la mostra rappresenta, da un lato, un’occasione per riscoprire le radici europee dell’Albania, dall’altro intende delineare l’antico e profondo rapporto con l’Italia, che da secoli dialoga e collabora con l’Albania e ne accoglie le comunità in diaspora.

Il percorso espositivo, organizzato cronologicamente e curato dal prof. Apollon Baçe, Direttore dell’Istituto dei Monumenti della Repubblica d’Albania, prende avvio dalla preistoria, con oggetti in ceramica, gioielli, armi, statue dell’Antico Neolitico, dell’età del bronzo, dell’età del ferro e del periodo arcaico; vasi, manufatti, statue, ritratti, monete, stele istoriate illustrano l’Antichità, dal periodo ellenistico e romano, sino ad arrivare all’Alto Medioevo. Gran parte di questo tesoro è stato portato alla luce grazie all’opera di ricerca e scavo di archeologi albanesi ed europei, tra cui anche alcuni italiani, come Luigi Ugolini.

Il percorso giunge infine all’epoca bizantina presentando al pubblico una selezione di oggetti della liturgia bizantina, molti dei quali esposti per la prima volta in Italia e realizzati tra il XII e il XVIII secolo: pur nella fissità dei modelli figurativi, le icone presenti in mostra illustrano la ricezione della pittura italiana del Trecento e le trasformazioni apportate dal maestro Onufri e dalla sua scuola, confermando l’estrema permeabilità della cultura albanese.

Maggiori informazioni sul sito di Palazzo Madama

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Ott 19


Dal 20 ottobre 2012 al 3 febbraio 2013.

La GAM presenta la più grande mostra retrospettiva dedicata a Salvatore Scarpitta (New York 1919 – 2007) sin qui ideata, allestita nella Exhibition Area al primo piano del museo e negli spazi espositivi dell’Underground Project al piano interrato, su una superficie complessiva di 2000 mq. La cura del progetto è stata affidata ad un autorevole comitato scientifico composto da: Germano Celant, Fabrizio D’Amico, Danilo Eccher, Riccardo Passoni e Luigi Sansone.

Salvatore Scarpitta, seppur nato e cresciuto negli Stati Uniti mostra un profondo legame con le proprie origini italiane muovendo la sua carriera fra America, Europa e Italia, dove instaura relazioni profonde con alcune città come Roma, Venezia e Torino. Il suo rapporto con l’Italia è consacrato nel 2005 quando proprio l’Università degli Studi di Torino conferisce all’artista la Laurea Honoris Causa in Lettere e Letterature Straniere. Con questa mostra la GAM intende proporre al pubblico un’antologia mirata di opere dell’artista, considerato tra i più importanti del panorama internazionale, attraverso un attento lavoro di documentazione che ha mosso i primi passi dallo studio di due fondamentali opere custodite nelle collezioni permanenti del museo (Straight Away del 1962 e Rajo Jack Spl del 1964).
La mostra si concentrerà in prevalenza sulle opere degli anni Cinquanta e Sessanta, con un’ampia sezione dedicata ai lavori realizzati con fasce o bende e tecnica mista, alcune tele estroflesse dipinte che testimoniano la tensione a sconfinare fuori dallo spazio pittorico a favore di una resa plastica e tridimensionale. A conclusione del percorso saranno esposte alcune opere realizzate negli Stati Uniti negli anni Ottanta, in cui torna l’apertura di Scarpitta verso l’utilizzo di nuove tecniche e materiali, con l’inclusione di legno e oggetti come slitte. L’energia e il movimento che caratterizzano la produzione di Scarpitta sono ravvisabili in parallelo nella sua passione, mai estinta, per le corse automobilistiche alle quali spesso partecipava. Un’intera sezione della mostra sarà dedicata alle autovetture da lui realizzate, opere capaci di fare rivivere l’atmosfera del mondo dei circuiti della periferia americana e di portare l’arte in un contesto nuovo, diverso ed affascinante.

GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea
Exhibition Area – Underground Project
Via Magenta 31 – Torino
Orario: martedì – domenica 10-18, chiuso lunedì
La biglietteria chiude un’ora prima
Ingressi: € 10 ridotto € 8, gratuito ragazzi fino ai 18 anni
INFO: Centralino tel. 011 4429518

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Ott 17


Alla morte dell’impressionista francese Edgar Degas, nel 1917, furono ritrovate nella sua bottega 150 sculture di cera o di terra. Quando l’artista era ancora vivo, erano quasi sconosciute al grande pubblico, a eccezione della Ballerina di 14 anni, presentata all’esposizione impressionista del 1881. Esposta in una vetrina come un esemplare da museo, questa scultura si potrĂ  ammirare insieme ad altre 79 opere nella mostra ‘Degas – Capolavori dal Musèe d’Orsay’, a cura di Xavier Rey, che apre i battenti domani alla Promotrice di Belle Arti di Torino e sarĂ  aperta fino al 27 gennaio 2013. Pur essendo tra i protagonisti della stagione artistica impressionista della seconda metĂ  dell’Ottocento, Degas ha una posizione del tutto autonoma all’interno del movimento. “Lavorando al fianco di realtĂ  come il prestigioso MusĂ©e D’Orsay e il gruppo editoriale Skira, con la Fondazione Torino Musei – ha voluto specificare stamattina il Sindaco Piero Fassino – pur in presenza di minori risorse economiche, sapremo conservare le nostre eccellenze e rilanciare nuove offerte culturali, confermando Torino al centro dei grandi eventi dell’arte. L’esposizione rafforza i rapporti culturali tra Italia e Francia, due Paesi che sono stati fondamentali per la formazione del talentuoso artista. Gli ottanta capolavori, tutti di altissimo livello, esposti per piĂą di tre mesi al Valentino, saranno una splendida occasione per i torinesi, i turisti italiani e stranieri e chiunque verrĂ  in cittĂ  ad ammirarli, per ripercorrere e analizzare il tocco artistico di uno dei principali protagonisti della pittura e scultura francese”. La pittura di Deagas trascura l’immediatezza degli amici impressionisti basata sulle sensazioni visive mentre coglie magistralmente l’essenza di un momento. In mostra sono visibili tutti i temi della sua produzione: dall’ambiente familiare all’esperienza italiana, dal mondo parigino degli artisti a quelli della musica e dei caffĂ©, al paesaggio, i cavalli e le corse, alle celeberrime ballerine e al il nudo. Due straordinari ritratti aprono l’esposizione: l’Autoritratto del giovane artista (1855) e quello del nonno Hilaire de Gas (1857), il Ritratto di famiglia (La Famiglia Bellelli, 1858-1869), opera che per le sue considerevoli dimensioni (2 x 2,5 metri) raramente ha lasciato il museo parigino. Seguono i ritratti di familiari, uno spettacolare Studio di mani del 1859- 1860 e alcuni Studi di teste, olii o pastelli, copiati da grandi artisti del passato come Della Robbia e Mantegna. Per informazioni e prenotazioni: www.mostradegas.it

Vedi anche: A un passo da Degas. Le fasi dell’allestimento

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