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Giu 13


13 giugno, ultimo giorno di scuola.
Si ripete la “tradizionale” gavettonata intorno alle fontane di piazza Castello, piazza CLN e piazza Solferino.
Migliaia di studenti hanno riempito le piazze trasformando per un giorno il centro in una spiaggia urbana.
Buone Vacanze a tutti gli studenti!

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Apr 13


“Quale modello si società vogliamo?” è l’interrogativo con cui ha concluso il suo intervento il professor Mario Dogliani, docente di Diritto costituzionale all’Università di Torino, nel corso del convegno La Resistenza oggi, valori e attualità, promosso dall’Associazione tra consiglieri comunali già componenti il Consiglio Comunale di Torino. L’incontro – una riflessione sui valori della lotta partigiana e su quanto questi principi incidono sulla nostra convivenza civile – si è svolto in sala Rossa con la partecipazione del sindaco Piero Fassino, il giornalista Alberto Papuzzi e il presidente Anpi (associazione nazionale partigiani italiani) Diego Novelli. Al dibattito hanno partecipato gli studenti del liceo artistico Aldo Passoni. A loro si sono rivolti
i relatori raccontando la Resistenza, vissuta anche sulla loro pelle, (Novelli ha incentrato il suo intervento sul perché essere antifascista) e toccando quei temi oggi sempre più alla ribalta: la politica malata, i partiti svuotati di valori costituzionali, la difficile convivenza civile. Ma un antidoto a questo disfacimento sociale c’è e sono i valori della Resistenza e della Costituzione che quella lotta incarna nei sui principi fondamentali.
“La Costituzione contiene un progetto di società futura e di visione del mondo – ha sottolineato Dogliani –. Essa affianca alla tutela dei diritti individuali (libertà di associazione, stampa) un nuovo capitolo, quello dei diritti sociali, intesi come pretese dei cittadini verso lo Stato, affinché ponga in essere attività in loro favore. Dietro questa idea c’è un’interpretazione della società secondo la quale una parte di essa, quella composta dai lavoratori salariati, deve essere risarcita perché giunge dalle società precedenti in modo svantaggiato”. Insomma la Repubblica ha il compito di ridistribuire la ricchezza tra i lavoratori affinché tutti possano essere cittadini a pieno titolo. La Resistenza restituisce alla politica un’idea fondamentale: l’autonomia dal potere religioso, politico ed economico: “I partiti devono stabilire un diaframma tra il potere economico e politico, per questa ragione – ha concluso Dogliani – mi preoccupano le posizioni di quanti oggi sostengono che si può fare a meno della politica e dei partiti perché sono le stesse tesi diffuse dal fascismo negli anni Venti”.
Anche Fassino ha sottolineato l’importanza di parlare oggi di Resistenza per richiamarne i valori e l’attualità, per contrastare l’insorgere del nazifascismo in Europa (ha ricordato i fatti di Tolosa) e in Italia. “L’incontro di questa mattina non è un rito o una celebrazione formale, ma una riflessione su un passaggio cruciale della storia del nostro Paese passando dalla dittatura, dalla guerra, dal coinvolgimento di un intero popolo, per approdare alla repubblica, alla Costituzione, all’affermazione dei diritti di solidarietà, di giustizia sociale, di uguaglianza” ha detto il sindaco.
“Il revisionismo storico, la pubblicistica negazionista che riscrive il nazifascismo, l’Olocausto, le persecuzioni degli ebrei – ha continuato il primo cittadino – tentano di dare una rappresentazione molto lontana da vero, negando lo sterminio di sei milioni di ebrei nei campi di sterminio, liquidandolo come invenzione della propaganda sionista”. “Riflettere su quel momento della nostra storia – ha concluso Fassino – ha un valore attuale. Basta spostare i nostro sguardo su altre parti del mondo per vedere Paesi piegati dalla dittatura, dove la giustizia e la democrazia sono calpestati, dove le armi sostituiscono la dialettica politica. Per questa ragione è straordinaria la vittoria elettorale in Birmania, dove una donna coraggiosa Aung San Suu Kyi, dopo 17 anni di isolamento totale, ha saputo guidare il suo popolo in un passaggio elettorale fondamentale. Il ricordo di oggi deve trasformarsi nella consapevolezza che battersi per i valori della Resistenza, della Costituzione, della Repubblica, deve fare parte dell’agire quotidiano”.

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Feb 03


Saranno 3200 gli studenti delle scuole superiori italiane, 700 dei quali sono torinesi, che andranno a visitare il campo di concentramento e sterminio Auschwitz-Birkenau – dove sono state uccise circa 1 milione e 300mila persone – e il ghetto di Cracovia.
Questa mattina il Treno della Memoria è partito da Porta Nuova con 450 ragazzi, ma prima di salire sui convogli i giovani si sono dati appuntamento al Teatro Regio. Qui,
ogni anno l’associazione Terra del Fuoco, simbolicamente saluta i ragazzi in partenza insieme alle autorità cittadine e ai pochi superstiti di quella immane tragedia.
Dal 2005 ad oggi oltre tredicimila ragazzi “hanno scelto di fare questo viaggio, di affrontare la nostra storia per provare a costruire una cittadinanza più consapevole” ha detto Oliviero Allotto, presidente dell’associazione.
Sul palco Ferruccio Maruffi, ex internato di Mauthausen e presidente dell’associazione nazionale Ex Deportati Politici, ha posto più volte ai presenti la stessa domanda: “Siamo sicuri che tutto questo non capiti più?”. I rigurgiti xenofobi e razzisti di questi ultimi anni, certamente non tranquillizzano gli animi.
L’assessore alle Politiche educative della Città Mariagrazia Pellerino parlando ai ragazzi ha sottolineato: “la straordinaria forza e valenza educativa di questo viaggio, motivo per cui – ha detto- vogliamo mantenere viva l’iniziativa che parla delle vostre sensibilità, alla vostra voglia di essere cittadini attivi in un momento difficile per il mondo occidentale. Speriamo che altre istituzioni facciano la loro parte”. “Credo che la chiave per uscire dalla crisi finanziaria, economica e di paradigmi di crescita – ha concluso Pellerino – sia pensare a un nuovo modello fondato sulla cooperazione, sulla qualificazione e sulla formazione delle persone. Solo così possiamo immaginare un mondo migliore”.
Ospite d’eccezione il sottosegretario all’Istruzione Marco Rossi Doria. Intenso, quasi commovente, il suo intervento. Il vice ministro ha ringraziato i giovani presenti per ragioni personali (il padre era stato condannato a vent’anni di carcere e confino durante il Fascismo). “Quando non ci sarò più è importante che ci siano ragazzi come voi, che hanno studiato e si sono sforzati di capire una realtà molto lontana da questo mondo”. “Non ci siete che voi – ha continuato il sottosegretario – a fare queste esperienze, a discutere e capire, per quanto si possa capire”. “E’ difficile – ha concluso Doria – per chi vive in una società tranquilla chiedere ai giovani di occuparsi di cose serie, brutte, complicate da comprendere. Per questo, come istituzione, faremo di tutto affinché questa esperienza possa continuare e i vostri compagni più piccoli possano fare il loro viaggio della memoria”.
Allotto ha chiosato il suo intervento, leggendo la testimonianza di un giovane studente:“Un viaggio nella storia, dentro se stessi e nella natura umana”.
Al termine della cerimonia, la delegazione governativa si è trasferita in via Gaudenzio Ferrari a visitare il Laboratorio della Curiosità, Xkè? (centro per le scienze rivolte a bambini e insegnati delle scuole elementari e medie). Ultima tappa, prima di rientrare nella capitale, a vedere la Piazza dei Mestieri in via Jacopo Durandi, nel quartiere San Donato (laboratorio di arte e mestieri destinato ai giovani).

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